Le rane bollite… e chi ancora pone qualche domanda

Le rane bollite… e chi ancora pone qualche domanda

C’E’ ANCORA CHI PROVA A OPPORRE UNA MINIMA RESISTENZA…

Di Dalila di Dio

«Penso che le persone vaccinate dovrebbero essere PREMIATE in qualche modo… e quindi avere il DIRITTO di continuare ad avere una socialità normale. Chi non si è vaccinato non può pretendere di avere la stessa socialità di chi, saggiamente, si vaccina».

Queste parole – pronunciate dall’Onorevole Andrea Romano giovedì 18 novembre 2021, nel corso della trasmissione “Dritto e Rovescio” condotta da Paolo Del Debbio – in un mondo normale susciterebbero raccapriccio e allarme.

Spaventa, invece, dover prendere atto del fatto che simili affermazioni siano cadute nel vuoto, accolte con indifferenza e persino con qualche timido applauso del pubblico – orientatissimo – presente in studio.

Che un Deputato della Repubblica – casualmente, del Partito Democratico – affermi convintamente che i diritti fondamentali siano un premio che i cittadini devono meritare è sconcertante sotto ogni punto di vista: nel caso di Romano possiamo immaginare che un simile delirio sia frutto della sua passione per il sistema stalinista– che pare avere studiato approfonditamente nei suoi anni a Mosca –  ma ciò che preoccupa è il modo in cui tra paura e allarmismo costante il potere stia riuscendo ad abolire il senso critico rendendo fioca ogni timida resistenza, anche alle cose più inaccettabili.

Biasimare la gente comune per la propria indolenza sarebbe, tuttavia, ingiusto: da ormai due anni il martellamento è costante.

La situazione è sempre, ineluttabilmente, emergenziale. E c’è sempre un colpevole da mettere sul banco degli imputati.

A marzo del 2020 erano i runners o chi andava troppo spesso al supermercato. Poi è stato il momento degli scellerati sulla spiaggia. Di quelli che hanno avuto l’ardire di andare in vacanza. Dei giovani in discoteca. Del tizio solitario nel bosco.

Con l’avvento del vaccino, la musica è cambiata di poco. Il nuovo nemico è stato, rapidamente, individuato. Il non vaccinato è il colpevole. Presto, lo sarà anche il bivaccinato che rifiuta la terza dose.

Nessuno nota che, in questa storiaccia su cui mai si farà veramente luce, il colpevole non è mai nella stanza dei bottoni. Nessun colpevole per il mancato aggiornamento del piano pandemico. Nessun colpevole per le mascherine che partivano per la Cina in un momento in cui avremmo dovuto farne scorte in ogni modo. Nessun colpevole per i protocolli di cure domiciliari sbagliati. Nessun colpevole per il mancato adeguamento delle aule scolastiche. Nessun colpevole per il mancato potenziamento del sistema dei trasporti.

È il potere a decidere, di volta in volta, a quale categoria attribuire le conseguenze dei propri errori. E la stampa, allineata e coperta, esegue. Purtroppo, per la maggior parte degli esseri umani, vivere – sopravvivere – è lo scopo ultimo. Non importa come, non importa quale sia il prezzo da pagare. Lo scopo è conservarsi in vita.

Ed è facendo leva su questa debolezza dell’essere umano, che si sta imponendo, giorno dopo giorno, la “nuova normalità” fatta di diritti concessi solo ai meritevoli: appena due anni fa nessuno avrebbe immaginato di poter essere chiuso in casa per decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, notificato al Popolo, nottetempo, via Facebook.

Nessuno avrebbe pensato che potessimo essere tenuti a giustificarci per essere usciti di casa. Ci saremmo indignati al sol pensiero di poter uscire dal Comune di residenza solo dopo aver comunicato all’autorità “i motivi dello spostamento”. Avremmo riso se ci avessero detto che ci saremmo trovati a correre a casa alle 21:59 per non sforare il coprifuoco, come dei dodicenni. Due anni fa nessuno avrebbe potuto immaginare di essere costretto alla somministrazione di un vaccino per mangiare una pizza con gli amici. Nessuno avrebbe potuto credere che saremmo stati costretti a dimostrare, a intervalli regolari, di essere sani per poter esercitare il diritto a mantenere la dignità, lavorando.

Eppure, tutto questo è accaduto e a qualcuno appare non solo accettabile ma normale e inevitabile. Com’è potuto succedere? La tecnica è ormai collaudata. Pensiamo alla terza dose. Prima assolutamente esclusa. Poi paventata ma solo in casi eccezionali. D’improvviso, da un giorno all’altro, necessaria, indispensabile, per tutti, indiscriminatamente. Con annessa colpevolizzazione di chi non si adegua. Sarà così anche per l’inoculazione ai più piccoli e per chissà cos’altro.

Frattanto, si fomenta l’odio tra rane ormai definitivamente lesse – lodate come eroiche e premiate coi diritti – e chi ancora prova a opporre una minima resistenza, ponendo qualche timida domanda.

Ciascuno di noi, chiuso in casa per DPCM, l’anno scorso avrà pensato “quando lo racconteremo, tra trent’anni, nessuno crederà a tutto questo”. A distanza di un paio d’anni scarsi, comincia, spaventosamente, a profilarsi un futuro in cui nessuno crederà che qualcuno abbia osato contraddire Romano, contestare il lasciapassare, rifiutare la periodica inoculazione per ottenere in premio i diritti. Per quanto spaventoso, il mondo a cui andiamo incontro è quello in cui nessuno crederà che qualcuno abbia osato opporsi alla “nuova normalità”. E allora, perché resistere? Per lo spirito. L’unica cosa che conti davvero.

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