Stati Uniti: è arrivata la resa dei conti per il Big Tech?

A cura di Angelica La Rosa

I SOCIAL MEDIA NON SI RIFORMERANNO MAI DA SOLI, OPINIONE ORMAI DIFFUSA SIA NEGLI AMBIENTI DEMOCRATICI SIA REPUBBLICANI DEGLI STATI UNITI

La presidente del Think thank statunitense Ruth Institute Jennifer Roback Morse ha accusato TikTok, Snapchat e YouTube di essere «selvaggiamente falsi» nei confronti della questione della tutela dei minori sui social media.

«Ogni volta che sono chiamati davanti al Congresso degli Stati Uniti affermano che stanno facendo del loro meglio per proteggere i minori dai contenuti sessuali. Ma le loro giustificazioni sono senza senso», ha dichiarato la dottoressa Morse.

All’audizione tenuta la scorsa settimana davanti alla sottocommissione del Senato per la “protezione dei consumatori, la sicurezza dei prodotti e dei dati personali”, i dirigenti dei tre giganti social sono stati interpellati da esponenti politici scettici nei loro confronti appartenenti ad entrambi gli schieramenti.

«È raro che i repubblicani e i democratici riescano a mettersi d’accordo su qualcosa – ha osservato la Morse –. Ma questa volta è avvenuto, a proposito appunto dell’apparente indifferenza dell’High Tech quando si tratta di proteggere i minori da influenze nefaste e corruttive».

Il senatore dello Utah Mike Lee ha rivelato che con il suo staff aveva creato un falso account Snapchat di un 15enne. Una persona di quell’età dovrebbe essere protetta da annunci con contenuti sessuali. Ma nella sua pagina hanno ricevuto inviti a partecipare a videogiochi sessuali online, articoli di pornostar e “suggerimenti utili” per visitare luoghi molto discutibili. Lee ha definito questo tipo di contenuto «selvaggiamente inappropriato per un bambino».

Di fronte a prove concrete di negligenza o di illecito, i rappresentanti delle aziende social si sono schermite con risposte di routine. Michael Beckerman, responsabile delle politiche pubbliche di TikTok America, fra l’altro, ha affermato: «Il sesso e le droghe sono violazioni dei nostri standard comunitari; non hanno posto sul nostro sito». Ma la dott.ssa Morse ha giustamente obiettato: «Bella storia. Nonostante i solenni disconoscimenti di TikTok, i contenuti “selvaggiamente inappropriati” sono lì a disposizione di chiunque. Cosa sta facendo TikTok al riguardo? Niente».

Definendolo l’attuale come «il momento della resa dei conti del Big Tech», il senatore del Massachusetts Edward Markey ha chiesto ai dirigenti di TikTok, Snapchat e YouTube se avessero mai sostenuto una legislazione bi-partisan per assicurare ai minori più diritti alla privacy vietando per loro annunci inappropriati. Ma tutti e tre, ancora una volta, hanno tergiversato.

«Potrebbe essere più evidente la loro mancanza di trasparenza?», ha chiesto pubblicamente la dottoressa Morse. Il comportamento dei colossi del Web, conclude la presidente del Ruth Institute, dimostra insomma «che si tratta di un’industria incapace o non disposta ad investire per la sorveglianza dei diritti dei minori. Per questo è assolutamente necessario portare avanti progetti legislativi bi-partisan in questo campo».

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