Occorre avere il coraggio di andare contro il mondo

di don Ruggero Gorletti

COMMENTO AL VANGELO DI DOMENICA 14 AGOSTO 2022 – XX Domenica per Annum

Dal vangelo secondo san Luca (12, 49-57)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Sono venuto a portare il fuoco sulla terra; e come vorrei che fosse già acceso! C’è un battesimo che devo ricevere; e come sono angosciato, finché non sia compiuto! Pensate che io sia venuto a portare la pace sulla terra? No, vi dico, ma la divisione. D’ora innanzi in una casa di cinque persone si divideranno tre contro due e due contro tre; padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera». 

COMMENTO

Le letture di questa Messa ci aiutano a non cadere nell’errore – presente in ogni epoca della storia ma in modo particolarmente intenso nella nostra – di cogliere solo alcuni aspetti del messaggio del Vangelo, quelli che sono più graditi alla mentalità corrente,  trascurando sistematicamente ciò che dell’insegnamento di Gesù può apparire urtante, amaro, o anche soltanto troppo impegnativo. Oggi viene spesso proposto un cristianesimo senza vigore, senz’anima, così modernizzato da risultare sostanzialmente inutile all’uomo d’oggi, che, come il sale insipido di cui parla Gesù in un altro brano, non serve a nulla e viene buttato via. Gli uomini di oggi, che molto spesso hanno smarrito Cristo, non hanno bisogno di carezze, hanno bisogno di Cristo. L’uomo di oggi, che da molti punti di vista si sta distruggendo con le proprie mani, non ha bisogno di approvazioni, ma ha bisogno di essere salvato. Dicevamo che oggi, molto spesso, siamo tentati di proporre un cristianesimo riveduto, addolcito, politicamente corretto, che non è nemmeno una brutta copia di quello vero. Quali sono le caratteristiche di questo pseudo-cristianesimo, di questa religione così diversa da quella che il Vangelo e il costante insegnamento della Chiesa ci fanno conoscere? Anzitutto la prima: immaginare che il cristiano – sul piano dei principi – possa e debba necessariamente andare d’accordo con tutti. Anche con coloro che esplicitamente rifiutano il messaggio di Gesù e hanno una concezione della vita assolutamente diversa. L’importante, si sente talvolta dire, è evitare le polemiche, le discussioni, i disaccordi, le lotte. L’importante è non passare per intolleranti, per fanatici, per retrogradi. L’importante, si dice, è cercare ciò che ci unisce, non sottolineare ciò che ci divide. L’importante è la pace, a qualunque costo, anche a costo di rinunciare a professare la verità che senza alcun merito abbiamo ricevuto.

 Gesù, dal Vangelo di oggi, sembra pensarla in maniera diversa. Ci dice infatti: «pensate che io sia venuto a portare la pace sulla terra? No vi dico. Sono venuto a portare la divisione». Il destino della verità è questo: da qualcuno è abbracciata e difesa, da qualcun altro è respinta e combattuta. Il cristiano che in tutte le questioni che contano, in tutti i problemi etici e sociali, si trova sempre d’accordo con chi cristiano non è, deve chiedersi seriamente se sia davvero un discepolo del Signore. Altra caratteristica di questo pseudo cristianesimo politicamente corretto è quello di essere senza croce, inteso come cristianesimo senza rinuncia, senza combattimento, senza sacrifici. Un cristianesimo in cui tutto sia lecito, tutto sia consentito. In nessuna occasione della vita, di fronte alle difficoltà dell’esistenza, della vita familiare, della vita sociale, questo finto cristianesimo non fa mai appello, per risolverle, alla mortificazione, alla rinuncia, al dominio di sé, all’impegno, ma sempre adotta le soluzioni più comode offerte dalla tecnica all’egoismo individuale. Un Cristianesimo senza Croce però non è quello di Cristo, che aveva sempre davanti a sé il battesimo di sangue che avrebbe dovuto subire: «c’è un battesimo che devo ricevere, e come sono angosciato, finché non sia compiuto!». Terza caratteristica di questo falso cristianesimo è quella di voler ottenere il plauso della gente e delle forze mondane. Per questo invece delle verità amare si preferisce spesso annunciare delle falsità dolci. È illuminante, a questo proposito, quello che ci narra la prima lettura circa il profeta Geremia. Geremia era un vero profeta, annunziava al popolo le verità scomode, preannunziava sventure ad un popolo sviato dalla verità. Gli altri profeti, falsi, stipendiati dal governo e a questo graditi, assicuravano sempre al popolo pace e prosperità. Così Geremia era odiato e gli altri, i falsi profeti erano applauditi, al punto che, per evitare il fastidio delle sue parole, il popolo cerca di uccidere il vero inviato da Dio, che annuncia verità scomode, gettandolo in una cisterna. In genere l’opinione pubblica, i giornali, i mezzi di comunicazione, le forze economiche, politiche, sindacali, coloro insomma che hanno in mano il potere del mondo, tendono a parteggiare per i profeti falsi contro il vero, eterno insegnamento della Chiesa di Dio, e sembrano sempre pronti ad esaltare coloro che sembrano rendere più facile, più moderna, più accomodante la religione. In realtà però la rendono inutile, senza effetto nella vita degli uomini.

Noi invece chiederemo la grazia del Signore di saper giudicare, cioè giudicare le cose secondo verità e non secondo comodità. Chiederemo di saper leggere, come vuole Gesù, i segni dei tempi. In ogni tempo, ma in particolare in questa nostra epoca di scristianizzazione sempre più veloce, occorre avere il coraggio di essere contro il mondo e le sue aberrazioni, senza preoccuparsi delle critiche e delle incomprensioni, ma con il desiderio di essere fedeli unicamente all’insegnamento del Vangelo e alle sue esigenze.

Preghiamo perché, anche in mezzo alle confusione, non abbiamo mai a perdere la strada che ci indica il Signore Gesù, come ci dice la seconda lettura: «corriamo con perseveranza nella corsa che ci sta davanti, tenendo fisso lo sguardo su Gesù, autore e perfezionatore della nostra fede». Tenendo fisso lo sguardo su Gesù e sul suo vero insegnamento, e non sui falsi profeti che annunciano comodità false e suadenti, non avremo la garanzia di avere una vita facile, una vita comoda, anzi, probabilmente abbiamo la garanzia contraria, saremo anche derisi e perseguitati, ma avremo la certezza di essere in sintonia con il pensiero di Dio, e quindi di non mancare il traguardo per cui siamo stati creati: la pace e la gioia in questa vita, in cui dobbiamo comunque confrontarci con il male, e la gioia completa, vera, senza fine, della vita eterna.

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