Due comandamenti che non possono stare l’uno senza l’altro

di Giuliva di Berardino

LA LORO SEPARAZIONE GENERA FALSITÀ E IDOLATRIA

Un fariseo chiede a Gesù quale sia il primo, cioè il più importante, dei comandamenti, una domanda che era molto ricorrente nelle scuole rabbiniche al tempo di Gesù. Però, sa domanda poteva essere abbastanza scontata, è la risposta di Gesù non lo era, perché il Maestro, rispondendo, non solo cita due testi molto conosciuti e commentati dagli esegeti di Israele: Deuteronomio 6,4-5 («amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua forza») e Levitico 19,18 («amerai il tuo prossimo come te stesso»), ma non indica un solo comandamento: ne indica due: ama Dio e ama il prossimo. Però, è evidente, si tratta di due comandamenti che non possono stare l’uno senza l’altro, perché la loro separazione genera falsità e idolatria, perché chi dice di servire il prossimo e dimentica Dio diventa schiavo delle proprie idee, dei propri programmi, e perciò non ama ma usa il prossimo, per imporgli la sua visione del mondo, le sue convinzioni. Amare Dio e il prossimo sono l’uno conseguenza dell’altro, ma non sono sullo stesso piano. Solo Dio deve essere amato per Se stesso, e deve essere amato con tutto il nostro essere, infatti notiamo come in questa breve frase la parola «tutto» è riportata ben quattro volte! L’amore per il prossimo, invece, è un amore che coinvolge tutto il nostro essere, ma che ha una misura: l’amore con cui amiamo noi stessi. L’amore diventa comandamento, diventa più precisamente parola significativa che ci fa agire in un certo modo, perché è l’unico modo in cui possiamo davvero realizzare noi stessi in pienezza. Di questo tutti ne facciamo esperienza, per questo quel giorno nessuno più aveva il coraggio di interrogare ancora Gesù.

Di fronte all’amore, all’amore ordinato, cioè così come il Vangelo oggi ce lo annuncia, prima Dio in tutto e poi il prossimo secondo la propria misura, di fronte a un amore così vissuto, cade ogni opposizione e ogni inimicizia. In questo tempo di grazia che è la Quaresima, qualsiasi cosa facciamo, qualsiasi cambiamento cerchiamo di operare in noi, qualsiasi fioretto o offerta che facciamo per essere migliori, ricordiamoci che può essere vero solo nell’autenticità di questo amore che Gesù oggi ci insegna.

Anche noi oggi, come questo scriba, diciamo al nostro cuore: “amare Dio con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocàusti e i sacrifici” e magari anche a noi il Signore donerà la gioia profonda di ricevere le sue dolcissime parole di speranza «Non sei lontano dal regno di Dio». Iniziamo questo giorno con la gioia di questa verità nel cuore e impegniamoci a vivere il comandamento dell’amore.

Buona giornata con il Vangelo di oggi (Mc 12, 28-34)

In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?». Gesù rispose: «Il primo è: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. Il secondo è questo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Non c’è altro comandamento più grande di questi». Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocàusti e i sacrifici». Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.

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