Il lusso, il potere e il denaro per lui non hanno valore e non gli danno felicità

Il lusso, il potere e il denaro per lui non hanno valore e non gli danno felicità

di Mariella Lentini*

ECCO CHI È L’EREMITA SAN VENERIO

Venerio vive in uno dei luoghi di mare più incantevoli e romantici della Liguria. È talmente suggestivo da aver affascinato celebri scrittori come Francesco Petrarca ed Eugenio Montale. Da questi grandi artisti della penna, tale bellissimo luogo (che si trova sulla costa ligure di levante, in provincia della Spezia, denominato le Cinque Terre) prende il nome “Golfo dei Poeti”.

Venerio nasce intorno al 560 nell’isola di Palmaria, di fronte a Tellaro, Lerici e Portovenere: borghi dalle case coloratissime, che si ergono a picco sul mare. Esperto marinaio, Venerio ama il mare: quel senso di libertà che gli regala l’orizzonte che sembra non finire mai, la lieve brezza che gli accarezza il viso, il rumore delle onde che si infrangono sugli scogli, il profumo di salsedine, la calma solitudine. Il marinaio è attratto dalla spiritualità e dalle preghiere.

Il lusso, il potere e il denaro per lui non hanno valore e non gli danno felicità. Cerca Dio perché lo ama, così come ama tutti gli uomini. Venerio entra nel Monastero benedettino di Palmaria e diventa monaco. Poi, però, si trasferisce a Tino, un altro isolotto vicino, perché vuole vivere da solo. Egli fugge da un ambiente dove non si rispetta abbastanza la Regola benedettina, basata solo sulla preghiera e sul lavoro. Così, pensando che «è meglio stare da soli che male accompagnati», va a fare l’eremita.

In questo isolotto Venerio prega e si rende utile a tutti, soprattutto ai poveri. Per gli umili pescatori, con i suoi consigli da esperto marinaio, l’eremita trova ingegnose soluzioni come quando costruisce una vela per migliorare la navigazione. Quando si fa sera, Venerio raccoglie rami e arbusti e accende un grande falò nel suo isolotto per illuminare la notte e rendere più sicura la rotta dei pescherecci. Venerio fa del bene al suo prossimo come insegna il Vangelo, ma tra la povera gente del posto irradia con gioia anche la Parola di Gesù, annuncia, cioè, la “buona notizia”, proprio come gli apostoli, diventati “pescatori di uomini”.

La popolazione si rivolge al monaco per avere saggi consigli e quando per ringraziarlo gli portano cibo, vestiti o altri regali, lui invita i suoi benefattori a donare tutto ai poveri. Disturbato dalla troppa notorietà, Venerio si rifugia in un’altra isola più a Sud, in Corsica. Fa, poi, ritorno a Tino dove muore nel 630. Ancora oggi, Venerio, patrono di Portovenere e dei guardiani dei fari d’Italia, è molto amato nel Golfo dei Poeti e ogni anno, il 13 settembre, si svolge una suggestiva processione sul mare. In tale occasione e la domenica successiva si può visitare Tino, dove sorge l’Abbazia di San Venerio.

 

* Autrice del libro
“Santi compagni guida per tutti i giorni”

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