Gli imprenditori spagnoli: “se i giovani non fanno figli arriverà presto il deserto demografico”

di Angelica La Rosa

IL VICEPRESIDENTE DELLA CONFEDERAZIONE SPAGNOLA DELLE ORGANIZZAZIONI IMPRENDITORIALI GONZÁLEZ DE LARA: “DOBBIAMO TRASMETTERE AI GIOVANI L’IDEA DI UN DOVERE DI CONTRIBUIRE ALLA SOCIETÀ FACENDO FIGLI

Il vicepresidente della Confederazione spagnola delle organizzazioni imprenditoriali (Confederación Española de Organizaciones Empresariales, l’acronimo è CEOE) Javier González de Lara ha fatto parlare di sé per un intervento pubblico in cui ha lanciato un convincente appello alle autorità a porre un freno alla denatalità. Il dirigente dell’organizzazione che, in Italia, equivarrebbe alla Confidustria, ha sostenuto infatti che se i giovani continueranno a non fare figli la Spagna cadrà presto in un vero e proprio “deserto demografico“.

González de Lara ha chiesto di trasmettere pedagogicamente ai giovani l’idea di contribuire con i loro sforzi alla società facendo figli.

Per il noto avvocato e imprenditore il basso tasso di natalità in Spagna è dovuto, in parte, alla scarsa consapevolezza sociale che esiste tra la popolazione riguardo agli effetti che ciò potrebbe avere in futuro, nonché al poco stimolo pubblico esistente da parte delle amministrazioni nazionali e locali.

Nel 2021 sono state registrate infatti nel Paese solo 338.532 nascite, il numero più basso da quando sono iniziate le statistiche pubbliche nazionali nel 1941.

Per il vicepresidente della CEOE “la demografia è un fattore chiave per la competitività e la strategia di un Paese“, basti pensare all’esempio della Cina che, dopo anni di controllo delle nascite, ora le incentiva con significative politiche natalistiche.

Dobbiamo fare quel passo, più consapevolezza pubblica, maggiore consapevolezza amministrativa con bonus, agevolazioni fiscali e maggiore consapevolezza sociale. Naturalmente è  necessario agire con determinate politiche per cambiare le tendenze, ma non è proprio necessario collegare la natalità con la competitività. I paesi nordici hanno una popolazione piccola e sono produttivi, e altri paesi come il Terzo Mondo che hanno un tasso di natalità enorme e un basso livello di produttività“, ha concluso González de Lara.

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