Gandolfini: “usare cannabis in età adolescenziale danneggia lo sviluppo cerebrale”

a cura della Redazione

SUOR ANNA MONIA ALFIERI: «IN QUESTI ULTIMI ANNI C’È STATA UNA CAMPAGNA VOLTA A CONTRASTARE LA SCUOLA PARITARIA, CON L’OBIETTIVO DICHIARATO DI FARLA SCOMPARIRE DEL TUTTO”

Ieri si è tenuto a Roma, presso la Camera dei Deputati, nella Sala del Refettorio, organizzato da Pro Vita & Famiglia onlus, un importante convegno dal titolo “Dall’emergenza all’alleanza educativa. Liberare l’energia dei giovani italiani da trappole, disagi e dipendenze”.

Il pluralismo scolastico è stato al centro dell’intervento di suor Anna Monia Alfieri: «il diritto di istituire scuole non statali, e il diritto dei genitori di scegliere il tipo di istruzione adatto ai propri figli, secondo le proprie convinzioni religiose, filosofiche e pedagogiche, anche al di fuori della scuola statale, è espressamente garantito dalla Costituzione» ha spiegato (SCARICA QUI le slides).

«Una scelta – ha spiegato la religiosa – può esservi non quanto tutte le varie scuole sono costituzionalmente garantite, e quindi anche la scuola non statale va salvaguardata. Un vero pluralismo presuppone quindi la valorizzazione della scuola non statale e la possibilità di accedere anche a quest’ultima». Non deve essere considerato un ostacolo, ha proseguito «il fatto che una scuola non statale sia eventualmente caratterizzata da finalità confessionali. Ciò è pienamente ammissibile, e ritenere che esso sia contrario alla Costituzione è gravemente lesivo, oltre che del pluralismo ideologico, anche della libertà religiosa».

Suor Anna Monia Alfieri ha quindi denunciato come «la pubblica istruzione sia stata oggetto, soprattutto in questi ultimi anni, di una campagna volta a contrastare la scuola paritaria, con l’obiettivo dichiarato di farla scomparire del tutto. Un servizio di pubblica istruzione monolitico non garantisce certo tali diritti in maniera adeguata. Lo statalismo – ha spiegato – ne è esattamente l’antitesi, in quanto si traduce in una assoluta uniformità dell’istruzione impartita».

Le tossicodipendenze sono state, invece, al centro dell’intervento del professor Massimo Gandolfini: «esse – ha spiegato – sono un problema centrale per il mondo della scuola se pensiamo che l’età più colpita è proprio quella dell’adolescenza e subito dopo dei “giovani adulti”.

E’ dunque fondamentale, nell’alleanza educativa tra scuola e famiglie, porre le basi per proteggere i giovani da questa emergenza (SCARICA QUI le slides). “Spesso – ha aggiunto Gandolfini – si fa uso di droghe e si inizia con cannabis e marijuana in età adolescenziale per non stare male, per sentirsi meglio e per curiosità, ovvero perché gli altri lo fanno, il gruppo dei pari, gli amici, i compagni di classe. Si tratta però – ha concluso – di sostanze per niente innocue e non ci sono studi adeguati circa il presunto uso ‘terapeutico’. Negli adolescenti l’uso di queste sostanze può provocare anomalie dello sviluppo cerebrale, causare disordini mentali, dipendenza, depressione, psicosi e incide negativamente su performance scolastica e lavorativa».

Sessualizzazione precoce e disagi psicologi sono stati trattati dal dottor Tonino Cantelmi, nel corso di un suo intervento in video. «Il tempo che stiamo vivendo può essere definito delle “passioni tristi”, poiché i nostri giovani sono attraversati da sentimenti quali malinconia, tristezza, paura, incertezza rispetto al futuro. Tutta una serie di sentimenti che portano verso uno scoraggiamento generale. E’ vero che i nostri giovani vivono questo momento così difficile ma non dobbiamo dimenticare che hanno molte risorse e potenzialità, quindi il nostro vero obiettivo è quello di riuscire ad esaltare e aiutare queste peculiarità positive. I dati più inquietanti – ha spiegato Cantelmi – parlano addirittura di un aumento di tre volte, dopo la pandemia, dell’autolesionismo, di comportamenti oppositivi-provocatori, autodistruttività, rabbia. Noi adulti, professionisti, educatori, genitori, insegnanti possiamo rispondere a questo caos emozionale prendendoci cura della salute mentale e psico-affettiva dei nostri figli. A tal proposito, infatti, l’ipersessualizzazione e la sessualizzazione precoce ha raggiunto livelli altissimi, toccando bambini anche di 11 e 12 anni. Si tratta di emergenze educative a cui dobbiamo fare fronte in quanto adulti e per le quali la scuola ha un ruolo importante. E’ fondamentale – ha aggiunto – che scuola e adulti concorrano nel dare una corretta istruzione e informazione circa l’uso della Rete, dei social, della tecnologia che sta già portando i nostri figli in un nuovo mondo, virtuale e parallelo, dove trovano tutto senza filtri, senza aiuti, senza freni».

«Giovani e famiglie sono come dei piani bassi di una nave che sta imbarcando acqua e ben presto, se non corriamo ai ripari, l’acqua arriverà ai piani alti, ovvero alla politica, alle istituzioni. Questo sta succedendo nell’ambito scolastico e siamo chiamati a fare qualcosa per porre un argine» ha spiegato nel suo intervento sulla dispersione scolastica il professor Pierluigi Bartolomei, preside della Scuola Professionale ELIS. «Non c’è veramente più tempo da perdere e noi educatori dobbiamo fare qualcosa prima ancora di gridare all’allarme. C’è da parte dei genitori una distrazione a volte consapevole, perché sentono di non avere mezzi efficaci per aiutare i propri figli e questo porta ad una dispersione scolastica devastante, con dati che arrivano anche al 30% al Sud. Oggi – ha aggiunto Bartolomei – i giovani vanno a scuola ma non capiscono perché ci vanno e quindi l’alleanza tra genitori, scuola, ragazzi e mondo del lavoro serve per porre fine a questa emergenza di senso».

Secondo Bartolomei è vero che «la fioritura del talento inizia con la scelta di una determinata scuola, di un determinato indirizzo, ma in questa partita da giocare non siamo da soli, non esistiamo solo noi docenti o presidi, serviamo tutti». Famiglie e genitori «vanno coinvolti nel percorso scolastico dei loro figli, quasi come a iscrivere tutta la famiglia a scuola. Serve un percorso professionalizzante per le famiglie e i genitori nel mondo della scuola».

 

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