Quali sono i doni del risorto?

di Padre Giuseppe Tagliareni*

IL DONO PIÙ BELLO DEL RISORTO È LA SUA PRESENZA EUCARISTICA TRA I SUOI FEDELI, SIA NEL SANTO TABERNACOLO CHE NELLA CELEBRAZIONE DEI DIVINI MISTERI

Gesù morto e risorto è il centro e il fondamento del Cristianesimo. In Lui l’universo si rinnova e trova fine e senso tutta la storia umana. In Lui e per Lui ci vengono elargiti tutti i doni meravigliosi di Dio: la nuova creazione, la restituzione della paternità di Dio, il dono dello Spirito Santo, la stessa presenza viva e nascosta di Cristo tra i suoi fedeli e poi tutti gli altri doni che rendono bella e santa la vita dei veri cristiani: il perdono dei peccati e la pace del cuore; la comunione fraterna nella carità; l’amore, la gioia, la pace; la divina consolazione e la forza della testimonianza fino al martirio.

Tutto questo si incentra, si attua e si irradia a partire dalla presenza eucaristica di Cristo sui nostri altari e nel santo tabernacolo. Gli Atti e le Lettere degli Apostoli fino all’Apocalisse di San Giovanni testimoniano che Gesù è con noi: vivo, vero, potente e vincente. Egli è il Risorto dai morti, il Vincitore della morte e del peccato nel cui Nome viene predicata la conversione e la salvezza a tutte le genti. Gesù è Dio con noi, Colui che viene, l’Alfa e l’Omega della storia, il Signore che sta alla destra di Dio Padre e che presto verrà sulle nubi del cielo per instaurare il Regno di Dio e creare Cieli nuovi e Terra nuova.

Ma quali sono i doni del risorto? Innanzitutto la “nuova creazione”. Essa inizia proprio con Gesù risorto: “il principio, il primogenito di coloro che risuscitano dai morti” (Col 1,18), il primo dei figli di Dio. Egli è uomo come noi in tutto e per tutto, ma nella condizione dei risorti (cfr. 1 Cor 15): con un corpo “spirituale”, non più soggetto alla morte e agli assalti del demonio e dei nemici, vivente di vita divina e immortale, quale voluta da Dio per la Sua creatura prediletta e costituita nella santità. Con la risurrezione di Cristo comincia la nuova creazione e quindi il settimo giorno, il giorno del “riposo di Dio”.

Negli uomini questa meravigliosa vita inizia con la conversione e il perdono del peccati, grazie al Sangue redentore di Cristo. Allora muore il vecchio uomo e nasce il nuovo, fatto ad immagine di Cristo e vivente nella santità e nell’amore (cfr. Ef 4,22-24). Questa nuova creazione si consumerà nei Cieli.

Altro dono di Cristo risorto è la restituzione della paternità di Dio, che era stata perduta a causa del peccato delle origini. Con la sua obbedienza spinta fino alla morte di croce Cristo ha riparato la prima disubbidienza e offerto in sacrificio di espiazione la sua stessa vita, ad esecuzione perfetta dell’antica condanna: “Polvere tu sei e in polvere tornerai” (Gen 3,19). Egli nella felicità della sua risurrezione proclama alla Maddalena la riconquistata paternità divina dicendo: “Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro” (Gv 20,17). Gesù morto e risorto è colui in cui veniamo generati alla vita divina; Egli ci ha restituiti al Padre come figli amati e viventi della sua stessa vita. Questo è il dono supremo, perché da Dio Padre viene tutto: tutta l’esistenza e tutta la felicità. E questo solo Gesù, Verbo fatto carne, Figlio unigenito di Dio e della Vergine Maria, poteva conquistarcelo: “Nessuno viene al Padre se non per mezzo di Me” (Gv 14,6). Ora sì che possiamo dire: “Padre nostro che sei nei cieli”.

