A un anno dalla nascita al cielo di Benedetto XVI “magno”, uno dei più grandi papi e teologi di tutti i tempi

di Matteo Orlando

RICORDANDO IL PAPA EMERITO BENEDETTO XVI, TRA I GIGANTI DEL PENSIERO TEOLOGICO DI TUTTI I TEMPI

All’età di 95 anni, alle 9:34 del 31 dicembre dello scorso anno (2022) è morto nel Monastero Mater Ecclesiae in Vaticano Sua Santità il Papa Emerito Benedetto XVI.

Lo ricordiamo ad un anno dalla morte con l’articolo che segue.

 

Al secolo Joseph Aloisius Ratzinger, Benedetto XVI era nato il Sabato santo del 1927 a Marktl am Inn, diocesi di Passau in Germania, da padre commissario di polizia e da madre cuoca e artigiana.

Benedetto XVI è stato il Papa più anziano della storia (prima di lui il record di longevità era detenuto da Leone XIII morto nel 1903 all’età di 93 anni), anche se la cronaca è complicata dal fatto che ha lasciato l’esercizio del ministero petrino nel 2013 ed ha mantenuto il titolo, mai utilizzato prima, di “Papa Emerito”.

Benedetto XVI che, per il suo grande spessore teologico non facciamo fatica a definire “magno”, è stato il primo papa a ritirarsi in 700 anni – a causa degli ingravescenti problemi di salute – dopo otto anni in carica.

Ricordiamo, infatti, che Benedetto XVI ha vissuto, a partire dal 1997, con un pacemaker, mentre un’emorragia cerebrale lo aveva lasciato cieco dall’occhio sinistro a partire dal 1991.

Negli anni che ha vissuto “nascosto dal mondo” in un ex convento all’interno del Vaticano, Benedetto XVI, spesso fotografato su una sedia a rotelle, è apparso sempre più fragile ed ha sofferto anche di un doloroso caso di fuoco di Sant’Antonio al volto, che era peggiorato dopo la morte del fratello Georg.

Il segretario privato di Benedetto XVI, monsignor Georg Gaenswein, arrivò a dichiarare ad un giornale tedesco che il fuoco di Sant’Antonio (herpes zoster) è “una malattia molto dolorosa, ma non mortale“, aggiungendo che l’ex papa aveva sofferto “un dolore che non augurerei al mio peggior nemico“. Tuttavia Papa Ratzinger è stato mentalmente acuto fino al suo ultimo respiro.

Il piccolo Joseph Ratzinger trascorse l’infanzia e l’adolescenza a Traunstein, un paesino vicino al confine austriaco, a 30 km da Salisburgo. Lui stesso ha definito la sua educazione “mozartiana”, crescendo in un ambiente dove ha ricevuto una grande formazione cristiana, umana e culturale. Ha vissuto un’adolescenza difficile ma la sua fede e la sua educazione familiare lo hanno aiutato ad affrontare la dura realtà di quei tempi, durante i quali la Chiesa cattolica stava affrontando la pesante ostilità del regime nazista. Il giovane Joseph, per esempio, fu testimone del pestaggio da parte dei nazisti di un parroco prima della messa ma scoprì anche, in quel periodo, la bellezza e la verità della fede cristiana e, naturalmente, la sua famiglia d’origine ebbe un ruolo fondamentale in questo lato della sua vita, fornendogli sempre il buon esempio tanto che Joseph Ratzinger ha vissuto tutti i suoi giorni terreni al servizio di Dio, del mondo e della comunità ecclesiale.

Negli ultimi mesi della seconda guerra mondiale fu costretto a far parte dei servizi militari antiaerei ma, una volta finita la guerra, dal 1946 al 1951, studiò filosofia e teologia alla Scuola Superiore di Filosofia e Tecnologia di Freising e successivamente all’Università di Monaco. Ordinato sacerdote il 29 giugno 1951, l’anno seguente iniziò ad insegnare nella sua ex scuola di Freising. Nel 1953 conseguì il dottorato in Teologia; il titolo della sua tesi era “Il popolo e la casa di Dio nella dottrina della Chiesa di sant’Agostino”. Quattro anni dopo, sotto la guida del celebre professore di teologia fondamentale Gottlieb Söhngen, conseguì l’abilitazione all’insegnamento universitario con una tesi su “La teologia della storia in san Bonaventura”.

