Il controverso mondo delle Ong

Il controverso mondo delle Ong

di Pietro Licciardi

COSA SONO, COSA LE MUOVE, SONO TUTTE ORGANIZZAZIONI BENEMERITE? INTERVISTA ALLA PROFESSORESSA ANNA BONO

Probabilmente tutti hanno sentito parlare delle Ong, in occasione di guerre e calamità naturali. Qui in Italia sono spesso citate nei telegiornali perché sono loro ad armare e gestire le navi che scaricano clandestini a getto continuo nei nostri porti. Ma cosa sono le Organizzazioni non governative? Cosa le muove? Sono tutte organizzazioni benemerite? Lo abbiamo chiesto alla professoressa Anna Bono, che le Ong le conosce molto bene e ne ha parlato in parecchi degli oltre 2.300 articoli, saggi, libri scientifici e divulgativi che ha pubblicato fino ad oggi.

Professoressa, ci spieghi cosa sono le Ong

«Si tratta di organismi che non dipendono e non sono emanazione di governi ma sono create e gestite da privati. Questo non significa che non abbiano rapporto con governi o istituzioni internazionali, come l’Onu, dai quali possono anche ottenere dei finanziamenti. Esse, almeno nelle intenzioni, nascono come organismi non alternativi ma complementari ai governi»

Le Ong sono organizzazioni sempre benemerite? Perché ogni tanto saltano fuori scandali in cui sono coinvolte. Quelli forse più noti ad esempio hanno riguardato le operazioni di salvataggio in mare di clandestini

«Nelle intenzioni si e loro stesse affermano di agire in ogni ambito in cui sono presenti per il bene. Il guaio è che le Ong pretendono di conoscere le cause di un determinato problema e di sapere come risolverlo, Ma non sempre questo è vero e comunque spesso si crea questa situazione: siccome le Ong per definizione agiscono per il bene guai chiedere conto del loro operato e criticarle e ciò rende difficile il rapporto con certe Organizzazioni non governative. Ad esempio quelle che raccolgono in mare i migranti illegali, in quanto il loro presupposto è che i migranti abbiano tutti i diritti di raggiungere illegalmente la meta che desiderano quando invece qualunque governo al mondo obietta che entrare illegalmente in un Pese è reato e che suo dovere costituzionale è fare in modo che questo non succeda. Oppure pensiamo alle Ong convinte che a causare il riscaldamento globale sia l’attività dell’uomo e pretendendo certe soluzioni, magari anche avvalendosi del parere di certi scienziati, ma ignorando del tutto i molti altri i quali sostengono che il riscaldamento, se c’è, ha cause del tutto naturali e che certe politiche drastiche rischiano di creare danni all’uomo e all’ambiente molto maggiori»

Anche le Ong dunque sono preda delle ideologie?

«Non c’è dubbio che l’ideologia entra molto nelle scelte di parecchie Organizzazioni non governative ma l’ideologia spesso non tiene conto dei fatti e questo è un problema che si è ampliato negli ultimi venti anni. La maggior parte delle Ong si occupano di persone e quando a governare l’azione sono le ideologie a farne le spese sono proprio le persone»

Come mai le Ong sono diventate ideologiche?

«Il processo è cominciato negli anni Novanta e una grossa responsabilità ce l’hanno avuta le Nazioni unite. Ad un certo punto le Ong non solo sono state presentate come benemerite ma anche come più trasparenti, oneste e di buona volontà dei governi. Soprattutto Kofi Annan durante il suo mandato di segretario generale dell’Onu ha dato loro moltissimo credito chiamandole a partecipare a progetti anche importanti e dando a migliaia di Ong un ruolo consultivo. Egli in patica ha mostrato le Ong come l’espressione più “buona” della popolazione, in antitesi ai governi presentati sostanzialmente in maniera negativa. Questo può essere vero riguardo certi governi ma presentare una Ong che è espressione soltanto di un gruppo di persone delegittimando un governo che è espressione di una intera nazione è quantomeno discutibile. Ci sono governi certamente poco democratici e perfino corrotti ma non si può fare di tutta l’erba un fascio, E comunque questo ha dato alle Organizzazioni non governative un potere che prima non avevano»

Talvolta certe Organizzazioni non governative mandano in missione proprio personale in paesi poveri dove conducono una vita da nababbi, alloggiati in hotel di lusso. Questo rischia di dare una immagine sbagliata dell’Occidente, che diventa una sorta di Eldorado verso il quale si dirige l’emigrazione massiccia di persone che si creano aspettative del tutto sbagliate. Senza parlare del fatto che chi dona soldi alle Ong vorrebbe che questi venissero spesi soprattutto per soccorrere le persone. Cosa ne pensa?

«In effetti le Ong, ma anche le agenzie umanitarie che si occupano di emergenze nel mondo, contribuiscono a dare l’impressone che i luoghi da dove arrivano siano così ricchi e prosperi da potersi permettere di soccorrere all’infinito chi si trova in difficoltà per guerre o altro. Precisiamo che chi lavora sul serio in situazioni critiche è giusto viva in quei luoghi al meglio possibile, perché così operano meglio. Tuttavia i funzionari di grosse organizzazioni, che dispongono di capitali ingenti, possono talvolta abusarne. Comunque è vero che tutto questo può dare l’impressione che ci sia una parte del mondo in cui vi è talmente benessere che basta arrivarci per poterne usufruire. Inoltre si, c’è anche il caso, per le Ong più grandi, che la maggior parte dei soldi ricevuti in sovvenzioni e donazioni se ne vada per la gestione amministrativa e che di questo qualcuno ne approfitti, fino ad arrivare a certi scandali come quello del Qatar-gate, su cui si sta ancora indagando, dove è già emerso che certe Ong servivano a riciclare denaro. Ci sono scandali pure peggiori, anche se non voglio dare l’impressione che tutto il mondo delle Ong sia da criticare. Uno dei più clamorosi, di carattere sessuale, ha coinvolto persino Medici senza frontiere e Oxfam e purtroppo spesso si viene a conoscenza di personale che approfitta del proprio ruolo per ottenere favori in cambio degli aiuti o ricattare i più fragili, come donne e perfino bambini. Ma ciò che maggiormente dispiace è che più di una volta i responsabili non vengono licenziati ma solo sospesi o traferiti, gettando una ulteriore ombra soprattutto su certe organizzazioni che si considerano al di sopra di tutto».

Dopo tutto quello che abbiamo detto sembra che quello delle Ong non è un gran mondo, ma sappiamo che non è così. Per concludere: in che modo è possibile, se è possibile, distinguere per così dire il grano dalla gramigna?

«Non è facile. Nei confronti delle grandi organizzazioni c’è un certo pregiudizio ma anche le piccolissime possono approfittarsi di chi dona del denaro. La cosa migliore è che ci siano dei seri controlli da parte di chi ha la facoltà di farlo.

Allora alla luce di questo vogliamo chiudere invitando a donare ai missionari cattolici, che degli aiuti fanno sempre un buon uso e con i bisognosi ci vivono, non solo per il tempo necessario a chiudere un progetto.

«Bravissimo. Non mi viene in mente un caso di missionari che abbiano deluso. Per mia esperienza diretta, quando ero in Kenia, ricordo che agivano per il meglio e quello che ricevevano lo utilizzavano. Molti risiedono in zone di guerra o in altri contesti pericolosissimi dove non di rado restano uccisi o gravemente feriti. In ogni caso neppure un euro va sprecato»

Qui il video con intervista integrale:

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