Tra magia ed esoterismo: ecco l’identikit del vero occultista 

di Maria Luisa Donatiello

CHI È IL MAGO OGGI?

Chi è il mago oggi? Nell’immaginario comune la figura del mago è associata spesso al cartomante televisivo, al fattucchiere che si fa pubblicità tramite i social o siti internet e che offre “servizi” a pagamento. Specchietti per le allodole e figure fuorvianti che celano una realtà molto più profonda e nascosta di persone altamente formate che studiano e ricercano le realtà esoteriche e agiscono nell’ombra, non per fini di lucro, ma per l’espansione di facoltà sovrasensibili, “spirituali” con il fine di controllare e modificare a proprio piacimento e vantaggio situazioni di vario genere, per orientare e deviare la realtà. L’obiettivo è il potere, tramite il ricorso a pratiche rituali, magiche, il dominio sugli altri, la creazione di una “élite” culturale e, secondo gli esoteristi, “spirituale” svincolata dalla grazia di Dio. La magia è anche definita dagli esoteristi “scienza dell’io”, perché di un io senza Dio e perché i demoni e gli dei ai quali essi si rivolgono non sono il Dio uno e trino che per mezzo di Gesù Cristo risuscitato ha vinto la morte e tutte le morti fisiche e spirituali e parla oggi a noi cristiani per mezzo dello Spirito Santo dono della nuova alleanza.

Interessante storicamente è il caso del Gruppo di Ur, circolo esoterico formatosi negli anni Venti del secolo scorso e di cui esponente di spicco fu Julius Evola che, con lo pseudonimo di Iagla, in un articolo dal titolo “Saggezza serpentina”, (contenuto nella rivista UR dell’omonima cerchia) traccia l’identikit del vero occultista. Se ne riporta in questa sede un estratto, giacché non vi è dubbio che la fonte sia “autorevole” in materia e che forse mai analisi diabolicamente tanto lucida un’occultista abbia reso alla propria natura e a quella dei suoi simili.

“L’occultista è un essere pericoloso. Non si sa che cosa possa fare, né quale sia – e per dove giunga – la sua azione. La sua vita non è penetrabile. Potete essere il suo amico intimo, il suo compagno, la sua amante; potete pensare di possedere tutto il suo cuore, tutto il suo affetto o la sua devozione. Purtuttavia egli sarà un altro, oltre quello che conoscete. Vi accorgerete di quest’«altro» solamente quando voi stessi penetrerete nel suo regno. Allora avrete forse la sensazione che, quasi, stavate camminando sopra un abisso.

Non importa che l’Occidente oggi pulluli di persone che si dicono occultisti, Iniziati, Maestri, ecc.; e che sarebbero molto infelici se non si sapesse di questa loro presunta qualità. Ripeto invece che, salvo precise intenzioni, è raro che un vero occultista si riveli come tale a chi non è dei suoi. Si è che in lui sopravviene uno stato il quale distrugge categoricamente ogni passibilità nei confronti con gli uomini. Questi, che cosa dicano o pensino di lui, e che il loro giudizio su di lui sia giusto o ingiusto – cessa di interessarlo come che sia. Per una inclinazione irresistibile, gli altri uomini vogliono che si «sappia» ciò che sono (peggio: ciò che credono di essere); che, quando agiscono, si sappia che sono essi che hanno agito, e che ci si compiaccia della loro qualità di autori; la non-reazione, l’indifferenza non ostentata, ma naturale, e silenzio, dinanzi alla parola o all’azione ingiusta, non è cosa da loro.

Tutto questo, un occultista invece lo trova puerile e inutile. Egli, non esiste. Non parla. Cerchino e credano di potere afferrare l’aria, coloro che ci si divertono. Lui, può togliere loro il terreno da sotto i piedi, e lo farà quando sarà il caso, senza che essi possano nemmeno avvertire da dove venga l’azione e, anzi, che ci sia stata un’azione. Vogliono percuoterlo sopra una guancia? Lo facciano. Egli è disposto anche a porger loro l’altra: giuoca soltanto i giuochi di cui sia lui chi pone tutte le condizioni. Non è alla balia di niente: quali reazioni si debbano destare in lui per le parole, le azioni o le qualità degli altri, lui solo lo decide. Lo si dica un vigliacco o lo si dica un eroe, non lo interessa; studia invece che effetti seguono da questo pensare degli altri, che conseguenze porti per il suo giuoco. Egli bada soltanto che alcune cose accadano: pone freddamente i mezzi e le condizioni, agisce, e basta. All’azione non aderisce come a cosa sua. Non ne parla, soprattutto, né vi tiene. Essa è mera strumentalità.

L’«auto-affermarsi» è poi una mania che egli non conosce. Più un occultista avanza, più nel profondo retrocede il suo centro, e coloro su cui opera e tra cui vive avranno la perfetta illusione di essere liberi. Non so quanto sia in luce, oggidì, questa caratteristica dell’occultismo. È inutile del resto che sia in luce, è utile che non lo sia.”

Gli occultisti sono tanti oggi nel mondo, si confondono tra noi, si mescolano bene. Non se ne vanno mica in giro con i cappucci neri e gli occhi infuocati. Non sono certo poco istruiti. Sono menzogneri, adulatori, seduttori, idolatri, dotati di carisma perché sanno cos’è la fascinazione e la usano, ma il loro aspetto è deturpato agli occhi di Dio. Conoscono il potere dei pensieri e lo sfruttano a loro vantaggio, praticano rituali d’ogni genere con prepotenza. Sono ostinati nel male e ingannevole e velenosa è la parola che esce dalla loro bocca.  Il loro cuore è putrido perché rifiuta l ‘amore di Dio e per il prossimo, rifiuta di donarsi gratuitamente, è barricato nell’odio, nell’ egoismo, nella superbia, nel delirio di onnipotenza, nella pretesa satanica di farsi Dio di sé stesso imponendo, in maniera coercitiva, la propria volontà e il proprio dominio sugli altri, sugli eventi, sulla storia. Non temono il giudizio di Dio nostro creatore eppure, proprio a loro, a quei figli dotati di così tanto intelletto, quanta redenzione donerebbe, quanto più fuoco di sapienza e quanti doni più preziosi di ogni sostanza alchemica darebbe colui che li ha creati.

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