La neo senatrice Mennuni: “I valori in cui credo sono stati sempre al centro della mia azione politica”

La neo senatrice Mennuni: “I valori in cui credo sono stati sempre al centro della mia azione politica”

di Gian Piero Bonfanti

LA SENATRICE CATTOLICA LAVINIA MENNUNI: “E’ DIFFICILE DIALOGARE CON CHI HA IDEE PROFONDAMENTE DIVERSE DAI NOSTRI VALORI NON NEGOZIABILI

Lavinia Mennuni, classe 1976, neo eletta senatrice di Fratelli d’Italia nel collegio di Roma, avvocato, madre di tre figli, con doppia nazionalità, italiana e britannica (è nata a Southampton), è impegnata in politica da molti anni. La sua carriera vanta una lunga militanza sul territorio come consigliere comunale e spesso si è distinta per le sue iniziative ed i rapporti che ha saputo tessere tra politica e mondo cattolico.

Potrebbe dirci come ci si sente dopo aver gareggiato e vinto una competizione politica con due concorrenti come Emma Bonino e Carlo Calenda?

La soddisfazione per avere vinto in un collegio difficilissimo per il centrodestra e di aver battuto due leader come Bonino e Calenda è notevole come è forte il senso di responsabilità che deriva dalla grande fiducia attribuitaci. Uno degli elementi cardine di questa campagna elettorale è stato il radicamento che contraddistingue Fratelli d’Italia costruito in molti anni da chi si è sempre impegnato nel portare avanti programmi e idee con coerenza.

Pensa che la sua lunga carriera sul territorio potrà aiutarla in questo nuovo incarico da Senatrice della Repubblica Italiana? In che modo?

L’esperienza maturata nei consessi amministrativo locale, prima in Municipio e poi in Comune, mi ha agevolata anche nella competizione elettorale. Abbiamo unito agli incontri con categorie e associazioni il classico porta a porta. La capacità di ascolto e di sintesi tra le diverse esigenze, maturata nei 25 anni di esperienza politica che ho svolto in ambito amministrativo, credo sarà preziosa nella attività che svolgerò in Senato.

La linea degli ultimi governi è sempre stata favorevole a posizioni definite “pro-choice”. In lei invece identifichiamo una figura “pro-life”, a favore della vita. Crede di poter riuscire a continuare in questa direzione svolgendo il suo nuovo incarico?

I valori in cui credo sono stati sempre al centro della mia azione politica. Anche quando sarebbe potuto risultare scomodo o controproducente. San Giovanni Paolo II esortò i credenti a non avere paura. A maggior ragione nella ricerca del bene comune dobbiamo avere il coraggio di compiere scelte forti per offrire il meglio all’Italia.

In queste ultime elezioni abbiamo visto diversi cristiani a favore della vita impegnarsi per entrare nella nuova maggioranza di governo. Crede che sia aumentata la consapevolezza della sola classe politica oppure ritiene che ci sia una controtendenza popolare che si sta rendendo conto della necessità valoriale del nostro Paese?

Ho avvertito segnali importanti di risveglio nel corpo elettorale e in segmenti significativi della società. Penso che molte persone abbiano raggiunto la consapevolezza di essere di fronte ad un momento decisivo per le sorti dell’Italia e per il futuro dei nostri figli. Crediamo che il declino non sia un destino e l’impegno sarà assoluto per tornare a crescere anche e soprattutto spiritualmente.

Crede che nel nuovo assetto di governo si possano sviluppare sinergie con i vari parlamentari del centro-destra in favore della famiglia? In che modo?

Ritengo assolutamente auspicabile una attiva e proficua sinergia tra i parlamentari che hanno una stessa visione valoriale. Da tempo la famiglia è sotto attacco, l’Italia ha una natalità tra le più basse d’Europa; ritengo necessario lavorare per invertire questo crinale con proposte immediate e concrete.

Ricordiamo che nel suo anno di nascita, il 1976, il Partito Radicale si presentò per la prima volta alle elezioni politiche ed Emma Bonino, allora capolista alla Camera in molte circoscrizioni, venne eletta a soli 28 anni con Marco Pannella, Mauro Mellini e Adele Faccio. Queste personalità hanno rappresentato sino ad oggi ciò che il mondo pro-life sta combattendo con riferimento ai temi etici. Lei pensa ci possa essere comunque una collaborazione ed un dialogo con coloro che ha battuto in queste elezioni?

Abbiamo valori profondamente diversi dalla sinistra e in particolare dalla sinistra che si riconosce in quello che è stato il partito radicale. La tutela della vita fin dal concepimento, il diritto dei bambini ad avere una mamma e un papà, il contrasto ad ogni forma di droga e al relativismo, l’attenzione per la famiglia e la natalità sono valori che considero non negoziabili. Poi vi è l’idea di Europa e del rapporto che debba legare la politica e l’economia, anch’essi temi su cui non è facile trovare convergenze, fermo restando che l’arte della politica è il dialogo.

Come sono i rapporti con Carlo Calenda?

Calenda ha perseguito il tentativo di creare un centro che guarda a sinistra e che tornerà a sinistra. In queste elezioni gli elettori non hanno creduto al suo terzo polo, e anche nel collegio dove eravamo avversari e in particolare nei Municipi 1 e 2, da dove entrambi proveniamo, gli elettori hanno premiato la nostra coerenza e il nostro progetto.

Come vede il periodo con il quale si sta aprendo la XIX legislatura repubblicana?

Ci aspetta un momento molto complicato. E non solo per l’attuale congiuntura internazionale e le conseguenti emergenze economiche. Dobbiamo assolutamente invertire il declino della nostra nazione così come è necessario adottare ogni utile provvedimento a tutela della famiglia e della vita, con particolare attenzione ai giovani. Ci aspetta un duro lavoro per assicurare un futuro diverso all’Italia. Abbiamo le competenze e idee molto chiare per realizzare il programma di governo. Ma abbiamo anche la necessità di avere il supporto e il sostegno di tutte le persone di buona volontà. Mai come questa volta perché il male prevalga è sufficiente che i buoni rinuncino all’azione. L’invito è quello di unire intelligenze, energie e volontà per fare bene e vincere questa buona battaglia.

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