Il rapporto con Dio richiede totale disponibilità

di don Ruggero Gorletti

COMMENTO AL VANGELO DI MARTEDÌ 8 NOVEMBRE 2022

Dal vangelo secondo san Luca (17, 7-10)

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: «Vieni subito e mettiti a tavola»? Non gli dirà piuttosto: «Prepara da mangiare, stringiti le vesti ai fianchi e servimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu»? Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti? Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: «Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare».

COMMENTO

Il brano di Vangelo che abbiamo appena ascoltato non ci vuole parlare di Dio, ci vuole parlare di noi. Infatti Dio è paragonato ad un padrone dispotico e maleducato, che non ha alcun riguardo nei confronti dei suoi collaboratori. Il paragone con Dio non regge, non è questo il senso della parabola. Il brano vuole parlarci di noi. Non quindi del comportamento di Dio verso l’uomo ma di quello dell’uomo verso Dio. E il messaggio sembra essere questo: il rapporto con Dio non è un contratto, ma richiede totale disponibilità. Talvolta molti che pensano di servire Dio lo fanno con questo spirito: «io ti obbedisco, tu mi devi un premio». Non è questo il modo di servire il Signore! Chi serve il Signore lo deve fare con uno spirito di totale disponibilità, sapendo che siamo inutili, perché Dio avrebbe potuto fare benissimo a meno del nostro aiuto, e che non dobbiamo pretendere alcuna ricompensa per il nostro lavoro, anche se in realtà sappiamo che la ricompensa non mancherà e sarà molto maggiore di quello che immaginiamo.

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