Giovanni il Battista racconta cose reali, non frottole o fantasie!

di don Ruggero Gorletti

COMMENTO AL VANGELO DI DOMENICA 15 GENNAIO 2023 – II domenica per annum

Dal vangelo secondo Giovanni 1,29-34

In quel tempo, Giovanni, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: «Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! Egli è colui del quale ho detto: “Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me”. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell’acqua, perché egli fosse manifestato a Israele». Giovanni testimoniò dicendo: «Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell’acqua mi disse: “Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo”. E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio». 

COMMENTO

Il brano di vangelo di oggi è centrato sulla testimonianza di Giovanni il Battista. Sottolinea il fatto che Giovanni non racconta sue impressioni, sue esperienze spirituali, ma cose reali che ha visto: ha visto Gesù venire verso di lui, ha contemplato lo Spirito Santo scendere su Gesù, sotto forma di colomba, in occasione del battesimo di Gesù, e ha visto e ha testimoniato che Gesù è il Figlio di Dio. Giovanni racconta cose reali, non frottole, fantasie.

Giovanni Battista non solo ha visto, ma ha anche capito chi è veramente Gesù. Il Battista, pieno di Spirito Santo sin dal seno materno (ricordiamo l’episodio della Visitazione di Maria Vergine a Sant’Elisabetta), ha capito la vera natura di Gesù: è il Figlio di Dio, generato e non creato della stessa sostanza del Padre che ha assunto la nostra natura umana, ma non ha mai smesso di essere Dio. Infatti dice: «dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me», cioè Gesù temporalmente è arrivato dopo il Battista (ricordiamo che Gesù è nato sei mesi dopo di lui e ha iniziato la sua vita pubblica quando Giovanni già battezzava), in questo senso è «dopo di me», è «avanti a me», perché Gesù è la guida, Giovanni, pur essendo il precursore, non perde la sua caratteristica di discepolo, che come tale deve seguire il maestro; infine «era prima di me» perché Gesù è la persona divina del Figlio, generato della stessa sostanza del Padre prima di tutti i secoli, che ha poi assunto la natura di uomo nel grembo della Vergine Maria. Giovanni Battista è invece un uomo come tutti, per questo Gesù esisteva, come persona divina, prima che Giovanni fosse generato dai suoi genitori. 

Giovanni ci testimonia anche di avere visto lo Spirito Santo scendere su Gesù in forma di colomba, in occasione del battesimo, e all’inizio del brano si dice che, dopo aver visto Gesù venire verso di lui, lo riconosce come l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo. Cosa significa questa definizione? Perché «agnello»? L’agnello era la vittima innocente che, nel culto ebraico, veniva sacrificata per espiare i peccati di altri. E Gesù ha fatto lo stesso: Egli, innocente che mai aveva conosciuto il peccato, è stato appeso alla croce, condannato per espiare i peccati di altri, cioè i peccati di noi tutti. 

Ed è anche significativo che il Battista non dica: «ecco l’agnello di Dio che toglie i peccati del mondo», ma parli di «peccato del mondo», al singolare. Perché questo? Cosa significa? Significa che il Battista non pensa solo ai peccati, ai singoli peccati di ciascuno di noi, ma che allude all’origine, alla radice di ogni peccato, al male, a Satana. Gesù è venuto non solo per espiare i singoli peccati di ogni uomo, ma per togliere di mezzo la radice del male.  

Giovanni Battista, con linguaggio figurato, ci parla della natura di Gesù, vero Dio e vero uomo, e del motivo per cui è venuto in questo mondo, cioè espiare i nostri peccati e distruggere il male e la morte. E l’Evangelista, sottolineando il fatto che il Battista è testimone oculare, ci dice che tutte queste cose non sono fantasie, pensieri strani di chi non ha nulla da fare in questa vita, ma sono verità reali, con le quali dobbiamo fare i conti, se non vogliamo perdere l’appuntamento con il Signore che vuole darci la pace e la gioia, e vuole darcele per sempre.

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