Votare partiti con programmi contrari alla legge di Dio è un peccato grave!

Votare partiti con programmi contrari alla legge di Dio è un peccato grave!

di Emanuela Maccarrone

NELL’ESPRIMERE IL VOTO GLI ELETTORI CATTOLICI DEVONO CONSIDERARE TUTTE QUELLE TEMATICHE CHE PER UN CREDENTE SONO IRRINUNCIABILI

“Votare per un candidato favorevole all’aborto è un peccato grave, così come può esserlo dare il proprio voto a un partito favorevole all’eutanasia, alla manipolazione genetica, all’indottrinamento Lgbtq o alla teoria gender. Un partito che non si opponga strenuamente alla legalizzazione dei cosiddetti ‘matrimoni gay’ o all’adozione di bambini da parte di coppie omosessuali non dev’essere nemmeno preso in considerazione da un Cattolico”.

A dirlo è l’ Arcivescovo mons. Carlo Maria Viganò in un suo recente messaggio.

Come ha evidenziato il prelato, la situazione politica italiana è complessa a causa di partiti che hanno mostrato sia di tradire la volontà dell’elettorato sia di violare le libertà fondamentali, ma anche per la mancanza di gruppi alternativi con un programma chiaro, se non discutibile.

“Occorre una classe politica che si renda protagonista della rinascita morale del Paese, e che consideri il proprio ruolo come un servizio reso alla comunità, sapendo di dover rendere conto del proprio operato a Cristo Re, di cui essa è vicaria. Senza un principio morale trascendente non vi può essere riscatto per l’Italia né per il mondo, dal momento che proprio sulla cancellazione della Religione dalla società si è basata la rivoluzione che ha sovvertito le Nazioni da oltre due secoli”.

L’Arcivescovo Viganò ha ribadito le follie commesse in questi ultimi due da anni dai governi e dai parlamentari, che sono sembrati asserviti alla finanza internazionale e al World Economic Forum, attraverso le restrizioni e le limitazioni delle libertà fondamentali.

Per tale ragioni, mons. Viganò, che ha ipotizzato come recuperare la sovranità nazionale, ha indicato una serie di domande attraverso le quali gli elettori cattolici, per quanto sia possibile, dovrebbe valutare i partiti e i candidati. 

Santità e inviolabilità della vita e della persona: il partito e/o il candidato difende la vita dal concepimento alla morte naturale? Si oppone con determinazione all’aborto e all’eutanasia e alla loro legalizzazione? Contrasta la fecondazione artificiale, la sperimentazione embrionale, la manipolazione genetica, la maternità surrogata, le dottrine e le pratiche del transumanesimo? Combatte le teorie sul sovrappopolamento del pianeta, la sperimentazione dei farmaci sull’uomo? Intende contrastare l’uso di materiale umano abortivo per la ricerca scientifica o per la produzione di farmaci o altri prodotti? Intende opporsi alle terapie di sospensione dello sviluppo ormonale dei minori?

Morale familiare e sociale: il partito difende la famiglia naturale, composta da uomo e donna? Propone forme di aiuto per le famiglie e per incentivare la natalità? Si oppone alle “nozze” omosessuali? È contrario all’adozione di bambini da parte di coppie omosessuali? Contrasta l’ideologia Lgbtq e la teoria gender? Riconosce il diritto nativo dei genitori all’educazione della prole? Si oppone all’indottrinamento dei bambini e dei giovani da parte dello Stato? Il partito vieta espressamente l’appartenenza dei suoi membri alle sette segrete, alle logge massoniche e paramassoniche?

Immigrazione e guerra: quali iniziative intende adottare per bloccare l’immigrazione clandestina? intende far rimpatriare gli immigrati irregolari? Il partito è favorevole alla sospensione dell’invio di armi in Ucraina e come si impegna nel consesso internazionale per una equa trattativa di pace? 

Pandemia e informazione: qual è o qual è stata finora la posizione del partito sull’emergenza pandemica? Ha proposte specifiche per impedire che si ripetano in futuro le violazioni dei diritti fondamentali e i danni alla salute dei cittadini? Il partito si impegna a promuovere l’istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla cosiddetta pandemia? È determinato a revocare i fondi attualmente destinati all’editoria, dimostratisi una forma di controllo dell’informazione?

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