Un’altra donna cristiana stuprata e uccisa in Pakistan

di Pietro Licciardi

UN PROMEMORIA DI QUANTO POTREBBE AVVENIRE NELLA IMBELLE EUROPA CHE STA ABDICANDO DI FRONTE ALL’ISLAM. L’ESEMPIO FRANCESE

A certi occidentali, tra i quali non pochi cattolici, intossicati da troppo ideologico buonismo, malintesa tolleranza e disprezzo per la libertà e il rispetto per i diritti umani che il Vangelo – e non certo il laicismo – ha portato in Occidente ogni tanto vale la pena ricordare ciò che avviene là dove prevalgono certe culture e religioni. Quelle stesse culture e religioni alle quali stiamo ingenuamente spalancando le porte senza renderci minimamente conto delle conseguenze nel medio e lungo periodo.

Asia news, l’agenzia stampa promossa dal Pontificio istituto missioni estere (Pime) riporta l’ennesimo episodio di violenza a danno di cristiani avvenuto nell’islamico Pakistan dove Shazia Imran, vedova quarantenne di fede cristiana è stata prima violentata e poi uccisa perché non si voleva convertire all’islam per sposare un uomo che aveva messo gli occhi su di lei. Stupro e omicidio sono stati commessi da quattro uomini di fede musulmana tra i quali il pretendente Mani Gujjar, principale indiziato anche per il tentativo di occultamento del cadavere della poveretta, che ha provato a sciogliere con l’acido.

Shazia lavorava in un asilo nido alla Lahore University of Management Sciences (LUMS) di Lahore, dove avrebbe conosciuto l’uomo diventato presumibilmente il suo assassino. La sera di martedì 6 Giugno, a fine turno, la donna non è tornata a casa facendo preoccupare i tre figli: due maschi, di sedici e sei anni, e una figlia di sette i quali hanno allertato altri parenti che hanno cominciato a cercarla senza successo. Solo in ultima istanza è stata avvisata la polizia, poiché la famiglia di Shazia Imran è convinta che questa abbia in qualche modo coperto gli autori del pestaggio a morte del marito avvenuto diciotto mesi fa; forse gli stessi “teppisti”, come furono definiti all’epoca dai poliziotti, che hanno poi ucciso Shazia.

L’aggressione, fino allo stupro come “metodo coercitivo” di conversione, soprattutto delle donne delle minoranze religiose in Pakistan, non è una novità e il caso di Shazia ha diffuso nelle ultime settimane una nuova ondata di paura, ma anche di rabbia e proteste tra la minoranza cattolica del Paese. Anche perché i parenti hanno raccontato di come la donna avesse confidato a una cognata le pressanti minacce di Mani Gujjar per farla convertire e per sposarlo.

Purtroppo le autorità quando si tratta di islamici che compiono violenze contro altre minoranze, specialmente cristiane, non sono affatto solerti nel cercare i responsabili e applicare la legge in quanto il Corano considera chiunque non appartenga alla umma, nella migliore delle ipotesi, cittadino di serie B.

Proprio in questi giorni la Francia è messa a ferro e fuoco da masse di immigrati che prendendo a pretesto la deprecabile uccisione di un ragazzo di origini nordafricane – particolare questo accuratamente occultato dai media – hanno racceso la rivolta nelle Banlieu parigine e in altre città francesi. Una situazione da tempo esplosiva e già più volte denunciata dai militari francesi che hanno puntato il dito proprio contro l’immigrazione incontrollata. Un’anteprima del futuro che ci stiamo costruendo.

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