Gli inglesi non sono europei. E molti politici e giudici inglesi non sono nemmeno umani

di Francesco Bellanti

“WE ARE WITH EUROPE, BUT NON OF IT ” – “SIAMO CON L’EUROPA, MA NON PARTE DI ESSA” (WINSTON CHURCHILL)

La tragica vicenda della piccola Indi Gregory, conclusasi con il suo assassinio, mi ha fatto tornare con la mente a una nota scritta tempo sui politici inglesi a proposito della loro uscita dall’Unione Europea. Un giudice dell’Alta Corte britannica, Robert Peel, ultimo fra tanti bramosi di morte, ha deciso che la piccola Indi, affetta da una gravissima patologia mitocondriale incurabile, dopo mesi d’inutili cure, doveva morire per evitare accanimento terapeutico, e pertanto si è opposto al trasferimento in Italia, all’ospedale Bambino Gesù di Roma, dopo la concessione della cittadinanza italiana, dove si sarebbe tentato di tenerla in vita con cure alternative e sperimentali in attesa di trovare una soluzione scientifica risolutiva.

A parte il doloroso silenzio delle più alte autorità ecclesiastiche ma anche di politici nostrani ed europei, quello che colpisce è soprattutto questa immorale intransigenza delle più alte autorità scientifiche e giuridiche britanniche. Dico subito che io sono dalla parte di chi sostiene che nessuno è padrone della vita altrui, finché rimane una speranza sia pura piccolissima di salvare questa vita, anche perché la scienza medica sta facendo progressi enormi con velocità sorprendente.

E questo non è solo un giudizio religioso, è un giudizio soprattutto morale, umano, etico, che proprio per questo dovrebbe essere condiviso da tutti, religiosi e non credenti. Ma, evidentemente, anche in questo tragico caso, i politici e i giudici inglesi hanno voluto distinguersi dagli altri.

Così parlavo in un mio articolo tempo fa a proposito dell’uscita degli inglesi dall’Europa. Come hanno fatto anche questa volta. Ditemi voi se mi ero sbagliato.

…..

“L’Europa dei banchieri usurai e delle tasse e non dei popoli, della mortificazione delle risorse e delle economie regionali, l’Europa che non conta niente sul piano politico e militare, che fa sguazzare nel Mediterraneo cani e porci, non va, è un’Europa sbagliata, tanto per mettere le cose in chiaro. Detto questo, è un bene che gli inglesi siano andati via dall’Europa, perché gli inglesi non sono mai stati europei. Io quando penso all’Europa, penso subito a Beethoven, non a Kate e William. L’Inghilterra è ancora il Paese delle libbre, delle once, della yard, delle miglia, della guida a sinistra, della Chiesa nazionale anglicana, fondata da Enrico VIII dopo la  scomunica di papa Clemente VII che non volle annullare il suo matrimonio con Caterina d’Aragona, è il Paese delle guerre contro Napoleone e Hitler per non consentire la nascita di nessun impero in Europa. Gli inglesi hanno le loro abitudini alimentari e sociali, sono un popolo a parte.

La società multietnica, il traffico, i taxi, le cabine telefoniche, l’architettura vittoriana. Ma non era certo questo il problema, il problema è che mai avrebbero ceduto parte della loro sovranità all’Europa, semplicemente hanno capito che la UE non avrebbe dato loro vantaggi economici e se ne sono andati.

De Gaulle li considerava spie degli americani, non era molto lontano dal vero. Il loro punto di riferimento è sempre stato il Commonwealth delle nazioni, un tempo Commonwealth britannico. Sono stato a Londra e per la prima volta nella mia vita non mi sono sentito europeo. Non si respirava aria di religiosità, nemmeno nelle chiese, vedevo più orientali e uomini di colore che europei.

L’Europa di oggi e di ieri è una creazione britannica. Gli inglesi si sono alleati con gli americani, con i sovietici, con tutti, pur di distruggere l’Europa o di forgiarla secondo i loro interessi. Che il nazismo dovesse essere sconfitto, in quanto ideologia politica violenta e criminale, questo era una necessità della storia, ma loro – gli inglesi – non hanno scatenato la seconda guerra mondiale per liberare l’Europa, per difendere e liberare la Polonia, ma per il loro tornaconto, tant’è che non ci hanno pensato due volte alla fine della guerra a consegnare la Polonia, e con essa metà Europa, a Stalin.

L’unità dell’Italia l’hanno decisa loro, così la decadenza della Spagna, della Francia di un tempo. Le vere rivoluzioni le hanno fatte gli europei, non gli inglesi, loro hanno fatto sempre le restaurazioni, innovare per conservare. Ecco perché esiste una monarchia pittoresca e anacronistica, grottesca ma percepita come necessaria. Gli inglesi sono andati sempre contro la storia d’Europa. Loro psicologicamente si collocano sempre dall’altra parte. L’Europa per loro non è mai stata, come per i popoli europei, un ideale, ma – come il Commonwealth – un’area di libero scambio.

Winston Churchill era anglo-americano. Come questo Boris Johnson, che ha la doppia cittadinanza, inglese ed americana. Capito? Meglio lasciarli andare. Meglio: per il futuro dell’Europa, quella vera.”

Rileggendo l’articolo, confermo che gli inglesi non sono europei. E molti politici e giudici inglesi non sono nemmeno umani.

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