Il linguaggio gender mina la libertà religiosa e accademica

di Angelica La Rosa

TEOLOGI CATTOLICI E PROTESTANTI TEDESCHI CONTRO L’IMPOSIZIONE DEL LINGUAGGIO GENDER NELLA FORMAZIONE TEOLOGICA

In Germania tredici teologi e professori di vari collegi e università cattoliche e protestanti hanno criticato il crescente obbligo di utilizzare il linguaggio di genere in teologia. In un dossier di 12 pagine, pubblicato nell’ultimo numero della rivista «Auftrag und Wahrheit. Ökumenische Quartalsschrift für Predigt Liturgie und Theologie» di Bonn, si oppongono “alla coercizione attuata per usare il cosiddetto linguaggio equo di genere negli istituti di formazione teologica”.

Questi professori, tutor privati ​​e altri teologi invocano la libertà dell’uso del linguaggio e la libertà didattica per opporsi alla “pianificazione linguistica su larga scala” che cerca di provocare un cambiamento linguistico artificiale “intervenendo nella struttura evoluta del tedesco, che non può essere paragonata con i consueti processi di cambiamento che sono sostenuti e promossi da ampi ambienti della comunità linguistica”.

Secondo i teologi cattolici e protestanti tedeschi, che si oppongono all’imposizione del linguaggio di genere nella formazione teologica, “anche nell’istruzione superiore c’è una crescente coercizione all’uso di un linguaggio” gender. “La coercizione ad usare una certa lingua presuppone fondamentalmente una lesione della libertà accademica sia degli insegnanti che degli studenti. (…) Pertanto, ogni pressione ad usare un linguaggio appropriato all’ideologia di genere è un’offesa che deve essere contrastata in nome della libertà accademica, ma anche nell’interesse della teologia”.

Nella sua prima parte, il dossier offre un’esauriente confutazione delle preoccupazioni sul concetto di “linguaggio equo di genere”. Presenta anche “opuscoli” sull’uso del linguaggio di genere che circolano negli istituti di formazione teologica. Questi sono confutati argomentativamente e non solo teoricamente. Le altre due parti dell'”Obiezione” si concentrano principalmente sulle preoccupazioni per una conversazione accademica libera da ipocrisia e sulla necessità che la teologia sia orientata verso il linguaggio comune delle persone.

Alla luce delle attuali condizioni del mondo accademico, questo coraggioso contributo è pubblicato nel numero corrente della rivista internazionale “Auftrag und Wahrheit” che è un trimestrale ecumenico la predicazione, la liturgia e la teologia, guidato, tra gli altri, dal cardinale Gerhard Müller, dal metropolita ortodosso rumeno Serafim di Germania, Centro e Nord Europa, dal vicepresidente della Conferenza internazionale delle comunità confessanti Andreas Späth, dal filosofo Harald Seubert e dalla teologa Barbara Stuhlmeyer.

La rivista, fondata nel 2021 dal teologo protestante bavarese Prof. hc Dr. Jürgen Henkel (Selb), rifiuta esplicitamente, nella sua linea editoriale, il linguaggio di genere, preferendo “il tedesco classico, secondo gli standard della grammatica esistente”.

In qualità di caporedattore, Henkel sottolinea nel suo editoriale di questo numero che “una piccola minoranza cerca da tempo di imporre le proprie idee alla stragrande maggioranza della popolazione, massicciamente sostenuta dai media e dai corrispondenti moltiplicatori in politica e nella sfera pre-politica, oltre che nelle università. Dato che la teologia – come la filosofia – è una scienza particolarmente sensibile quando si tratta di linguaggio, riteniamo utile dare voce a questa forte contraddizione nella nostra rivista”.

 

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