La bomba atomica e la crisi di coscienza di Julius Robert Oppenheimer

La bomba atomica e la crisi di coscienza di Julius Robert Oppenheimer

di Francesco Bellanti

“IO SONO DIVENTATO LA MORTE, IL DISTRUTTORE DEI MONDI”

Il 22 aprile 1904 nasceva a New York Julius Robert Oppenheimer (morirà a Princeton il 18 febbraio 1967) fisico statunitense di origini ebraico-tedesche. È stato un grande scienziato che deve la sua fama soprattutto alla direzione del Progetto Manhattan nel 1942 che costruì la prima bomba atomica, dove egli dispiegò in pieno le sue grandi doti organizzative e le sue capacità intuitive, circondandosi dei più grandi scienziati e fisici nucleari del mondo, tra i quali il nostro Premio Nobel Enrico Fermi in fuga dall’Italia per le leggi razziali, costituendo un gruppo di ricerca formidabile mai esistito nella storia.

Riconobbe le sue responsabilità nel lancio delle bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki (dove morirono circa 250 mila civili). Dopo Hiroshima disse “I fisici hanno conosciuto il peccato”, mentre nel test americano di venti giorni prima aveva detto, citando il poema e testo sacro indiano Bhagavadgītā, “Io sono diventato la Morte, il distruttore dei mondi”.

Oppenheimer portò sempre con sé questo immane rimorso. Perché nessuna giustificazione era possibile di fronte a un crimine contro l’umanità. No, nessuna giustificazione è possibile, le guerre possono durare anche decenni, ma non si uccidono i civili.

Le bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki furono crimini contro l’umanità perché i cittadini di Hiroshima e Nagasaki non erano in guerra, e i crimini contro l’umanità sono qualcosa di più grave dei crimini di genocidio, cioè dello sterminio dei popoli.

Gli americani volevano vincere subito la guerra, che era già finita in Europa, volevano fare arrendere subito il Giappone, e soprattutto volevano mostrare i muscoli a Stalin, il nuovo nemico. Ad Harry Truman, il Presidente degli Stati Uniti d’America, mentre pranzava in mezzo all’Oceano Atlantico, a bordo della nave da guerra Augusta, il capitano della nave, Frank Graham, gli consegnò questo messaggio: “Al Presidente, dal Segretario di guerra. Grande bomba sganciata su Hiroshima 5 agosto alle 07:15 ora di Washington. Primi rapporti indicano pieno successo”.

Truman si commosse ed esclamò ai marinai attorno a lui, esultante, “questo è il più grande giorno della storia!”. In quel momento, Truman ebbe le stesse responsabilità di Churchill per il bombardamento di Dresda, di Stalin sterminatore di popoli, di Hitler portatore di morte.

Oppenheimer, diversamente dal suo Presidente, in seguito ebbe una crisi di coscienza che lo indusse a opporsi alla costruzione della bomba all’idrogeno, e per questa sua posizione fu nel 1954 accusato di simpatie comuniste dal senatore americano Joseph McCarthy e gli fu vietato l’accesso ai segreti atomici.

Riabilitato e confermato direttore e professore dell’Institute for Advanced Studies di Princeton, carica che mantenne fino alla morte, grazie alle proteste di tutta la comunità scientifica con a capo Einstein, Robert Oppenheimer, che ricevette anche il Premio Enrico Fermi nel 1963, autore anche di importanti studi sui buchi neri e sulle stelle di neutroni, sui raggi cosmici, sul positrone e sul collasso delle grandi stelle, rappresenta ai massimi livelli le titubanze e le lacerazioni degli uomini di scienza di fronte alla tecnica che sta sfuggendo al controllo dell’uomo, nel suo caso, in particolare, di fronte all’uso delle armi e dell’energia nucleare.

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