Il dramma superato e la dramma ritrovata

di Angelica La Rosa

ARRIVA IL NUOVO LIBRO STEFANIA PERNA

Il titolo di questo undicesimo libro di Stefania Perna, pare suggerire il superamento di un dramma, complice non solo il titolo (Il dramma superato), ma anche la particolare immagine di copertina: una figura femminile che si affaccia sull’uscio di una casa. Sembra un ambiente rustico, forse anche di altri tempi.

Avrà perso qualcosa? O l’avrà ritrovata? In effetti l’uscio, la soglia, può sempre essere letta in un duplice modo, può alludere all’uscire o all’entrare. E il pensiero va alle storie di amore, perché, come scrive Ronchi, “l’amore ti insegna il linguaggio della SOGLIA: davanti ad ogni cosa, persona e situazione, puoi sentire che sei davanti ad una soglia, oltre la quale c’è un mondo”.

Si tratta dunque di una storia di amore? La Perna non scrive più libri di spiritualità? No, la Perna, parla e ha sempre parlato di amore! (se è vero, come affermava papa Francesco nell’udienza del 25/01/2023, che “la fede è una stupenda storia d’amore da condividere”).

E infatti, la donna della copertina, sembra affacciarsi sull’uscio, per condividere una grande gioia: come è spiegato nella stessa copertina (nella quarta), altri non è che la protagonista di una nota parabola evangelica, quella della dramma perduta.

“Una donna ‘spazza la casa e cerca attentamente finchè non ritrova (la moneta perduta) … e dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine dicendo: ‘Rallegratevi con me!’ (Luca 15, 8-10). E noi? Cosa può “rallegrare” le nostre giornate? Quale “moneta” di grande valore abbiamo perduto? Dove e come “cercarla attentamente?” Nel nostro quotidiano e nei gesti più comuni (spazzare la casa!), si nasconde un tesoro preziosissimo, la dramma, che può farci superare ogni dramma: infatti nella vita ordinaria e “nelle case, Dio ti sfiora e ti tocca … e nel deserto del sempre uguale, ti imbatti nell’inaudito”. (E. Ronchi)

Come si legge nella prefazione, “l’autrice del libro ci accompagna con la poesia, la sua poesia, originata da alcuni brani della sacra Scrittura e arricchita da meditazioni provenienti da personaggi di elevata spiritualità. Si evincono meravigliosi intrecci tra Parola di Cristo, poemi esistenziali della scrittrice e pensieri di vita interiore di santi, di uomini e di donne che nella vita hanno incontrato l’Eterno. Tre P (Parola, poemi, pensieri) per superare il dramma di un impoverimento interiore e recuperare la perla preziosa, la dramma che nel frattempo pareva perduta… In sessantadue frammenti tematici si snodano motivazioni, provocazioni, riflessioni, sollecitazioni, ispirazioni accanto a sensazioni di scoraggiamento, impedimenti, precipitazioni, disincentivazioni e repulsioni. Essi presentano ogni aspetto della vita quotidiana, sono come schegge di una umanità persa, sola, scorretta, scomposta, morente, sdegnata, nuda, delusa, in fuga, in ritardo, che vuole, tuttavia, ritrovarsi accompagnata, leale, unita, viva, serena, coperta, appagata, stabile e puntuale. E tutto ciò, può accadere nella misura in cui si scopre la presenza di Dio nel quotidiano!”.

Come scriveva su Facebook, la Perna vorrebbe che dopo la lettura di questo libro, molti potessero dire “Posso risorgere da ogni mio dramma! Posso dire che IL DRAMMA E’ SUPERATO…perche’ il Signore mi e’ vicino!”. In una intervista, lei stessa spiega che il titolo del libro, era “Il dramma superato e la dramma ritrovata”, proprio perché è quello il tema guida di tutti i brani. Poi ho preferito ridurre il titolo, per semplici motivazioni grafiche, in quanto lasciandolo lungo, andava a coprire la bella immagine di copertina… che tra l’altro è un quadro di una pittrice americana. Appena l’ho visto, ho pensato fosse adattissimo a quello che avevo scritto e mi è piaciuto così tanto, che ho preferito ridurre il titolo…che però è rimasto intero nel primo brano…Recentemente un giornalista diceva che il mio libro, o meglio, la passione con cui scrivo, gli ha fatto ricordare le parole del salmo: “Mi ferve in cuore una parola soave; io dico: «L’opera mia, è per il Re; la mia lingua sarà come la penna di un abile scrittore”…Forse ha esagerato, ma è vero che scrivo con passione… In genere nelle interviste, molti mi chiedono se esiste un collegamento tra il primo e l’ultimo brano, ed ogni volta io stessa scopro che esiste e ne resto meravigliata: perché quando scrivo, non mi propongo una disposizione tematica dei brani, ma li metto così come mi vengono…e invece poi, esiste sempre una relazione tra il primo e l’ultimo!

In questo caso, l’ultimo brano, dal titolo “Quando”, allude in modo delicato al tema della morte, che per un credente diventa momento di incontro con il Padre, non la fine, ma il fine della nostra vita: “In paradiso, tutta la nostra anima sarà presa dalla visione di Dio: anche quaggiù deve avvenire una certa anticipazione della vita celeste… L’uomo che vive quaggiù, trova tutto comune, ordinario, non si meraviglia più: ma per l’anima religiosa, tutto è motivo di risveglio, di interesse, di attenzione, di meraviglia. E tu lascia che il tuo spirito si apra a questo senso di Dio… La fede, rende a noi trasparenti le cose: tutte per noi debbono segno e sacramento di una presenza, messaggio di amore o comunque segno della volontà di Dio a nostro riguardo… Dio non è lontano da noi, Dio viene sempre a noi! È il nome di Dio; lo dice l’Apocalisse: ‘Colui che era, che è, che viene’ (Don Divo Barsotti)”.

La Perna dunque, presenta nel libro varie sue riflessioni, alcune che partono da una frase del Vangelo, altre che prendono spunto direttamente da vicende quotidiane, per poi arricchirle di citazioni di santi, Padri della Chiesa, papi…secondo il suo tipico stile che lascia al lettore tantissimi spunti di libera riflessione personale. Forse veramente, come si legge nelle ultime righe della prefazione, non si può concludere la presentazione di questo libro, “senza aver sottolineato anche lo stile comunicativo di cui la scrittrice si serve per soffermarsi su contenuti tanto ricchi di spiritualità quanto di autentica poesia.

A riguardo, si possono sottolineare alcune espressioni retoriche (“Pace e bene, il bene della pace”; “Buon umore, buon gusto, buon spirito”) che assieme a numerose interrogative dirette (“Come mi conosci?”), a proposizioni esclamative (“Con mio padre!”), e a giochi di significato (‘ancora/anco’ra…tuttavia/tutta la via, disegno/Dio segno etc etc) creano un originalissimo impasto. E davvero, come scrive la Perna nel Te Deum, grazie alla fede, il quotidiano potrebbe essere «dura prosa, ancora per poco.  Poi tutto sarà reso divino. Eterno. Eterna poesia. D’amore».

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