Ritornano i “Fridays for Future”: ma prima di protestare perché non provano a rinunciare a parte delle loro agiatezze e comodità?

Ritornano i “Fridays for Future”: ma prima di protestare perché non provano a rinunciare a parte delle loro agiatezze e comodità?

di don Gian Maria Comolli

L’AMBIENTE NELLA DOTTRINA SOCIALE DELLA CHIESA E L’AMBIENTALISMO DEI “FRIDAYS FOR FUTURE” COME IDEOLOGIA MONDANA CHE ILLUDE E STRUMENTALIZZA I GIOVANI

In questi giorni abbiamo assistito a due eventi con una finalità comparabile: la sensibilizzazione sulla tutela del creato. Il primo si è svolto venerdì in 70 città italiane nelle quali centinaia di giovani e adolescenti sono stati nuovamente richiamati a scendere in piazza dal movimento ambientalista Fridays for Future di Greta Thunberg. Questi ragazzi hanno protestato poiché, secondo loro, i temi ambientali sono scarsamente presenti nei programmi elettorali.

La seconda manifestazione, organizzata da Economy of Francesco, alla presenza di giovani economisti, imprenditori e imprenditrici convenuti da più di 100 Paesi, si è svolta sabato ad Assisi, alla presenza di Papa Francesco. Qui gli intervenuti hanno firmato il “Patto” per un’economia guidata dall’etica, a servizio della persona, nell’ambito della quale l’ambiente riveste un ruolo primario. Con queste parole il Pontefice aveva invitato il 1° maggio 2019 i giovani nella città del poverello d’Assisi: «Occorre correggere i modelli di crescita incapaci di garantire il rispetto dell’ambiente, l’accoglienza della vita, la cura della famiglia, l’equità sociale, la dignità dei lavoratori, i diritti delle generazioni future».

Come vediamo, quindi, stiamo parlando di due manifestazioni completamente differenti per toni e contenuti, pur trattando un tema comune.

Quella di Assisi è stata preparata con studi, analisi, approfondimenti e proposte concrete come si è potuto rilevare dalle varie testimonianze, laddove le manifestazioni dei Fridays for Future danno l’impressione dell’estemporaneità, cioè di persone che faticano a illustrare e giustificare la loro presenza esprimendo opinioni e pareri alquanto confusi. Con questo non vuole certo negare la precarietà nella quale è chiamata a vivere la Generazione Z, quella cioè dei nati tra il 1997 e il 2012, la sua incertezza e insicurezza nei riguardi del futuro a causa della crisi ambientale, della pandemia e delle guerre, in un contesto generale di società che si interessano troppo poco delle nuove generazioni.

Per quanto riguarda l’incontro di Assisi, invece, Papa Francesco riconosce qui un insegnamento sui temi riguardanti la salvaguardia dell’ambiente e la crescita di una ecologia integrale che da almeno tre decenni sta impegnando la Dottrina sociale della Chiesa. Così il Pontefice ha infatti espresso la stima per il progetto personalista ideato da promotori e partecipanti di Economy of Francesco: «voi giovani, con l’aiuto di Dio, lo sapete fare, lo potete fare; i giovani l’hanno fatto altre volte nel corso della storia», laddove molti adulti non hanno invece «saputo custodire il pianeta e non stiamo custodendo la pace».

«Una nuova economia, ispirata a Francesco d’Assisi, oggi può e deve essere un’economia amica della terra e un’economia di pace» ha aggiunto il Santo Padre che, da ultimo, ha rinnovato il suo invito al lavoro, al sacrificio, a sporcarsi le mani: «le idee sole si ammalano […]. La Chiesa ha sempre respinto la tentazione gnostica, che pensa di cambiare il mondo solo con una diversa conoscenza, senza la fatica della carne», riferendosi alle otto toccanti testimonianze di giovani, esempi di speranza per l’impegno concreto con cui hanno accompagnato le loro parole e le loro idee.

Osservando i Fridays for Future e, più in generale, la Generazione Z, l’impressione è quella di trovarci davanti più che altro ad “accusatori” che hanno poca intenzione di rimboccarsi in prima persona le maniche prendendosi in carico il problema con la disponibilità al sacrificio, alla rinuncia e alla privazione.

Ad esempio Greta Thunberg, la giovane svedese famosa per i suoi scioperi settimanali seduta accanto al cartello con la scritta “Skolstrejk För Klimatet” (Sciopero degli alunni in favore del clima) e oggi icona dei media, partecipando nel 2018 alla Conferenza delle Nazioni Unite sul clima di Katowice, nel discorso che fece, senza giri di parole, invitò i rappresentanti mondiali ad assumersi la responsabilità di lottare per i cambiamenti climatici e ad agire senza perdere tempo. Ma gli impegni, i doveri e le responsabilità che devono assumersi le nuove generazioni, dove sono?

Come dare torto in proposito al famoso commentatore politico australiano Andrew Bolt: «le vostre lezioni sono tutte fatte al computer; avete un televisore in ogni stanza; passate tutta la giornata a usare mezzi elettronici; invece di camminare a scuola prendete una flotta di mezzi privati, siete i maggiori consumatori di beni di consumo di tutta la storia, la vostra protesta è pubblicizzata con mezzi digitali e elettronici…». E noi quindi aggiungiamo: prima di protestare rinunciate almeno in parte alle vostre agiatezze e comodità… allora sì che diverrete credibili!

Subscribe
Notificami
0 Commenti
Oldest
Newest
Inline Feedbacks
View all comments