Migliaia di bimbi italiani vengono uccisi: sveglia cattolici italiani!

di Eleonora Bonfanti

FACCIAMOLO BATTERE QUESTO CUORE

Il mondo pro-life é spaccato in due in merito alla nuova proposta di legge chiamata “un cuore che batte”. C’è chi la promuove vedendola come una luce in fondo al tunnel, come una possibile via d’uscita da un’impetuosa ondata di omicidi; e chi invece la condanna in quanto considera l’iniziativa un “male minore”, ma pur sempre un male.

C’è molta confusione a riguardo, ma di cosa si tratta concretamente? I promotori di questa proposta desiderano inserire un comma aggiuntivo alla legge 194 che obblighi il medico a far ascoltare il battito del cuore del proprio bambino ad ogni donna che desideri abortire, e a mostrarle l’ecografia del feto.

Secondo alcuni, provenienti soprattutto dall’area tradizionalista, é fortemente sbagliato l’intento di modificare una legge come la 194, che é intrinsecamente iniqua, nemmeno se si ha come intento quello di limitarne i danni. Purtroppo, per assurdo, l’atteggiamento di queste persone non é molto dissimile da quello di coloro che difendono questa legge, per i quali essa é intoccabile.

É ovvio che gradualmente bisogna cercare di far abrogare la famigerata legge, ma non ci si può aspettare che questo possa essere fatto dall’oggi al domani. Ora come ora i presupposti non ci sono. Quindi possiamo fare 2 cose: metterci su un piedistallo, essere utopisti, essere “duri e puri” e nel concreto non fare assolutamente nulla per migliorare la situazione oppure essere realisti e fare qualcosa di tangibile, lottare perché gli aborti diminuiscano sempre di più fino a scomparire definitivamente. Non si tratta di scegliere il male minore, ma di optare per il miglior bene possibile.

San Giovanni Paolo II stesso, nella sua enciclica Evangelium Vitae (paragrafo 73) sostiene che «[…] quando non fosse possibile scongiurare o abrogare completamente una legge abortista, un parlamentare, la cui personale assoluta opposizione all’aborto fosse chiara e a tutti nota, potrebbe lecitamente offrire il proprio sostegno a proposte mirate a limitare i danni di una tale legge e a diminuirne gli effetti negativi sul piano della cultura e della moralità pubblica. Così facendo, infatti, non si attua una collaborazione illecita a una legge ingiusta; piuttosto si compie un legittimo e doveroso tentativo di limitarne gli aspetti iniqui».

Abbiamo già visto leggi simili in Ungheria e in Texas riuscire nell’intento e provocare un’esponenziale crollo del numero degli aborti praticati. Questo é avvenuto perché sentendo il battito del cuore del proprio piccolo molte mamme hanno cambiato idea. In tal modo esse capiscono che nel loro grembo non c’é un grumo di cellule, bensì il loro figlio. Si attiva così l’istinto materno che é naturalmente racchiuso nel cuore di ogni donna.

Occorre guardare all’obiettivo. Chi é pro-life salva vite. Anche un solo bambino strappato all’aborto é una grande vittoria perché ogni singola vita ha un valore immenso. Se la pensiamo diversamente su questo ultimo punto facciamoci una domanda: siamo davvero pro-life?

Molti dicono che non si raccoglieranno mai le firme necessarie ma, come dice don Giorgio Ghio, «dato che non siamo in grado di prevedere il futuro, non lasciamoci influenzare da chi profetizza un insuccesso certo, ma compiamo il bene possibile, con la certezza che, comunque vada, Dio ne farà occasione di grazia».

In ogni caso, mentre stiamo qui a discutere se é possibile o meno abrogare completamente la 194, mentre perdiamo tempo a sottilizzare cercando il più piccolo pretesto per polemizzare, migliaia di bambini stanno morendo sotto i nostri occhi senza che noi ci attiviamo per fermare tutto ciò, e non solo a parole. Quindi mettiamoci una mano sulla coscienza e andiamo tutti a firmare!

PS.

Ognuno può andare a firmare nel proprio comune di residenza affinché questa proposta di legge possa essere discussa in parlamento. Sono tante le firme che vanno raccolte, e c’é tempo fino al 7 novembre. Facciamo del nostro meglio!

 

 

Foto di Ri Butov da Pixabay

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