La beatitudine di chi cammina nella legge di Dio

di Giuliva Di Berardino

IL VANGELO DEL GIORNO COMMENTATO DA UNA TEOLOGA LITURGISTA 

Mercoledì 1 novembre 2023 – festa di tutti i santi

Mt 5, 1-12

In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo: «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati. Beati i miti, perché avranno in eredità la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».

Oggi è la festa di tutti i santi. Il Vangelo ci ricorda le Beatitudini, che è il discorso con cui Gesù spiega la sua missione, che non è altro che la nostra felicità. Per otto volte il testo ripete “beati”, in greco “machairoi”, l’aggettivo che nella letteratura classica definiva gli dei e indicava lo stato di felicità divina alla quale per gli umani è molto difficile arrivare.

Eppure Gesù fa seguire questo aggettivo alle situazioni umane più comuni situazioni in cui la felicità è molto lontana. Se però partiamo dalla Bibbia, troviamo che nell’Antico Testamento, nel Salmo 1, che la persona beata è quella che “cammina nella legge di Dio”, che “medita la Parola di Dio giorno e notte”,  che “non siede al consiglio con gli empie e non và per la via dei peccatori”, perché ama la Parola di Dio, ama le cose di Dio e le fa precedere a tutto il resto.

Allora, quando una persona vive così può attraversare anche situazioni difficili, persecuzioni, povertà, insulti, malattie ma non si scoraggia, non si dispera, ma invoca Dio, prega, esercita la speranza e continua ad amare, nonostante tutto.  Da questo dipende la nostra felicità, non dal ricercare uno stato irraggiungibile.

Questo per noi è possibile: ce l’ha mostrato Gesù stesso e ce l’hanno mostrano tanti santi, che hanno saputo restare uniti a Dio nonostante le difficoltà della vita. Chiediamo al Signore ci farci comprendere meglio oggi, in questa bella festa, che tutti siamo chiamati alla santità, non perché dobbiamo diventare perfetti o dobbiamo sforzarci di essere sempre felici, ma perché siamo amati da Dio e Lui ci aiuta, se cerchiamo di restare nel Suo amore e nella Sua pace. Buona festa a tutti, nella gioia della comunione con i santi! 

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