Un’importante e grandiosa abbazia che stupisce il visitatore

di Paola Liberotti

L’ABBAZIA DEI SANTI EMILIANO E BARTOLOMEO APOSTOLO NEL CUORE DELL’APPENNINO UMBRO-MARCHIGIANO

Nei pressi del piccolo borgo di Perticano, ai confini tra Umbria e Marche, nel cuore dell’Appennino umbro-marchigiano che ci regala ancora oggi scenari naturali indimenticabili e a cavallo delle province di Ancona e Perugia, si erge l’importante e grandiosa abbazia dei Santi Emiliano e Bartolomeo Apostolo in Congiùntoli, che stupisce il visitatore, attratto dall’amenità e dalla pace di quei luoghi.

Ecco la sua storia: tra V e VI secolo, dalla Sardegna furono traslate a Gubbio le reliquie di alcuni santi martiri di Numidia: quelle di Mariano e Giacomo furono portate nella cattedrale, di cui i due martiri divennero i titolari; quelle di Emiliano, soldato martire e d’una santa donna con i due figli gemelli, martiri anch’essi, furono invece traslate in località Congiùntoli, dove poi, forse su di un preesistente luogo sacro pagano, fu edificato l’eremo di cui ci parla San Pier Damiani.

Solo la ricchezza di un Ordine religioso cavalleresco come quello dei Templari, che aveva una precettorìa proprio nella vicinissima Perticano, poteva, infatti, far fronte alle ingentissime spese derivanti dalla costruzione del cenobio, e, soprattutto, della magnificente chiesa dagli altissimi archi a tutto sesto di stile romanico-gotico e d’impronta architettonica cistercense.

Occorre aggiungere a tali descrizioni, un’interessantissima croce greca patente, datata all’anno 1286, e murata sopra l’arco sesto acuto della finestra della navata laterale della chiesa, che guarda verso il retro del medesimo edificio. L’ambizioso progetto della chiesa rimase probabilmente incompiuto a causa dell’improvvisa mancanza di mezzi finanziari, proprio al tempo della soppressione dell’Ordine dei Cavalieri del Tempio di Gerusalemme, che fu decretata, localmente, con il processo di Gubbio nel 1310.

L’ipotesi secondo cui la chiesa e l’abbazia furono erette e “gestite” dai Templari potrebbe chiarire anche la ragione della scarsità dei suoi documenti, che, come tutto ciò che li riguardava (epigrafi, croci, monete, pergamene, precettorìe, domus, magioni), furono successivamente destinati alla dispersione o distruzione fisica. Il complesso, sorgendo su di una posizione davvero strategica, fu fortificato tra i secoli XIV e XV: con il nuovo nome di Palatium Sancti Miliani o Castri Sancti Miliani.

L’abbazia dei Santi Emiliano e Bartolomeo Apostolo rimase sempre collegata alla “laura” eremitica di San Girolamo di Monte Cucco, non molto distante e letteralmente “arroccata” su una parete rocciosa. In Italia, ma anche altrove, compaiono molti altri esempi di abbazie situate a valle e destinate al cenobitismo, alle quali corrisponde la presenza, a monte, di un eremo, ubicato in un luogo più eminente, che corrisponda all’esigenza di coloro i quali prediligono la vita solitaria, secondo la riforma voluta da San Romualdo.

Un luogo di serenità e silenzio, dove ammirare la suggestiva bellezza del paesaggio, pregare e meditare, in uno scenario naturale degno di antichissime leggende medievali.

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