L’arcivescovo Pennisi: “la mafia è presente oggi più al nord che in Sicilia”

L’arcivescovo Pennisi: “la mafia è presente oggi più al nord che in Sicilia”

“È AUSPICABILE ED URGENTE UN DOCUMENTO DELLA CHIESA UNIVERSALE CHE CONDANNI TUTTE LE MAFIE”

Di Bruno Volpe

Finalmente arriva agli onori degli altari il “giudice ragazzino”, il dottor Rosario Livatino un magistrato siciliano barbaramente ucciso dalla mafia, che sarà beatificato domani 9 maggio 2021.

Ma in che cosa consiste la mafia e quale la sua relazione con il Vangelo? Lo abbiamo chiesto in questa intervista all’ arcivescovo di Monreale (Palermo) Monsignor Michele Pennisi.

Eccellenza Pennisi, che cosa rappresenta per la Chiesa siciliana questa beatificazione?

“Certamente un evento molto importante che segue quella di don Pino Puglisi e si inserisce in un cammino già avviato dal cardinale Pappalardo. Fu poi Giovanni Paolo II ad Agrigento col suo ‘convertitevi’ rivolto ai mafiosi a scuotere le coscienze, facendo capire che dobbiamo scegliere e sposare sempre il linguaggio del Vangelo”.

Cosa si può fare?

“Bisogna passare dalle parole ai fatti e la Chiesa siciliana lo ha detto con chiarezza nei suoi ultimi documenti. Non bastano iniziative sporadiche, occorre agire sulle coscienze”.

Tuttavia è bene chiarire che la mafia non è un fenomeno solo siciliano come erroneamente si pensa…

“Infatti è così. Anzi, e lo dico senza polemica, la mafia è presente oggi più al nord che in Sicilia, è dappertutto dove ci sono interessi, ecco perché è auspicabile ed urgente un documento della Chiesa universale che condanni tutte le mafie”.

La mafia è ostile al Vangelo..

“Non esiste niente di maggiormente ostile al Vangelo che la mafia, un modo di agire e pensare che diventa idolatria ed ateismo. In ogni caso bisogna distinguere tra atti mafiosi veri e propri, come quelli della criminalità organizzata, e cultura mafiosa radicata spesso nella società”.

A proposito di cultura mafiosa ed omertà. La famiglia di Denise Pipitone invoca giustizia ..

“Chi sa parli e rompa questo muro di silenzio. E’ un dovere morale e la famiglia ha il diritto dopo tanto tempo alla ricerca ed accertamento della verità”.

 

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