Ecco chi è san Raffaele di San Giuseppe (al secolo Josef Kalinowski)

“I SANTI MANIFESTANO IN DIVERSI MODI LA PRESENZA POTENTE E TRASFORMANTE DEL RISORTO” (BENEDETTO XVI)

Di Mariella Lentini*

 

Anche nei momenti più drammatici della vita chi ha fede non si perde mai nella disperazione. Questo insegna il santo festeggiato oggi. Josef Kalinowski nasce in Lituania, a Vilnius, nel 1835, in una famiglia di nobili. Primo di nove figli, il padre è insegnante di matematica. Brillante negli studi, Josef diventa ingegnere, dedicandosi a lavori importanti nelle ferrovie. È anche ufficiale dell’esercito russo. È un uomo alto, con i baffi. Pensa al matrimonio, ma il suo amore per una ragazza non ha seguito. L’educazione ricevuta è cristiana e pian piano nell’ingegnere, capitano di Stato maggiore, matura il desiderio di seguire la Parola del Signore.

Stimato e tenuto in grande considerazione per i suoi meriti professionali e umani, sia dai russi, sia dai lituani, Josef subisce una battaglia interiore perché il suo paese natale, assieme alla Polonia, è insorto contro lo Zar. Decide di dimettersi dall’esercito russo e di stare al fianco di chi aspira all’autonomia. Nel 1863 viene nominato dai lituani ministro della guerra con la richiesta di Josef di non firmare, però, pene capitali. L’insurrezione fallisce, i russi arrestano il giovane ingegnere e, invece di condannarlo a morte, per non farne un martire, lo mandano in Siberia, a lavorare in miniera. Josef conosce la fame, il freddo (con temperature fino a 40 gradi sotto zero), la fatica, la malattia, ma non perde mai la speranza né la fede in Dio. «Possono togliermi tutto, non la preghiera!», scrive ai suoi il detenuto. Ha con sé un crocifisso e due libri: il Vangelo e L’imitazione di Cristo.

L’ex capitano non pensa a se stesso, pensa agli altri e li aiuta come può, materialmente e, soprattutto, moralmente. Tutti lo amano, anche i carcerieri che con lui dimostrano umanità. Scontata la pena, Josef è un altro uomo. Ormai ha deciso. La guerra, la prigionia, gli stenti non lo hanno reso peggiore, al contrario. L’ex ingegnere, capitano e, poi, carcerato vuole entrare in convento. Diventa sacerdote carmelitano a quarantasette anni e si fa chiamare Fra Raffaele di San Giuseppe. Innamorato della Madonna, la Madre di tutti, è un grande confessore e, per incontrarlo, nel Convento di Czerna (Cracovia), unico dell’Ordine Carmelitano in Polonia, arrivano da ogni dove. Grazie alla sua attività in Ucraina e in Polonia nascono altri conventi. Muore nel 1907 nel Convento “Collina di San Giuseppe” di Wadowice (Polonia), città natale di San Giovanni Paolo II, Karol Wojtyla, il papa che nel 1991 lo proclama santo. Josef Kalinowski oggi riposa a Czerna.

 

* Autrice del libro
“Santi compagni guida per tutti i giorni”

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