Non dobbiamo mai pretendere la gratitudine degli altri
di Giuliva Di Berardino
–
IL VANGELO DEL GIORNO
Lc 17, 7-10
In quel tempo, Gesù disse: «Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola”? Non gli dirà piuttosto: “Prepara da mangiare, strìngiti le vesti ai fianchi e sérvimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu”? Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti? Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”».
La gratitudine non si può pretendere da nessuno. Un cuore che sa accogliere un dono e sa ringraziare è proprio di una persona saggia e umile, per questo non si può pretendere che il nostro servizio venga ricompensato adeguatamente. L’espressione “servo inutile” non significa che non serve a nulla, ma che il servizio che svolge non può essere mai ricompensato adeguatamente. Ci sono beni a cui si può dare un prezzo, ma ci sono beni a cui non si può dare nessun prezzo, non perché non valgono, ma perché valgono più di quanto possiamo immaginare. Oggi pensiamo di poter comprare tutto e che la nostra felicità dipende dai confort che possiamo permetterci, eppure sappiamo tutti che questa è solo un’illusione. Siamo talmente immersi in questa illusione che pensiamo di farci del bene, di aiutarci, per avere in cambio la stima gli uni degli altri. Certamente, se invece di aggredirci, se invece di essere violenti, ci aiutiamo non è sbagliato, ma bisogna essere obiettivi: se ci rispettiamo e ci stimiamo non lo facciamo perché siamo degli eroi, ma semplicemente perché siamo persone, siamo esseri umani. Quando succedono delle calamità naturali, quando subiamo delle prove forti dovute a ragioni che non dipendono da nessuno, il fatto di soccorrere chi subisce quella prova, se siamo onesti, non viene dalla nostra bravura, ma dal fatto che ci riconosciamo umani. Chiediamo al Signore che ci doni di non pretendere mai la gratitudine degli altri, di non restare legati al riconoscimento del bene che facciamo e spesso perfino a chi lo facciamo, chiediamo a Dio Padre che ci doni lo Spirito Santo affinché il nostro cuore sia purificato dalle illusioni che lo abitano, perché possiamo fare il bene gratuitamente, senza calcolare, senza ridurre materialmente ciò che vale talmente tanto, che non può essere ricambiato.