Quelle cicatrici indelebili (oltre le reazioni avverse da vaccini)

Quelle cicatrici indelebili (oltre le reazioni avverse da vaccini)

di Gian Piero Bonfanti

LA VENTILAZIONE FORZATA HA SALVATO I PAZIENTI CON COVID-19?

Una cicatrice indelebile che ci porteremo oltre la nostra permanenza terrena sono stati i tre anni di vita trascorsi nel totale terrore del virus killer. Un virus percepito diversamente nelle sue fasi di esistenza: a partire da quando è approdato nel nostro paese, con la supponenza di coloro che lo sfidavano abbracciando un cinese, passando attraverso il periodo di larga diffusione con il panico incontrollato e protocolli sciagurati (tamponi, lockdown, mascherine, lasciapassare…), per poi giungere alla fase successiva, dove il terrore negli occhi lasciava spazio alla illusoria speranza nel “dio vaccino”.

Oggi invece stiamo vivendo una fase ancora diversa, quella in cui tutto sembra essere tornato alla normalità ed invece c’è chi deve affrontare situazioni molto complesse, sia che si tratti di reazioni avverse da vaccino, sia che si tratti di problemi sociali ed economici causati da strascichi derivanti da un periodo che ci ha segnato indelebilmente.

La fase che ci attende nel prossimo futuro purtroppo non lascia presagire nulla di buono, basti considerare ad esempio i disagi che tutto questo “trambusto” ha portato nella vita dei nostri giovani.

Ma torniamo ad oggi.

Ora la discussione si sviluppa tra chi contesta i protocolli di tachipirina e vigile attesa, l’efficacia e la non dannosità di vaccini non sperimentati, e dissente dai protocolli dittatoriali che erano stati imposti (lockdown, greenpass, vaccinazione obbligatoria, etc.) e chi sostiene tutto il contrario, ovvero che queste misure fossero necessarie e che sia stato giusto applicarle.

Molti di noi però hanno dimenticato le misure attuate negli ospedali durante il periodo in cui tutte le persone che erano sospettate di essere infette da Covid 19 venivano ricoverate. Queste, grazie a direttive imposte da OMS basate su precedente esperienza in Cina, venivano sottoposte a ventilazione forzata tramite intubazione endotracheale.

Sebbene questa pratica rischiosa si sia rivelata non efficace nella cura della malattia, la tecnica della intubazione è stata portata avanti, nonostante la evidente pericolosità e le controindicazioni della stessa.

I dati (citati nell’articolo di lifesitenews del 9 giugno scorso) riportano che nella sola New York il 76,4 % dei pazienti COVID-19 (di età compresa tra 18 e 65 anni) sottoposti a ventilatori sono morti. Tra i pazienti di età superiore ai 65 anni sottoposti a tale procedura, il tasso di mortalità è aumentato del 97,2%.

Si stima quindi che nella primavera del 2020, 10.000 pazienti sono morti con Covid negli ospedali di New York dopo essere stati sottoposti a ventilazione forzata.

Tutto questo mentre medici come il dottor Cameron Kyle-Sidell, specialista in terapia intensiva presso il Mount Sinai Health System di New York, avvertiva che era necessario “cambiare ciò che stiamo facendo se vogliamo salvare quante più vite possibili”. Sidell era irremovibile sul fatto che i medici stessero “curando la malattia con metodi sbagliati” e che bisognava interrompere la pratica di sottoporre i pazienti Covid alla ventilazione meccanica.

In realtà pare che questa procedura non fosse raccomandata in quanto aumentasse la sopravvivenza dei pazienti, bensì perché serviva per proteggere gli operatori sanitari isolando il virus all’interno della macchina di sfiato meccanico.

Come evidenziato da un articolo del Wall Street Journal del 20 dicembre 2020, sembra che l’OMS abbia avvertito che l’uso di macchine a pressione positiva meno invasive avrebbe potuto provocare la diffusione di “aerosol infettivi”.

In altre parole sembra sia stato accettato il male minore decidendo di sottoporre i pazienti con covid ad altissimo rischio di morte pur di “salvare” il personale e gli altri pazienti che, presumibilmente, non erano infetti.

Questo aspetto è di una gravità senza precedenti e riteniamo che oltre ad andare in direzione opposta alla cura del paziente ed al giuramento di Ippocrate, sicuramente contravviene anche alla caritas cristiana.

Ci saranno molti aspetti sui quali fare luce, forse svelando anche un business molto remunerativo che oggi non possiamo comprendere.

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