L’Egitto entra nei BRICS e apre nuovi scenari

di Gian Piero Bonfanti

EGITTO: UN PAESE STRATEGICAMENTE IMPORTANTE

Mentre l’Egitto entrando nei BRICS apre nuovi scenari economici per uscire dalla crisi profonda del paese, l’Europa continua a mantenere la partnership per assicurarsi i servizi di controllo anti immigrazione. Si è svolta stamattina a Bruxelles la decima riunione del Consiglio d’associazione UE-Egitto che segna il 20° anniversario dell’entrata in vigore dell’Accordo di associazione nel 2004. Alla riunione, presieduta dall’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza Josep Borrell, ha partecipato il ministro degli Esteri egiziano Sameh Shoukry.

In una nota del Consiglio pubblicata da Ansa leggiamo “L’UE attribuisce grande importanza alle sue relazioni con l’Egitto in quanto partner chiave e attore regionale e sottolinea la natura strategica del partenariato. Durante il Consiglio di associazione, le due parti dovrebbero discutere in merito alla loro cooperazione nel quadro delle priorità del partenariato Egitto-UE 2021-2027, concordate in occasione del Consiglio di associazione del 19 giugno 2022. Il Consiglio di associazione si concentrerà sulle relazioni bilaterali, tra cui la cooperazione per rafforzare la stabilità in Egitto e nell’UE – compresi i diritti umani, la sicurezza, l’antiterrorismo e la migrazione – e la cooperazione in materia economica e sociale, dagli investimenti all’ambiente e all’energia: il Consiglio di associazione affronterà anche questioni di politica estera, tra cui una serie di crisi regionali”.

In sintesi, nel corso del 2024, l’UE fornirà 87 milioni di euro e nuove attrezzature all’Egitto per un progetto di gestione della migrazione avviato nel 2022, importo che potrà aumentare fino a 110 milioni di euro dopo la riunione di oggi. Questi fondi sarebbero destinati ad aumentare la capacità operativa della marina egiziana e delle guardie di frontiera per la sorveglianza delle frontiere e le operazioni di ricerca e salvataggio in mare. Nonostante gli accordi ed i finanziamenti negli ultimi anni si è comunque registrato un aumento significativo di cittadini egiziani che richiedono visti nei paesi dell’UE principalmente a causa del deterioramento della situazione interna nel Paese.

L’Egitto, che conta una popolazione di 107 milioni di abitanti, sta attraversando una crisi economica e politica profonda, trovandosi ad affrontare una crescente instabilità e una mancanza di garanzie in materia di diritti umani. Timothy E. Kaldas, vicedirettore del Tahrir Institute for Middle East Policy, sostiene che “il regime sfrutta la sua posizione e fa leva sullo Stato egiziano. Ad esempio, obbliga a stipulare contratti con aziende di proprietà del regime per realizzare progetti infrastrutturali che sono estremamente costosi e che non necessariamente contribuiscono al bene pubblico” come ad esempio “nuovi palazzi per il presidente Abdel Fattah al Sisi”. L’inflazione in continuo aumento porta la valuta ad affrontare molteplici shock e crolli riducendo il potere d’acquisto degli egiziani e gli investitori privati ​​che non vedono il paese nordafricano come un buon posto in cui investire, con il conseguente effetto migratorio.

In altre parole oggi abbiamo assistito ad un incontro al quale ha partecipato un paese che sta facendo affari con un blocco multipolare economico diverso dal nostro, abbiamo fornito finanziamenti per arginare un fenomeno migratorio che di fatto è in continuo aumento nonostante i foraggiamenti degli scorsi anni. Un paese che tuttavia non riesce a gestire la profonda crisi interna, con il conseguente risultato di condizioni precarie della propria popolazione, con compressione dei diritti essenziali.

Speriamo che il risultato di questo incontro abbia dato esiti positivi sebbene siamo convinti che le notizie passeranno, come di solito, sotto traccia e l’Europa si troverà con qualche soldino in meno prelevato anche dalle nostre tasche. Speriamo che almeno si sia discusso anche di soluzioni al fine di tentare di eliminare le discriminazioni verso le comunità cristiane copte del paese, tema sempre molto caldo nella terra natia di Sant’Antonio Abate e San Macario.

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