Eccellente professore di teologia, sia dogmatica che fondamentale, dopo aver insegnato per 25 anni (a Freising, Bonn, Münster, Tubinga, Ratisbona) è stato, dal 1962 al 1965, esperto e consulente teologico del cardinale di Colonia Joseph Frings durante il Concilio Vaticano II, successivamente, il 25 marzo 1977 papa San Paolo VI lo nominò arcivescovo di Monaco e Frisinga (primo sacerdote diocesano in 80 anni ad assumere il governo pastorale della grande arcidiocesi bavarese). Ratzinger aveva scelto come motto episcopale “collaboratore della verità”, sottolineando il legame tra il suo precedente incarico di professore e questa sua nuova missione.

Anche se ho usato approcci diversi, ho sempre seguito la verità e sono sempre stato al suo servizio“. Ratzinger scelse quel motto perché “oggi l’idea di verità è nascosta, quasi come qualcosa di troppo grande per l’uomo; ma tutto crolla se manca la verità“.

Nel frattempo, nel 1972, insieme ai teologi Hans Urs von Balthasar, Henri de Lubac ed altri, ha fondato la rivista teologica Communio.

Nominato Cardinale da san Paolo VI, con il titolo presbiteriano di “Santa Maria Consolatrice al Tiburtino”, nel 1978 il cardinale Ratzinger partecipò al Conclave del 25 e 26 agosto che elesse Giovanni Paolo I (che lo nominò suo Inviato Speciale al 3° Congresso Mariologico Internazionale, celebrato a Guayaquil, in Ecuador, dal 16 al 24 settembre). In ottobre, poi, partecipò al Conclave che elesse Papa San Giovanni Paolo II, di cui divenne uno strettissimo collaboratore. Infatti, il Pontefice polacco lo nominò Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede e Presidente della Pontificia Commissione Biblica e della Commissione Teologica Internazionale il 25 novembre 1981.

Divenuto l’uomo incaricato di preservare la dottrina cattolica, difendendo in particolare molti punti della tradizione cristiana che, ancora oggi, sembrano essere in pericolo nella nostra società, il 15 febbraio 1982 Ratzinger rinunciò al governo pastorale dell’arcidiocesi di Monaco e Frisinga e Karol Wojtyla lo promosse all’Ordine dei Vescovi, assegnandogli la Sede Suburbicaria di Velletri-Segni il 5 aprile 1993.

Un importante compito affidato a Ratzinger, oltre alla nomina a membro di diverse Congregazioni vaticane, fu quello di Presidente della Commissione preparatoria per il Catechismo della Chiesa Cattolica, che presentò al Papa dopo sei anni di lavoro (1986-1992).

Autore di dozzine di libri, soprannominato “il Rottweiler di Dio” per la sua eroica difesa del cattolicesimo, il cardinale Ratzinger ha coniugato la veritiera espressione “dittatura del relativismo”, riferita in particolare all’Occidente sempre più scristianizzato. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo “Introduzione al Cristianesimo“, raccolta di lezioni universitarie sul tema della Confessione apostolica di fede pubblicata nel 1968 e “Dogma e predicazione” (1973), antologia di saggi, omelie e riflessioni dedicate alla pastorale, due pietre miliari della teologia contemporanea. Le sue pubblicazioni aumentarono negli anni successivi e divennero un punto di riferimento per quanti fossero interessati ad approfondire lo studio della teologia. Nel 1985 ha pubblicato il suo libro-intervista “Rapporto sulla fede. Vittorio Messori a colloquio con Joseph Ratzinger” e nel 1996 un libro intitolato “Il sale della terra”.

Alla morte di Giovanni Paolo II nel 2005, il cardinale Ratzinger è stato eletto, il 19 aprile 2005, 265esimo pontefice e assumendo il nome di Benedetto XVI.

È impressa nella mente di tutti la data dell’11 febbraio 2013 quando Benedetto XVI annunciò la sua rinuncia al ministero di Vescovo di Roma affermando di aver esaminato la sua coscienza davanti a Dio prima di prendere questa decisione. Nel pomeriggio del 28 febbraio Papa Ratzinger lasciò il Vaticano in elicottero, recandosi a Castel Gandolfo. Alle ore 20 del 28 febbraio 2013 è diventato Papa emerito.

Nella sua ultima apparizione pubblica, dalla loggia centrale del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo, aveva detto: “Sono un semplice pellegrino che sta iniziando l’ultima tappa del suo pellegrinaggio su questa terra“.

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