Dalla app immuni a IT-ALERT sino alle città di 15 minuti

di Gian Piero Bonfanti

UN SEGNALE ACUSTICO CHE IN CASO DI PERICOLO SCATTEREBBE PER FAR RACCOGLIERE LE PERSONE IN LUOGHI SICURI

Una volta esisteva la censura, ovvero quel controllo della comunicazione da parte delle autorità che limitavano la libertà di espressione e l’accesso all’informazione con l’intento dichiarato di tutelare l’ordine sociale e politico.

Oggi, nel delirio della psicosi dell’era del “vaccino per tutto”, anche il controllo preventivo è anticipato da una azione preventiva. Oggi la censura non serve più.

In un mondo dove tutto passa dal setaccio di chi controlla la comunicazione non è più necessario imporre regole per controllare l’attendibilità delle comunicazioni e la veridicità dei fatti. È sufficiente che il tutto venga derubricato con una semplice domanda: “qual è la fonte?”

Dopodiché, indipendentemente dal fatto che la notizia arrivi da un premio Nobel o da una persona meno acculturata, scatta la diffamazione: “è una fake!”

E tutto sembra passare in secondo piano, tra lo sbalordimento e la disperazione di chi vive una situazione paradossale, come se tutto appartenesse ad un altro mondo ed il tutto fosse frutto di pura immaginazione.

Oramai è una tecnica ben rodata, ed è stata messa in pratica per tutte le tematiche degli ultimi anni, a partire dalle quelle legate alle teorie gender sino alla follia dei lock-down e dei green pass.

Un esempio eclatante è stato quello della App Immuni, ve la ricordate?

Quando è stato detto di scaricare questa applicazione sembrava che chi non l’avesse fatto fosse una sorta di terrorista, un untore seriale, qualcuno cioè da isolare ed additare come pericolo pubblico.

A quel tempo però molti non sono caduti nel “tranello” e seppur gli allarmi lanciati erano classificati tra le fake news, l’applicazione è risultata a tutti gli effetti un flop.

Oggi quasi ce la siamo dimenticata.

In questi giorni però si parla molto della IT-Alert, che come concezione non cambia molto dalla App Immuni.

Si tratta di un segnale acustico che in caso di pericolo scatterebbe per far raccogliere le persone in luoghi sicuri (interessante sarebbe poter sapere chi determina il pericolo e quali luoghi sono da considerare sicuri).

Anche questo è un segnale per identificare persone e controllarle nelle loro azioni, mantenere lo stato di allerta alto e farle vivere in una costante condizione di panico.

Tuttavia questa volta non è necessario scaricare l’applicazione, in quanto automaticamente ci hanno installato il sistema nei nostri telefoni cellulari.

La sperimentazione è già partita ed in alcune regioni hanno già incominciato a testare il sistema.

La soglia di attenzione e di diffidenza verso questo sistema è comunque diminuita rispetto a prima e se non questa volta, forse al prossimo giro, saremo sempre più controllati senza possibilità di replica.

Cosa diremo e come potremo eventualmente opporci quando introdurranno una ulteriore applicazione per le città di quindici minuti?

Con la scusa di avere tutto alla portata di quindici minuti a piedi forse ci toglieranno la possibilità di uscire da aree delimitate ed i nostri telefonini suoneranno come dei braccialetti elettronici?

Guai però a dire che questo è un sistema che serve per il controllo delle masse, non saremo censurati ma sicuramente saremo additati come diffusori di notizie fake.

Subscribe
Notificami
0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments