Oggi Gesù ci fa due inviti: alla vigilanza e alla preghiera

di Giuliva Di Berardino

COMMENTO AL VANGELO DEL GIORNO DI UNA TEOLOGA LITURGISTA

Lc 21, 34-36

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere e di comparire davanti al Figlio dell’uomo».

Il Vangelo di oggi ci invita a ricercare una grande disposizione interiore che ci può aiutare in ogni situazione della vita quotidiana, quella che mi piace definire come  “leggerezza spirituale”. Luca, autore di questo breve testo evangelico che la liturgia oggi ci fa meditare, ci fa comprendere che questo atteggiamento nella vita dei credenti dovrebbe essere una costante, perché quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso. Restare leggeri nello spirito, nell’interiorità, nel cuore, significa non permettere che la bellezza della venuta del Signore ci piombi addosso, ma al contrario, ci innalzi verso di Lui. Sono le dissipazioni, le ubriachezze e gli affanni della vita, che appesantiscono il cuore e ci tolgono la capacità di contemplare la bellezza profonda della realtà.

Ecco allora che Gesù ci mostra come fare in modo che questo non succeda: vegliate in ogni momento pregando. Stare svegli in ogni momento, che significa avere il cuore sempre sveglio, sempre nella preghiera, cioè sempre consapevole di essere davanti a Dio, in un rapporto di amicizia e di fiducia con Lui. Questo ci fa restare leggeri e ci rende forti di fronte al male, che invece ci vuole superficiali, in modo da toglierci la capacità di contemplare, e facendoci addormentare il cuore, allontanandoci dalla preghiera e dalla relazione con Dio.

Gesù, nei suoi due inviti, alla vigilanza e alla preghiera, in merito alla prima sottolinea soprattutto il pericolo che ci troviamo a vivere quando lo scarto tra tempo e coinvolgimento personale si amplifica fino a farci cambiare la disposizione interiore rispetto alla realtà. Sia che il Regno di Dio giunga come un lampo, improvvisamente, senza preavviso, sia che esso tardi a manifestarsi in modo da renderci distratti agli avvenimenti e ai particolari della vita di ogni giorno, ciò che il Signore ci consiglia oggi è di mantenere costante la disposizione interiore alla vigilanza, che rafforza nel tempo la coscienza di sé e alla preghiera, che ci stabilizza nella consapevolezza della presenza di Dio che cammina con noi.

A questo proposito condivido con voi un breve testo di un filosofo ebreo, professore di teologia e mistica ebraica a New York: Abraham Heschel. In quanto ebreo, Heschel ci può aiutare a riflettere non solo sul vangelo di oggi, che ci inviata a curare relazione con Dio attraverso la vigilanza e la preghiera, ma soprattutto a porci in un atteggiamento di attesa nella speranza.

A conclusione del suo libro dal titolo “Chi è l’uomo?”, il prof. Heschel scrive : “Chi è l’uomo? Un essere posto nel travaglio, ma che ha i sogni e i disegni di Dio; il sogno di Dio di un mondo redento, della riconciliazione di cielo e terra, di una umanità che sia veramente la Sua immagine, che rispecchi la Sua saggezza, giustizia e misericordia. Sogno di Dio è di non essere solo, ma di avere il genere umano a compagno nel dramma della continua creazione. Qualunque cosa facciamo, qualunque atto compiamo, noi favoriamo od ostacoliamo il dramma della redenzione, riduciamo o accresciamo il potere del male“.

Alla luce di queste sagge parole, preghiamo il Signore! Che Lui ci guidi, ci purifichi nella speranza, ci riconcili nel profondo, fino a realizzare il Suo sogno di amore e di pace sulle nostre vite e su tutti i popoli della terra. Ringraziamo il Signore perché ci insegna un atteggiamento importantissimo che dovremmo cominciare ad esercitare ogni giorno nel periodo di Avvento che inizierà da domani. Preghiamo gli uni per gli altri, perché possiamo vivere il tempo liturgico dell’Avvento esercitandoci tutti alla leggerezza spirituale con la preghiera quotidiana, nel desiderio del Regno che viene, restando in silenzio, gustando il silenzio e lasciando che il Signore possa parlare ai nostri cuori in questo tempo di grazia.

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