Il vescovo Mansi: “molti adolescenti bivaccano, senza studiare né lavorare”

Il vescovo Mansi: “molti adolescenti bivaccano, senza studiare né lavorare”

di Bruno Volpe

IL VESCOVO DI ANDRIA: “LA SCUOLA AIUTI CRESCERE. PREOCCUPA L’EMERGENZA EDUCATIVA”

“La scuola aiuti crescere. Preoccupa l’emergenza educativa”: lo dice in questa intervista, in relazione al nuovo anno scolastico, il vescovo di Andria Monsignor Luigi Mansi. Recentemente la Cep (Conferenza episcopale Pugliese) ha stilato un significativo documento nel quale sostiene che compito primario della scuola è aiutare a dare risposte ed educare.

Eccellenza Mansi, che cosa deve fare primariamente la scuola e che cosa bisogna aspettarsi?

“Lo abbiamo detto noi vescovi pugliesi in una lunga ed articolata nota. La scuola è naturalmente strumento di istruzione e formazione tecnica, ci mancherebbe altro. Vi si va per imparare ed apprendere nozioni, tuttavia non basta questo”.

Il testo della Cep parla di risposte: a che cosa e quali?

“La scuola deve essere utile ad interrogarsi e sapere dare risposte di natura esistenziale ed educativa. Deve aiutare a convivere ordinatamente con gli altri, saper dare cultura e formazione, ma anche a crescere in tutti i sensi, specialmente come cittadini degni di questo nome. In poche parole, la scuola faccia venir fuori persone mature, capaci di stare insieme nel rispetto delle regole. Se si è degli scienziati nel campo tecnico e professionale, ma umanamente dei disastri, che ce ne facciamo? Insomma, la scuola sappia orientare ad una sana e responsabile relazionabilità. Forgi cittadini esemplari, non è facile, sicuramente, ma è una sfida, molto importante”.

Nella Chiesa cattolica vari santi si sono dedicati al tema dell’ istruzione dei giovani, pensiamo a San Giovanni Bosco e San Filippo Neri…

“Verissimo, queste sono sicuramente le figure maggiormente rappresentative, ma ce ne sono altre. In particolare ricordo che San Giovanni Bosco insisteva sullo sbocco formativo dei giovani, sempre in ottica cristiana. Lo faceva con la massima carità, ma anche con fermezza ricordando ai ragazzi l’ importanza della formazione e del lavoro”.

Preoccupa specie al Sud il triste fenomeno, dilagante, dell’abbandono scolastico. Che fare?

“Sicuramente è un fenomeno molto pericoloso del quale tener conto e da contrastare. Penso che sia un fatto culturale da un lato e sociale dall’altro. A mio avviso una buona fetta di responsabilità risiede in quei giovani e nei loro genitori, che spesso si rivelano troppo permissivi e non invitano al rigore e allo studio. Alle prime difficoltà assecondano i figli, forse per comodità. Non è bello e neppure socialmente utile vedere adolescenti bivaccare, né studiare, né lavorare. In questo modo si vive allo sbaraglio, e in alcuni casi si arriva a situazioni di degrado sociale e al triste fenomeno del branco”.

Sembrano in crisi quelle che don Giussani chiamava le agenzie educative, scuola, Chiesa, famiglia…

“In effetti queste agenzie sono in affanno. Però io porrei l’accento maggiormente sulla famiglia che è diventato l’anello debole. E’ una istituzione in crisi, ovviamente non mi riferisco a tutte le famiglie. Oggi abbiamo un grande problema che è, proprio nelle famiglie, l’emergenza educativa”.

Un appello in occasione dell’ avvio dell’ anno scolastico…

“Un invito è rivolto a ragazzi e famiglie a collaborare col mondo scolastico. Abbiamo bisogno di formazione e di giovani preparati, specialmente ad affrontare responsabilmente la vita. Non è il caso di puntare il dito contro e verso nessuno, tuttavia, come diciamo noi vescovi pugliesi, la scuola sappia dare adeguate risposte di natura professionale, di istruzione, ma soprattutto umana. Crei i cittadini del domani, rispettosi del bene comune e del vivere civile”.

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