Gesù ci ha mandati sulle strade del mondo a portare la sua pace

di Giuliva di Berardino

COMMENTO AL VANGELO DEL GIORNO DI UNA TEOLOGA LITURGISTA

San Luca evangelista

Lc 10, 1-9

In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”».

Oggi il Vangelo ci mostra che tutti noi, mandati da Gesù sulle strade di questo mondo, siamo mandati a portare la pace. La parola pace ritorna 3 volte nel testo, per indicare che i discepoli portano la pace con le parole, che ci saranno ovunque coloro che accoglieranno le parole della pace  Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi, ma soprattutto che la pace resterà incontaminata e intatta anche se non verrà accolta, perché è capace di tornare indietro. La pace quindi è in movimento: và e torna, ma è sempre la stessa, quella che è nostra, cioè la pace che è propria del discepolo di Gesù. Il Maestro infatti parla della “vostra” pace, non della pace di qualcun altro e, secondo la logica che c’è tra le righe, intuiamo che la pace dei discepoli di Gesù è la stessa pace di Gesù. Noi, quindi, oggi, noi tutti che riceviamo questo vangelo in questo giorno, siamo mandati da Gesù a portare la Sua pace che è anche la nostra, quella di tutti noi che crediamo in Lui. Preghiamo allora che ovunque oggi arriverà questo Vangelo, grazie anche alla nostra piccola fede in Gesù, il Signore susciti cuori disposti ad accogliere la pace che portiamo nel cuore, la pace di Gesù, la pace di chi preferisce la mitezza di un agnello alla violenza di un lupo, la pace di chi sa con certezza che con la violenza e con la prepotenza non si può concludere nulla. O si porta la pace, o si resta nell’illusione: questa è la verità. Per questo abbiamo bisogno del Vangelo, e ringraziamo San Luca che ce l’ha trasmesso, in questo giorno in cui  festeggiamo la sua memoria. Abbiamo bisogno della Parola di Dio che ci dona la pace di Gesù.

 

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