Il giudice che ha incriminato Trump è stato eletto con i soldi di George Soros

Il giudice che ha incriminato Trump è stato eletto con i soldi di George Soros

di John Paul Jones*

UNA CORRISPONDENZA DAGLI STATI UNITI…

Quello che sta succedendo con Trump non è altro che un attacco politico. Trump non è stato arrestato e ci vorrà del tempo per il processo, se mai verrà fatto.

Gli stessi “Democratici”, i politici intendo, sono contro il procedere avverso Trump. Sanno che poi si aprirà una nuova fase e poi toccherà a loro subire quello che sta subendo Trump. Ricordo che il giudice che ha incriminato Trump è stato eletto con i soldi di George Soros. La sua campagna elettorale (del giudice intendo) era solo ed esclusivamente basata sul “metterò in carcere Trump”. Molto grave quando un giudice parla cosi…

Inoltre, come dicono media statunitensi Juan Merchan, il giudice che presiede il procedimento contro Donald Trump a New York, ha donato 35 dollari ai democratici nel 2020, compresi 15 dollari alla campagna di Joe Biden. Questo naturalmente  solleva la questione dell’imparzialita’ del giudice, la cui figlia ha lavorato per la campagna di Kamala Harris, la vice di Biden.

Ma andiamo a vedere i capi di accusa. Ne hanno sollevato 34. Ma non è che si voglia processare Trump per tutti i 34 capi di accusa. Ne hanno sollevato 34 perché se per uno viene assolto allora ecco avanti con il secondo capo di accusa. Non andrà il secondo capo di accusa? Bene, avanti con il terzo fino ad esaurimento dei 34 capi di accusa. Tutte le accuse fatte a Trump a livello federale non stanno in piedi…

Ma allora perché si vuole arrivare a questo punto ? Semplice, i democratici non hanno nessun sostituto per la campagna presidenziale del 2024. Biden è vecchio e ne ha combinate tante. La base non lo vuole più. Si sa che Trump è al massimo dei sondaggi. Ora siamo ad un 60% e sono sondaggi della sinistra che, come potete immaginare, non sono molto teneri nei confronti dei Repubblicani.

Qui negli Stati Uniti su 10 articoli dei media 6 sono o LGBTQA+ o WOKE. Ricordo, tanto per citare un esempio, che presso le accademie militari si tengono corsi LGBT e WOKE. Penso che questo la dica lunga su come vanno le cose.

Naturalmente c’è il risvolto della medaglia quando fa comodo. Ricordate la strage nella scuola Cristiana Presbiteriana di Nashville (in Tennessee)? Non se ne parla più. Sapete perché? A sparare è stata una donna LGBT e, quindi, non bisogna parlarne. Figuriamoci poi se si posso parlare di una scuola Cristiana, un posto “dove si insegnano cose retrograde e senza senso per i nostri tempi”, spiegano i Democratici.

Addirittura qualcuno è arrivato a dire che la colpa di quella tragedia a Nashville non è della tipa LGBT che ha sparato ma della scuola cristiana perché, con i suoi insegnamenti, ha fatto soffrire chi ha sparato. Ricordato il 2016 quando in Florida ci fu uno spaventoso attacco ad una discoteca Gay. Anche lì fu una tragedia con tante vittime. Tutti ne parlarono ma quando si scoprì che lo sparatore era uno gay che frequentava la stessa discoteca subito la notizia era sparita dai media.

Ritornando a Trump, due giorni fa a Chicago una donna si è recata al 29esimo piano dell’Hotel di proprietà del Presidente, armata con un fucile. Prima è stata circondata dalla Polizia poi, quando si è saputo che era una donna, non l’hanno arrestata ma l’hanno portata in ospedale e poi l’hanno rilasciata. Ancora una volta se non è un bianco che spara non bisogna né parlarne né agire nei suoi confronti. E lo stesso dicasi per gli Lgbt. Qui da noi c’è la guerra alla famiglia. Si perché la famiglia è un valore da distruggere. Distruggendo la famiglia si possono ottenere persone sole e facilmente controllabili.

 

* Corrispondente di Informazione Cattolica dagli Stati Uniti

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