La vera gioia che caratterizza la vita cristiana

di Giuliva Di Berardino

COMMENTO AL VANGELO DEL GIORNO DI UNA TEOLOGA LITURGISTA

Mc 13,33-37

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento. È come un uomo, che è partito dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vegliare. Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; fate in modo che, giungendo all’improvviso, non vi trovi addormentati. Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!».

Oggi inizia il nuovo anno liturgico che viene denominato Anno B del ciclo triennale delle letture, in cui viene ascoltato e meditato nell’assemblea liturgica il Vangelo secondo Marco. La prima cosa che possiamo notare è che la lettura del Vangelo di Marco non inizia subito dal primo capitolo del Vangelo secondo Marco, ma dall’annuncio del ritorno di Cristo. Questo significa che per la comunità che celebra il Signore la prima realtà da considerare e da contemplare, nel nuovo anno che inizia, è il modo in cui essa accoglie Cristo Signore e salvatore.

La comunità cristiana riunita nella liturgia, infatti, annuncia la morte del Signore, proclama la Sua Risurrezione e attende la Sua venuta. Ed è proprio questo ultimo aspetto che la liturgia, da oggi, vuole evidenziare: l’attesa della venuta di Cristo che è in mezzo a noi, vive con noi, cammina con noi, ma che noi continuamente siamo chiamati ad accogliere, in modo sempre più vero e autemtico, fino alla fine dei tempi.

L’Avvento è proprio questo tempo in cui la Chiesa cerca di entrare in questa consapevolezza profonda della sua stessa identità: essere una comunità che vive nel tempo con Dio, ma che nello stesso tempo lo attende, perché la gioia del Signore, l’amore che Egli ci offre, è sempre un’esperienza che ci trascende e che ci chiama oltre noi stessi. E se il tempo liturgico dell’Avvento ci esorta continuamente ad alzare lo sguardo verso il Signore che viene, non lo fa perché siamo nella disperazione, ma perché nella fede sappiamo che, oltre la nostra esperienza umana, sempre segnata dal limite, c’è la gioia vera, quella eterna dell’incontro definitivo con Dio!

Il vangelo di oggi, quindi, ci apre proprio una finestra nuova perché possiamo respirare un’aria nuova che faccia entrare in noi, in profondità la vera gioia che caratterizza la vita cristiana, e in particolare questo tempo liturgico che apre il nuovo anno celebrativo della Chiesa, come dicevamo.

Le parole del Vangelo ci avvertono: “Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; fate in modo che, giungendo all’improvviso, non vi trovi addormentati”. Comprendiamo allora che queste parole non solo un avvertimento di minaccia, ma di speranza! Non ci viene detto di vegliare, di stare svegli, per timore, ma per amore!

Sant’Agostino conferma questa intuizione che riguarda  l’amore con queste parole: “Se non sai a che ora viene, stà sempre desto affinchè, non sapendo l’ora in cui viene, ti trovi sempre pronto alla sua venuta. Anzi, il non conoscere l’ora della sua venuta mira forse proprio a farti stare sempre pronto” (En in Ps.120,3).

Ecco allora anche le parole di Sant’Agostino ci fanno luce sul vero senso di questo avvertimento di Gesù e anche sul vero senso di questo tempo nuovo che oggi inizia: non sai quando il Signore tornerà, è vero, però se il Signore ha deciso così  è semplicemente  per non farci perdere la gioia di poterlo accogliere in ogni momento!

Il Signore ci conosce: se noi conoscessimo il tempo, ci diamo il tempo, ma visto che non lo conosciamo, allora vuol dire che non c’è tempo! Non abbiamo tempo: Dio lo possiamo accogliere sempre, anche oggi, anche adesso. Buona prima domenica di Avvento nella gioia del Signore!

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