La vera autorità e l’uomo “selvatico” (ma libero)

a cura di Pietro Licciardi

LA STORIA INSEGNA CHE IL POPOLO E’ FATTO PER OBBEDIRE. LA QUESTIONE È: OBBEDIRE A CHI? IL SUGGERIMENTO DE «L’OMO SALVATICO»

La sapienza cattolica è senza tempo e non ha scadenza, perché si rifà a quel Vangelo che, essendo una sorta di libretto delle istruzioni per il corretto uso della nostra umanità, ha validità fino a quando vi sarà vita sulla Terra.

Per questo vale la pena riproporre un passaggio tratto dal Dizionario dell’Omo Salvatico, libro di Giovanni Papini (1881-1956) e Domenico Giuliotti  (1877-1956) uscito nel lontano 1923 ma recentemente ripubblicato dalle Edizioni Il Cerchio di Rimini.

Questo Dizionario ci pare attualissimo oggi, tanto più a seguito della psicosi da Covid-19, alimentata da alcuni Governi e da un sistema mediatico ad essi asservito. L’infodemia ha fatto accettare alle masse la sospensione, non necessariamente temporanea, delle libertà e dei diritti costituzionali e vieppiù attuale nel clima di mobilitazione bellica alimentata da irresponsabili demagoghi e dalla stessa “informazione” di regime, che mira a convincere il popolo che una nuova guerra mondiale è non solo inevitabile ma giusta.

«L’amico Bernardo Sanvisenti, milanese “de Milan”, mi racconta questo aneddoto:

“Una mattina, uscendo di casa, come al solito, per andare a far lezione, m’accorsi che i tranvai non circolavano, ma poco dopo essendone apparso uno vuoto che rientrava al deposito, vi salii, ed avendo chiesto se potevo usufruirne per un certo tratto di strada, mi venne risposto di sì.

Allora domandai al conduttore: si può sapere perché c’è lo sciopero?

Ed egli:

— Han copà la sciura Rosa.

Ma lei (dissi) lo sa chi è ?

— Mi no.

Ed io spiegai: È la Luxembourg, tedesca….

— Ah, mi la conoss’ no.

E allora perchè scioperate ? — Ma…. È vegnu l’ordin.

Questo tranviere meneghino, debitamente rimbecillito e tesserato dal socialismo allora trionfante, è la personificazione del popolo di tutti i luoghi e di tutti i tempi, che obbedisce sempre, senza sapere e senza discutere, all’ordine ricevuto dai suoi sovrani.

Poco importa in fondo che i suoi sovrani siano Napoleone I ieri l’altro o l’ebreo Trotski oggi; il popolo (anche quello rivoluzionario, anzi, specialmente, quello) ha bisogno d’esser comandato e di ricevere ordini e d’eseguirli.

Egli (e i demagoghi, che per la loro sozza ambizione ne fanno toppe da scarpe, sono i primi a saperlo) non è nato per la libertà; questa è soltanto una parola che gli risuona bene all’orecchio e che serve soprattutto per terminare certi versi tronchi delle canzoni popolari e ribelli. Viceversa, la cosa della quale il popolo ha veramente bisogno (essendo un gigante senza testa) è l’autorità. Quando gli stessi anarchici, qualche anno addietro, portavano a processione le loro fosche bandiere col motto infame: “Né Dio né padrone”, obbedivano, senza saperlo, all’ inventore di quel motto; e quando tiravano le bombe, nei teatri e sui cortei patriottici, o una persona o un opuscolo l’aveva loro ordinato.

Ma se tutto ciò è vero (ed è indiscutibilmente vero) tutta la questione consiste nel sottrarre il popolo all’autorità dei demagoghi, dei capi partito, delle sette, e di qualunque privato mascalzone, per sottoporlo all’autorità legittima e suprema che risiede solo nei Re.

La quale però, (beninteso) non può esser né completamente restaurata né a lungo mantenuta se non è giusta e paterna; e non può esser giusta né paterna se non è illuminata e guidata dall’autorità del Papa, il quale, nelle cose dello spirito, é l’unico sovrano sulla terra che sia illuminato dallo Spirito Santo.

Certo, un simile linguaggio é diventato, pur troppo!, incomprensibile; eppure, o si torna a comprenderlo, e conseguentemente si ristabilisce l’ordine su queste basi, o parlare d’autorità in altro modo è vano».

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