La “polveriera” mediorientale e le radici della Terza guerra mondiale

di Francesco Bellanti

STATO D’ISRAELE E STATO DI PALESTINA

Israele è nato male nel 1948, sulla spinta del sionismo internazionale e degli interessi dell’Impero britannico in primo luogo e degli Stati Uniti in seguito, anche per premiare l’aiuto finanziario dei ricchi banchieri ebrei nella Prima guerra mondiale, e nelle forme in cui lo abbiamo visto agire nella storia era meglio se non fosse nato.

È nato in una terra abitata da millenni dal popolo palestinese e con forte, se non esclusiva, pregnanza religiosa. Questo l’errore primordiale.

Dal sesto secolo a.C., quando ha inizio la diaspora ebraica, non è mai esistito uno Stato d’Israele. Il mondo arabo-musulmano prima della nascita dello Stato d’Israele era un mondo dormiente, sereno, ma è inutile ripercorrere 80 anni di conflitti e di guerre nella regione chiamata Palestina e nei Paesi musulmani vicini.

Ormai Israele esiste, la storia non va mai indietro, ed è giusto che continui ad esistere. Il terrorismo efferato di Hamas e di tutti i terrorismi va combattuto e distrutto, ma non con le stesse armi del terrorismo, e non solo da Israele, altrimenti non si vedrà mai una via d’uscita.

Le stragi commesse in passato e anche oggi da Israele nei territori palestinesi dovrebbero insegnare qualcosa. Anche la Palestina deve esistere, non con riconoscimento limitato, ma come un vero Stato sovrano, senza i carri armati israeliani nel proprio territorio, con confini ben precisi, una propria moneta, un proprio esercito, un vero e proprio spazio storico, riconosciuto ufficialmente e nella sostanza da parte di tutti i Paesi del mondo e in particolare da tutto l’Occidente e dall’Europa.

Hamas è terrorismo e Israele è Stato sovrano, Israele ha diritto di difendersi ma non di commettere gli stessi crimini di Hamas, e comunque deve avere come obiettivo la ricerca di una pace stabile e duratura, garantita dalla diplomazia internazionale, che quasi sempre ha ignorato i diritti violati a Gaza e in Cisgiordania.

Senza accordi internazionali non ci saranno mai due Stati e due popoli in pace. Vivere oggi a Gaza e in Cisgiordania è come vivere in un inferno, da dove non si può uscire e dove le nuove generazioni vivono in un territorio senza leggi, uno spazio di nessuno dove non vengono rispettate nemmeno le risoluzioni dell’ONU.

Come per la guerra in Ucraina e in tutte le guerre del mondo (dove ben 150 Paesi sono in guerra), senza l’intervento delle grandi potenze mondiali e dell’Europa in primo luogo, non ci sarà mai pace duratura.

È vero che in Israele è possibile protestare contro il cattivo governo di Netanyahu, ma è anche vero che a Gaza e in Cisgiordania la popolazione palestinese non è messa in condizione di protestare contro Hamas e i gruppi terroristici, peraltro appoggiati dall’Iran e da altri Paesi stranieri.

In realtà, non c’è democrazia in Israele, asservito agli interessi americani e occidentali, come non c’è democrazia nei territori palestinesi, governati da Paesi stranieri musulmani che appoggiano i gruppi terroristici come Hamas per i loro interessi.

Il Medio Oriente è una polveriera che può fare esplodere da un momento all’altro una terza, forse definitiva, guerra mondiale. Ma questo lo abbiamo anche detto per la guerra russo-ucraina, a dimostrazione del fatto che i conflitti del mondo non sono mai locali finché non ci sarà pace tra le grandi potenze mondiali e l’ONU resterà sempre un organismo internazionale vuoto e privo di senso. E l’Europa starà sempre a guardare.

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