La grazia del perdono

di Angelica La Rosa

IL VANGELO DEL GIORNO COMMENTATO DA UNA TEOLOGA LITURGISTA

Lc 17, 1-6

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «È inevitabile che vengano scandali, ma guai a colui a causa del quale vengono. È meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare, piuttosto che scandalizzare uno di questi piccoli. State attenti a voi stessi! Se il tuo fratello commetterà una colpa, rimproveralo; ma se si pentirà, perdonagli. E se commetterà una colpa sette volte al giorno contro di te e sette volte ritornerà a te dicendo: “Sono pentito”, tu gli perdonerai». Gli apostoli dissero al Signore: «Accresci in noi la fede!». Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sràdicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe».

Se il tuo fratello commetterà una colpa, rimproveralo; ma se si pentirà, perdonagli. Il messaggio del vangelo di oggi ci ricorda che se siamo veri discepoli di Cristo è importante che mettiamo in azione la grazia del perdono, che chiediamo al Signore di perdonare che chi ci ha fatto del male ed è degno del nostro rimprovero. Però è necessario che il perdono non sia dato senza criterio:  và dato a chi si pente, a chi ammette di aver sbagliato e riconosce le proprie colpe. Curiosa è l’esclamazione degli apostoli, che dissero al Signore: “Accresci in noi la fede!”. Cosa c’entra questa esclamazione? Gesù parla del criterio con cui dare il perdono, del valore del pentimento e gli apostoli chiedono di aumentare  la loro fede. Forse, se ci soffermiamo a riflettere, l’esclamazione, sicuramente sorta in modo spontaneo, non è del tutto fuori luogo: la fede rende possibile il pentimento, rende comprensibile la penitenza e l’umiliazione di fronte all’altro che chiede perdono. Se non abbiamo  fede non abbiamo alcuna conoscenza del nostro peccato, perché dove non c’è fede non c’è accoglienza dello Spirito Santo che, come primo effetto, convince di peccato. Se non c’è fede non c’è umiltà, non ci si riconosce miseri e bisognosi degli altri. All’inizio del suo discorso Gesù afferma: “è inevitabile che avvengano degli scandali, ma guai a colui a causa del quale vengono”. Certamente si può perdonare una persona che ha provocato uno scandalo, se si pente veramente e concretamente, ma il male commesso resta agli occhi di Dio. Gli apostoli avevano pensato di chiedere più fede per perdonare e per essere perdonati, ma anche per non essere causa di scandalo per qualcuno. Ma Gesù corregge la richiesta degli apostoli perché non si tratta di dover aumentare la fede, ma di metterla in azione. Meglio averne poca ma attiva, che tanta ma senza metterla in azione. Cari amici oggi non chiediamo al signore la fede, ma chiediamo occasioni per mettere in azione la nostra piccolissima fede: chiediamo occasioni per chiedere perdono, per riconciliarci, per accogliere con sincerità chi si pente del male che ci ha fatto, chiediamo di saper  riconoscere la verità e di poter fare ancora oggi, per quanto ci sarà possibile, azioni di giustizia per costruire la pace intorno a noi.

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