Spot Esselunga, quando il saggio indica la luna lo stolto guarda il dito

di Rita Lazzaro

NON SI SMETTE DI ESSERE UN PADRE ED UNA MADRE

“Il figlio minore ha il diritto di mantenere un rapporto equilibrato e continuativo con ciascuno dei genitori, di ricevere cura, educazione, istruzione e assistenza morale da entrambi e di conservare rapporti significativi con gli ascendenti e con i parenti di ciascun ramo genitoriale”.

Questo è il primo comma dell’articolo 337 ter del Codice Civile, rientrante nelle disposizioni dirette a disciplinare l'”Esercizio della responsabilità genitoriale a seguito di separazione, scioglimento, cessazione degli effetti civili, annullamento, nullità del matrimonio ovvero all’esito di procedimenti relativi ai figli nati fuori del matrimonio”.

Un comma che sintetizza perfettamente il diritto fondamentale del minore alla bigenitorialità, perché si smette di essere una coppia ma non si smette di essere un padre ed una madre.

È questa la ragion d’essere della disposizione spiegata attraverso gli occhi di un bambino nello spot di Esselunga.

Siamo in un supermercato dove madre e figlia stanno facendo la spesa. Ad un certo punto la madre non trova più la bambina ed ecco che, dopo attimi di preoccupazione, la ritrova al bancone della frutta.

Lo sguardo della piccolina era concentrato sulle pesche e la madre, convinta che la figlia ne volesse una, gliela compra. Ma il frutto non era per la piccola ma per il padre che, una volta passato a prendere la figlia, si ritrova con quel piccolo dono accompagnato dallo sguardo birbante della figlia smascherato dalle sue dolci parole “questo te lo manda la mamma”.

Uno spot di una dolcezza disarmante che però descrive un’amara verità, quella in cui versano tanti, troppi bambini di genitori separati.

Infatti secondo i dati Istat in Italia il numero di separazioni è tornato ai livelli pre-Covid. Infatti, secondo il rapporto Istat “Matrimoni, unioni civili, separazioni e divorzi”, riferito al 2021, viene rilevato un ritorno ai livelli pre-pandemici per le separazioni (97.913, +22,5% rispetto al 2020) e i divorzi (83.192, +24,8%).

Senza dimenticare per di più gli effetti devastanti sui minori derivanti non dalla separazione in sè ma dalla sua conflittualità: disturbi del sonno, regressioni cognitive, rifiuto del cibo, tristezza e ansia da separazione. Ed ancora, regressione, ansia, paura immotivata del genitore bersaglio e, se più grandi, scarso rendimento scolastico fino all’abbandono degli studi, sindromi ansioso-depressive, anoressia, bulimia, bullismo, insonnia, enuresi, disturbi psicosomatici. Talora manifestazioni di tipo psichiatrico: schizofrenia, psicosi paranoide, suicidio, tossicodipendenza, alcolismo, nonchè il senso di colpa, lo stato di abbandono e vergogna in cui versa il minore.

Spesso questi effetti incideranno anche nell’età adulta del minore, come la sua incapacità di dar luogo a legami affettivi significativi e duraturi.

Si tratta di una realtà di cui si parla troppo poco e alla quale ha deciso di dar voce Luca Lorenzini con lo spot della pesca: “vediamo la famiglia felice classica, che si alza al mattino, tutti fanno colazione assieme, sono felici e uniti. Di famiglie così ce ne sono tante, noi abbiamo deciso di raccontarne un’altra, che non è irreale, genitori separati li conosciamo tutti, se non lo siamo noi stessi”.

Infatti da quanto è stato riportato da Lorenzini lo spot ha suscitato parecchia empatia: «Abbiamo ricevuto decine di messaggi di persone ormai adulte che ci hanno detto: “Io facevo la stessa cosa, mi sono rivisto in quella bambina”, quindi pensiamo di aver raccontato una storia verosimile».

Nnostante tutto non sono mancate le polemiche che hanno coinvolto anche la politica, creando un vero e proprio spaccato: da un lato il plauso della destra e dall’altro le critiche della sinistra. “Leggo che questo spot avrebbe generato diverse polemiche e contestazioni. Io lo trovo molto bello e toccante”, scrive il premier Giorgia Meloni.

Non è mancato neanche l’intervento del ministro del ministro Matteo Salvini: “Trasformare uno spot in uno splendido messaggio di Amore e Famiglia merita solo sorrisi”, dice allora il vicepremier e leader della Lega. “Come fa certa gente a insultarlo e deriderlo solo perché non narra il ‘modello’ che vorrebbero loro?”, si chiede il leader della Lega.

Tra le critiche da ricordare quella di Pierluigi Bersani: “Mi sembra davvero sbagliato, in questo e in altri casi, mettere in mezzo la sofferenza dei bambini su temi delicati per scopi commerciali”.

Un’indignazione a dir poco imbarazzante, visto che stona, e non poco, la preoccupazione di Bersani per la sofferenza che la visione dello spot potrebbe provocare ai bambini di coppie separate e, nel mentre, essere favorevole alle adozioni delle coppie omosessuali, incurante o per svista, o sterile ideologia, della sofferenza di un bambino nell’essere privato del diritto di avere l’abbraccio di un padre o la carezza di una madre.

Polemiche mosse anche da giornalisti come Selvaggia Lucarelli (poteva mancare lei!) che ha considerato lo spot “stereotipo delle famiglie infelici”. Polemiche sterili che ricordano il proverbio «Quando il saggio indica la luna, lo stolto guarda il dito».

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