Una priorità da considerare per entrare nel Regno dei Cieli (nella giustizia di Dio)

Una priorità da considerare per entrare nel Regno dei Cieli (nella giustizia di Dio)

di Giuliva di Berardino

ESISTE UNA GIUSTIZIA PIÙ PROFONDA DEL COMANDAMENTO “NON UCCIDERE”, CHE È QUELLA CHE FONDA LA GIUSTIZIA TRA GLI UOMINI: LA FRATERNITÀ

Il Vangelo di oggi ci mette davanti a una priorità da considerare per entrare nel regno dei cieli e quindi nella giustizia di Dio, che è ben diversa dalla giustizia degli uomini. Esiste una giustizia più profonda del comandamento “non uccidere”, che è quella che fonda la giustizia tra gli uomini: la fraternità. E’ come se Gesù ci dicesse che prima di lasciarsi prendere dall’ira, ma anche prima di presentare l’offerta all’altare, è necessario riconciliarsi con i fratelli. Il ricordo del fratello e della mia situazione rispetto a lui è decisivo per vivere in pienezza la vera giustizia e presentarsi davanti a Dio nella verità. Essere fratelli tra noi è compiere la giustizia di Dio che realizza la pace. Essere costruttori della pace per il bene di tutti, non è un ideale che parte da teorie astratte, ma uno stile, un modo di essere, che parte dalla vita.

La pace è l’ambiente proprio di ogni relazionalità, di ogni apertura benevola verso l’altro: senza fraternità non c’è pace, non c’è Dio. Oggi in questo testo del Vangelo, impariamo quanto sia importante presentarsi davanti a Dio con coscienza pura, intenzione retta, perché gli esseri umani possano sempre più venirsi incontro, aiutarsi come fratelli a ricominciare quando hanno sbagliato. Quando diamo all’altro che ci ha offeso, la possibilità di riconciliarsi, di fatto pratichiamo la giustizia, eliminiamo i risentimenti o i cattivi pensieri che possono sorgere verso gli altri e ci apriamo alla vera preghiera di offerta all’altare del Signore. Per vivere in pace è necessario pregare, ma oggi Gesù ci dice che è importante pregare con un cuore rappacificato e puro, libero da rancori e risentimenti.

La vera priorità, stando alle parole di Gesù, quella che viene prima della preghiera e dell’offerta, è il saper sentire l’altro come un fratello. “se ti accorgi che un tuo fratello ha qualcosa contro di te, lascia la tua offerta sull’altare e và a riconciliarti con tuo fratello”. Se solo, in questo giorno, prendessimo un piccolo tempo per metterci davanti alla nostra coscienza, forse ci accorgeremo che in qualche occasione perfino le nostre pratiche religiose possono essere state delle fughe che ci hanno allontanato dalla vera pace. E’ importante esserne coscienti, perché la pace è sempre impegno di riconciliazione e, quindi, di rinuncia di sé. Per questo, come ci fa notare Gesù, mentre noi costruiamo pace intorno a noi, la stessa pace ci ricostruisce e ci rinnova. Seguiamo, dunque, l’invito di Gesù: andiamo a cercare i nostri fratelli e riconciliamoci con loro e con Dio. Se faremo così avremo contribuito a portare pace in noi e intorno a noi. Allora sì che la nostra preghiera avrà efficacia e oggi potremmo pregare e digiunare, come ci ha chiesto il papa, per tutti coloro che cercano Dio e che hanno bisogno di pace.

Apriamoci alla fraternità universale, preghiamo per tanti fratelli che vivono in situazioni di guerra e di paura. Non chiudiamoci nella nostra impenetrabile immagine di un Dio giusto che ricompensa solo alcuni. Siamo creati per entrare in relazione, per vivere la fraternità nella pace. Questo ci conceda oggi lo Spirito Santo di capire e di vivere, in questo digiuno quaresimale, fonte di grande grazia per il mondo intero.

Buon secondo venerdì di Quaresima con il Vangelo del giorno (Mt 5, 20-26):

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai”; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinèdrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna. Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono. Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!».

Subscribe
Notificami
0 Commenti
Oldest
Newest
Inline Feedbacks
View all comments