La chiesa tedesca è un terreno fertile per le eresie moderniste e per ogni cedimento al relativismo etico

di Diego Torre

SYNODALE WEG. OVVERO: GERMANIA QUO VADIS?

Tanti si scandalizzano per le posizioni assolutamente apostatiche della chiesa tedesca, la quale dietro la foglia di fico del suo sinodo, il Synodale Weg, continua a promuovere, con i suoi 15 testi approvati, la comunione ai divorziati risposati civilmente, il diaconato femminile, e (perché no?) anche in futuro l’ordinazione sacerdotale delle donne. Si chiede inoltre al Papa di “riesaminare il legame tra la concessione delle ordinazioni e l’impegno al celibato”. Circa la benedizione delle coppie dello stesso sesso, i sacerdoti avranno istruzioni ufficiali e non dovranno temere sanzioni disciplinari (perchè, ce ne sono state?) da parte dei vescovi.

E ciò, nonostante già il 22 febbraio del 2021 un responsum della Congregazione per la dottrina della fede (approvato dal Papa) ricordava che “la Chiesa non dispone, né può disporre, del potere di benedire unioni di persone dello stesso sesso”. Altri richiami di Roma, e dello stesso Papa Francesco, non hanno avuto successo. Il presidente della Conferenza episcopale, mons. Georg Bätzing, il 22 marzo scorso, dopo avere ricordato che dietro il Synodale Weg vi erano 4 anni di lavoro, ha aggiunto in una intervista televisiva sulla benedizione alle coppie omosessuali: “Siamo lieti di discuterne, ma la nostra azione non cambierà”. E: «… deve essere detto che la pratica delle benedizioni esiste e noi vogliamo portarla alla luce» . E se una relazione d’amore tra due persone è cosa buona … «… allora le persone possono effettivamente ricevere la benedizione di Dio, mi pare logico». Ha ricordato inoltre come i vescovi del Belgio abbiano « già implementato questa pratica»; oltre ad avere già adottato un adeguato testo liturgico.

Tanta spavalda sicurezza, più volte ostentata da laici “adulti”, vescovi e cardinali, fa temere una determinazione ad andare fino in fondo nella sfida con Roma; apparentemente fino alla scisma. Ciò si può spiegare con la ricchezza economica della Chiesa tedesca, che le permette di condizionare con il suo sostegno tante altre Chiese nazionali; un bilancio di 6 miliardi di euro annui derivanti dalla Kirchensteuer, la tassa sulle religioni, automaticamente decurtata dalla busta paga dei lavoratori. La chiesa tedesca inoltre è un terreno fertile per le eresie moderniste e per ogni cedimento al relativismo etico; ed i fautori del “rinnovamento” sanno di non trovare in essa grandi resistenze alla loro deriva. Eppure i frutti di tanto cedimento al mondo sono sotto gli occhi di tutti. I dati della stessa Conferenza episcopale tedesca parlano chiaro: nel 2021, 359.338 cattolici hanno dichiarato di non appartenere più alla Chiesa cattolica; un vero record negativo. Nel 2020 se ne erano andati “appena” in 221.390. Il trend è negativo da tantissimo tempo ma mai si era giunti ad un simile crollo.

Ma costoro puntano realmente allo scisma? L’ipotesi più probabile è che vogliano condizionare il sinodo universale della sinodalità, indetto da Papa Francesco per l’autunno prossimo, facendo esplodere le loro “novità” in quel contesto, certi di trovare sostegno fuori dai confini tedeschi.
L’avanguardia di uno schieramento più ampio? Certamente. Quanto la sua azione sarà efficace e penetrante nel corpo della Chiesa dipenderà soprattutto (ma non solo) dalla reazione della Santa Sede.

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