Bisogna andare all’attacco e prepararsi seriamente alla guerra spirituale

di Diego Torre

RIFLESSIONI E AZIONI DI UN GRANDE SANTO

San Massimiliano Maria Kolbe sa che bisogna andare all’attacco e prepararsi seriamente alla guerra. “La M.I. da noi è molto offensiva. Difendere la religione è per noi troppo poco, ma si esce dalla fortezza e fiduciosi nella nostra Duce andiamo fra i nemici e facciamo la caccia ai cuori per conquistarli all’Immacolata. E così anche il Rycerz è letto dagli acattolici e si verificano delle conversioni. Ogni cuore che batte sulla terra e batterà fino alla fine del mondo deve essere preda dell’Immacolata : ecco il nostro scopo” (SK 206).

L’anima disponibile a tale impresa deve lasciarsi plasmare dall’Immacolata fini a transustanziarsi in Lei (cf SK 508).

E’ un obiettivo che non si raggiunge facilmente ed in breve tempo, ma uno sforzo che conduce più oltre l’educazione dell’uomo, fino a fargli raggiungere la piena realizzazione di sé stesso, delle sue possibilità morali. La M.I.  … mira a far sì che tutti diventino santi(SK 1220)

Massimiliano attenzionò sempre, anche con grande sacrificio del tempo e del riposo, il rapporto e la formazione individuale dei suoi frati-cavalieri. Lo stesso avvenne per le conferenze, esercizi, etc. La consacrazione pertanto dev’essere il punto di partenza dell’attività missionaria e non di arrivo per un devozionismo intimista.

Va realizzata una continua formazione spirituale, culturale, anche tecnica, che porti a penetrare e a servire sempre più il mistero e la missione  dell’Immacolata. Massimiliano volle una formazione speciale: “Mi convinco sempre di più che per conseguire lo scopo di Niepokalanów [la Ctta dell’Immacolata] è indispensabile una adeguata e speciale preparazione, formazione” (SK 449). ”Senza una adeguata formazione e preparazione, in seguito è pesante”(SK 454).

Da questo distillato paziente di anime, da questa formazione continua, incisiva e rigorosa nacquero quegli uomini che così gli fanno scrivere nel momento di maggiore espansione di Niepokalanow (agosto 1938) ad un confratello in Giappone: “Nella misura dell’affluenza e di una sicura formazione nello spirito di Niepokalanów, cominceremo ad aprire sempre nuove Niepokalanów nel mondo. Se c’è bisogno di fratelli, non deve far altro che inviare la richiesta e arriveranno in folla. Di volenterosi ce ne sono molti; bisogna solo frenarli, per distribuirli prudentemente sulla sfera terrestre. Inoltre, sono pronti non solo fino alla malattia, ma anche fino alla morte, come si addice a prodi cavalieri” (SK 811).

Vibra in questo scritto la gioia di vedere l’avanzata vittoriosa nel mondo del disegno dell’Immacolata. Solo un conflitto terribile come la seconda guerra mondiale poteva interromperla. Viene altresì ribadito che il segreto umano del successo è quella sicura formazione nello spirito di Niepokalanów. Cosa proibisce che oggi siano soprattutto  i laici a vivere questa meravigliosa esperienza? Non è un’impresa necessariamente da frati: “non ogni religioso, anche se è un buon frate, ha la vocazione per questo; d’altra parte, colui al quale l’Immacolata si è degnata di concedere tale grazia, non può accontentarsi di quanto fanno gli altri e del modo consueto di agire” (SK 299).

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