L’unico vero segno che oggi può salvare la nostra generazione

L’unico vero segno che oggi può salvare la nostra generazione

di Giuliva di Berardino

L’UNICO SEGNO CHE IL SIGNORE PROMETTE È “IL SEGNO DI GIONA

Come Giona fu un segno per quelli di Ninive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione”. L’unico segno che il Signore oggi promette attraverso la proclamazione di questo vangelo è “il segno di Giona”, perché la fede non proviene da segni straordinari, ma dalla potenza della salvezza che Gesù ci ha offerto attraverso il dono della sua vita, sulla croce. Questo il vero segno che incide la nostra vita e la marchia col sigillo dell’amore di Dio.

Questo è il segno che Gesù oggi ci invita ad attendere, a desiderare e ad accogliere, non i segni che vogliamo noi! Non i segni che cerchiamo noi, segni di una “generazione malvagia”, ma il “segno di Giona”: il vero segno della nostra felicità. E come Giona, il profeta inviato da Dio a Ninive per predicare un tempo di penitenza che sarebbe durato  40 giorni, è stato il grande segno che ha salvato la città di Ninive, il Figlio dell’uomo, che dona la sua vita per amore sulla croce, è l’unico vero segno che oggi può salvare la nostra generazione. Il profeta Giona è un uomo come tutti, tanto che pensando di non essere ascoltato, più volte aveva rifiutato o aggirato la chiamata del Signore, finché poi, con suo grande stupore, quando finalmente si reca a Ninive, soltanto aver detto la  frase: “Ancora 40 giorni e Ninive sarà distrutta” salvò la città. Tutti, dal re fino all’ultimo abitante di Ninive, fecero penitenza, e Dio non distrusse la città. Fanno penitenza e si salvano i Niniviti, che obbediscono al profeta, ma fa penitenza e si salva anche il profeta, che finalmente obbedisce a Dio! Si salvano sia Giona, sia gli abitanti di Ninive, perché tutti sono stati capaci di abbandonare i loro progetti personali per aderire al desiderio di Dio, quello che tutti potessero accogliere una relazione più vera e profonda con Lui. Ecco, dunque, ciò che il Vangelo oggi ci vuole trasmettere: il grande valore della penitenza. Essa non è una semplice pratica esterna di rinuncia e di mortificazione, ma il segno del nostro desiderio di felicità che incontra quello di Dio di salvarci dal male. Se ci facciamo caso, molto spesso, siamo capaci di rinunciare ai nostri piaceri, solo se amiamo qualcuno e desideriamo la sua felicità più della nostra. Ora, se amassimo davvero Dio Padre, saremmo costantemente in atteggiamento di rinuncia a noi stessi, ai nostri comodi, perché ci renderemmo conto che la nostra vera felicità è quella di essere fedeli a Lui. Ma noi non amiamo mai abbastanza Dio, perciò abbiamo bisogno di una Quaresima! Quante volte che non siamo stati obbedienti alla voce dello Spirito Santo in noi? Quante volte abbiamo preferito tacere, cadendo in facili compromessi col male, piuttosto che denunciare il male? Quante volte abbiamo permesso che le nostre coscienze si assopissero e soccombano al male, così che non si sveglino all’opera della grazia? Quante volte abbiamo ascoltato il male lasciando diffondere intorno a noi le tenebre del dubbio e del peccato, senza portare la luce della vita di Dio che respira in noi? Ecco, dunque, lo Spirito Santo ci aiuti oggi a chiedere il dono del pentimento e della conversione, per essere liberati e purificati da ogni iniquità, da ogni disordine interiore, da ogni dubbio e da ogni violenza. Restiamo davanti a Dio, adesso, per pochi istanti, e cantiamo questa preghiera di pentimento tratta dal salmo 51, di Davide “Pietà di me, o Dio, secondo la tua misericordia; nel tuo immenso amore, cancella il mio peccato”.

Buona giornata con il Vangelo del giorno (Lc 11,29-32):

In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire: «Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione. Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone. Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona».

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