Immediatamente connesso a questo è il dono dello Spirito Santo. Il Risorto è colui che dà lo Spirito senza misura ai credenti in Lui, a coloro che si sottomettono a Dio e accettano Gesù nella loro vita. E lo Spirito Santo dà tutti i doni, a cominciare dal perdono dei peccati e dall’infusione della grazia, che è vita divina nell’anima. Proprio la sera di Pasqua, Gesù, apparendo ai suoi chiusi nel cenacolo per paura dei Giudei, alitò su di loro e disse “Ricevete lo Spirito Santo” (Gv 20,22) e diede il potere di assolvere dai peccati e dare la grazia di Dio ai peccatori. Questo si attua ogni volta che ci si accosta con retta intenzione al Sacramento della Misericordia, la santa Confessione.

Ben ha fatto papa Giovanni Paolo II ad accogliere l’istanza di Santa Faustina Kowalska e stabilire la festa della Divina Misericordia subito dopo Pasqua: essa esalta il Cuore misericordioso di Dio da cui promanano quell’acqua e sangue che ci riscattano dal male e ci danno la vera vita.

Gli altri doni dello Spirito sono: amore, gioia, pace e la carità verso tutti, a cominciare dai fratelli nella fede. Nel Nome di Cristo risorto si edifica così la Chiesa, la comunità dei credenti in Lui, dei risorti dalla morte del peccato. Essi vivono una vita nuova, non più sottomessa alla triplice concupiscenza (della carne, degli occhi, della vanagloria), ma orientata decisamente alla gloria di Dio e alla testimonianza del Risorto. Essi si nutrono della Parola di Dio e dell’insegnamento degli Apostoli, di Eucaristia e di unione fraterna, di condivisione e di testimonianza fino al martirio. Come Stefano primo martire e Paolo ardente missionario, essi sono felici di dare la vita per Gesù e non hanno altro scopo che amarlo e farlo amare da tutti, perché tutti possano avere pace e salvezza.

Ma il dono più bello del Risorto è la sua presenza eucaristica tra i suoi fedeli, sia nel santo tabernacolo che nella celebrazione dei divini misteri. La liturgia eucaristica ripresenta nel mistero sacramentale tutta l’opera del Verbo: incarnazione, predicazione, passione, morte, risurrezione, ascensione al cielo, signoria sulla storia e seconda venuta, realizzata in modo incompleto nella santa comunione. Gesù-Eucaristia è il Sole di giustizia i cui raggi benefici danno vita e calore; è la fonte della grazia divina che scende a noi con i Sacramenti; è il centro della comunità dei credenti; è l’Alleanza viva dell’uomo con Dio, da cui scaturisce ogni vittoria contro il male e il Maligno; è il luogo del ristoro per tutte le anime oppresse, afflitte e affamate di verità e di gioia; è il pascolo delle anime amanti di Dio.

La Beata Vergine Maria è la prima testimone di Cristo morto e risorto. È per suo mandato la Madre dei viventi, dei risorti con Cristo, della nuova comunità dei credenti nel suo Nome. La presenza della Vergine Maria accanto a quella di Cristo-Eucaristia non è dono piccolo: la sua maternità divina – dono di grazia eccelsa – si può mettere al fianco della divina paternità e in sua assoluta dipendenza.

Tutto abbiamo ricevuto da Dio Padre nel Figlio Suo Gesù; ma tutto abbiamo ricevuto per mezzo di Maria, la “piena di Grazia”, la Regina delle vittorie e prima Consolatrice di Dio e degli uomini.

La divina consolazione è squisito dono del Risorto per i suoi, diventati tristi come i due discepoli di Emmaus: delusi per le vicende terrene del Messia crocifisso. Gesù risorto si accosta a loro e in breve li fa passare dalla tristezza alla gioia, dal pessimismo all’entusiasmo, dalla paura alla testimonianza aperta dell’azione del Cristo vivente nei loro cuori, riscaldati dall’ azione del suo Spirito mentre spiegava le Scritture. Ebbene, è la Vergine Maria è la prima “consolata” da Dio e nostra Madre, colei che ci fa accostare a Cristo risorto e ci ottiene il dono dello Spirito che ci infonde fuoco e gioia purissima. Per questo è la Madre della divina consolazione.

 

 

 

 

* Padre Giuseppe Tagliareni
(29 luglio 1943 – 25 gennaio 2022),
è il fondatore dell’Opera della Divina Consolazione

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