Il Congresso fondativo di Democrazia Sovrana Popolare, tra alti e bassi

di Angelica La Rosa

DUEMILA DELEGATI A ROMA PER UN PARTITO CHE SI DICHIARA PRONTO PER LA SFIDA DELLE EUROPEE

Oltre duemila delegati hanno partecipato a Roma (27-28 gennaio) al Congresso fondativo di Democrazia Sovrana Popolare, il neonato partito che vanta come coordinatore nazionale l’ex parlamentare comunista Marco Rizzo e come presidente il giornalista calabrese  Francesco Toscano, fondatore del noto canale Youtube “Visione Tv”.

Oltre a Rizzo e Toscano hanno preso parte alla due giorni numerosi ospiti nazionali ed internazionali, tra i quali il leader degli agricoltori in lotta contro la Ue, Stefano Cucchi, e le rappresentanze delle Ambasciate della Repubblica Popolare Cinese, della Federazione Russa, di Cuba e del Venezuela, della Repubblica Popolare Democratica di Corea.

Il tentativo di questo partito è quello di coniugare la corrente ideologica novecentesca del Comunismo-Socialismo con la corrente cattolico-sociale. Inoltre si batte per l’uscita dell’Italia dall’euro, dalla Nato, dall’OMS, dal “dominio” statunitense e sostiene che “sinistra” e “destra” siano solo “due facce del totalitarismo liberista e globalista”.

Il tempo farà capire se il tentativo sarà un fallimento o, diversamente, se la due giorni diventerà la chiave di volta di un movimento che aspira a governare l’Italia e ad entrare nel parlamento europeo già nel prossimo giugno.

Avendo seguito tutto il congresso, e anche gli intervalli musicali, quello che possiamo dire, da giornalisti che non parteggiano come sito web per nessun partito o movimento politico, è che la partecipazione popolare è stata notevole considerando le forze, anche economiche e mediatiche, del movimento.

Circa gli interventi, numerosissimi (forse troppi) nella due giorni abbiamo notato di tutto: dai sinceri democratici ai nostalgici del Comunismo duro e puro, dagli onesti cattolici ai cristiano-sociali poco attenti alla dottrina etica cattolica (poche le parole, infatti, spese su eutanasia e altre questioni etiche, nessuna sull’importantissimo tema, per un vero cattolico, dell’aborto), dalle persone con idee politiche concrete e pragmatiche (molti professionisti, imprenditori, lavoratori dei più svariati settori economici) a gente salita sul palco per mettersi in mostra e portare un po’ di populismo di cinquestelliana memoria (Pino CABRAS, leader e fondatore di Alternativa, dopo l’esperienza nei 5Stelle sarà uno dei candidati alle europee), da personaggi noti nel mondo anti-mainstream e dotati di una certa competenza (come il prof. Franco Cardini o il vignettista Alfio Krancic, il giornalista d’inchiesta Francesco Amodeo, leader di Noi Italiani, già candidato di ItalExit alle ultime elezioni politiche, l’ex giornalista RAI Giovanni Masotti, il generale Fabio Mini o l’arcivescovo Carlo Maria Viganò) a nostalgici sostenitori del Comunismo sovietico come Stefano Orsi e diversi altri intervenuti, dimentichi del fatto che il Comunismo è stata un’ideologia fallimentare e criminale (basta ricordare, per esempio, i gulag).

Infine, due sottolineature: anche questo partito è caduto nel personalismo. Il simbolo avrà l’integrazione (dicono temporanea) per le europee dei nomi dei due leader RIZZO e TOSCANO, che saranno capilista in tutte e 5 le circoscrizioni. Il secondo rilievo molto negativo riguarda le liste dei candidati alle europee che sono state calate dall’alto, non proprio una scelta azzeccata per un partito che si batte per una “Democrazia Sovrana Popolare”.

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