Vigilare significa stare attenti che i nostri pensieri e comportamenti non ci allontanino dal Signore

di don Ruggero Gorletti

COMMENTO AL VANGELO DI SABATO 26 NOVEMBRE 2022

Dal vangelo secondo san Luca (21, 34-36)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra.
Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere e di comparire davanti al Figlio dell’uomo». 

COMMENTO

In questo brano il Signore ci spiega cosa significhi la parola «vigilare», termine che Egli spesso utilizza, specialmente in questi giorni che ci accompagnano all’Avvento. Vigilare significa stare attenti, fare attenzione che i nostri comportamenti e i nostri pensieri non rendano pesante il nostro cuore e non ci allontanino dal Signore, fonte della pace e della gioia. Non ci dice di rinunciare a vivere, non ci dice di non avere reazioni normali ai pensieri del vivere. Ci chiede di non lasciarsi andare a comportamenti sbagliati («dissipazioni, ubriachezze») e di non dare eccessiva importanza ai pensieri e alle preoccupazioni dell’esistenza («affanni della vita»). Queste cose inevitabilmente ci allontanano dal Signore, e ci rovinano la vita, non solo la vita eterna, ma anche questa esistenza terrena, che viene resa più pesante, più triste quando il cuore si allontana da Dio. Per questo ci chiede di stare attenti, e ci ricorda di pregare con continuità, perché se non restiamo legati a Lui con la preghiera diventa impossibile sfuggire alle seduzioni e agli inganni di colui che vuole rovinarci la vita, quella futura ma anche quella presente.

“Foto: Pixabay”

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