Le “fascio-femministe di sinistra” vogliono tappare la bocca a chi si batte per la vita
di Stefano Giovanni Adrianopoli
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QUELLA DELL’ABORTO COME DIRITTO UMANO O COSTITUZIONALE È UNA ORRIBILE NOVITÀ PROPOSTA NEGLI ULTIMI ANNI DA QUALCHE ISTITUZIONE E QUALCHE CAPO DI STATO, MA GRAZIE A DIO NIENTE DI TUTTO CIÒ APPARE NELLA NOSTRA COSTITUZIONE
Ieri, 21 aprile 2023, decine di femministe hanno occupato la Biblioteca Statale di Macerata per impedire lo svolgimento del Convegno “Maternità In-Attesa. Preservare la salute della donna in gravidanza” organizzato da Pro Vita & Famiglia Onlus con la Regione Marche, il Centro di Aiuto alla Vita di Loreto e la Federazione Consultori Familiari di Ispirazione Cristiana Regione Marche e dall’OPA – Osservatorio Permanente sull’Aborto.
Le femministe hanno urlato a chiunque si avvicinasse al tavolo dei relatori per parlare ai microfoni. In più hanno affisso volantini e striscioni contro il convegno e con espliciti riferimenti sessuali e occupato quasi tutte le sedie della sala.
“Il nostro scopo è difendere il diritto alla salute delle donne e il loro diritto anche a NON abortire. Ma loro lo volevano impedire. E’ questa la libertà che professano? Sono questi i diritti e la democrazia di cui si ergono a paladine?”, ha dichiarato Francesca Romana Poleggi, membro del Direttivo di Pro Vita & Famiglia Onlus.
Soltanto l’intervento della Digos ha permesso, seppur in estremo ritardo, l’avvio del convegno. Le femministe nel lasciare la sala hanno rovesciato le sedie e sparato coriandoli lasciando sporcizia a terra. Inoltre molte persone interessate al dibattito sono comprensibilmente andate via, spaventate dal clima di odio e di violenza.
Nei giorni scorsi anche Mario Adinolfi è stato costretto a cancellare la presentazione a Bologna del suo libro contro l’aborto per tutelare l’incolumità delle persone che volevano andarlo a sentire. Questo dopo che le presentazioni precedenti, nelle altre città, come Venezia e Jesi, avevano obbligato la polizia a mettersi in tenuta antisommossa per contenere anarchici e gente dei centri sociali o a fare cordoni per limitare le femministe.
I due fatti accaduti in pochi giorni sono sintomatici di una tristissima realtà. Buona parte della popolazione italiana fedele a parole alla democrazia e all’antifascismo, quali limiti invalicabili di ogni opzione sociopolitica e di ogni dibattito sui temi della convivenza, non avrebbe problemi a rinunciare alla democrazia e ai metodi pacifici di lotta qualora fosse messo a rischio il “diritto” all’aborto, che col fascismo, l’antifascismo, la democrazia o la dittatura non ha nulla a che fare, se non in letture ideologico-dogmatiche ultraprogressiste.
Quella dell’aborto come diritto umano o costituzionale è una orribile novità proposta negli ultimi anni da qualche istituzione e qualche Capo di Stato, ma grazie a Dio niente di tutto ciò appare nella nostra Costituzione. Eppure, ripetiamo, tra i campioni del 25 aprile e della Costituzione antifascista, non pochi elementi, tra aborto e democrazia, probabilmente sceglierebbero il primo a danno della seconda e difenderebbero la seconda solo nella misura in cui garantisce il primo.
QUESTO SCELLERATO COMPORTAMENTO INCIVILE E ANTIDEMOCRATICO, CI DICE CHE SONO PROPRIO LORO GLI ODIERNI COMUNISTOIDI-FASCISTOIDI.
MI AUGURO CHE SIA STATO REDATTO VERBALE DELL’ACCADUTO DA PARTE DELLA POLIZIA INTERVENUTA CON RITARDO E CHE ABBIANO FERMATO I PIU’ FACINOROSI PORTANDOLI IN CASERMA AFFINCHE’ RISPONDANO DELL’ACCADUTO. Resto in attesa di qualche cenno di riscontro. Grazie e cordialità.
P.S. mI vevate detto che da oggi avreste pubblicato il giornale con caratteri più visibili…