“Sleepy Joe”, tre gaffe clamorose e i pericoli geopolitici della sua rielezione

di Gian Piero Bonfanti

JOE BIDEN: UN PRESIDENTE ANZIANO CHE DESTA SERIE PREOCCUPAZIONI

Mentre venivamo distratti dal festival della canzone italiana, con sfilata di uomini in gonna, dichiarazioni trasgressive, canzoni in salsa arabo/”italiano vero”, palco a forma di testa di serpente e personaggi ridicolizzati mentre danzano il “ballo del qua qua”, dall’altra parte del mondo vi sono ben più grandi preoccupazioni.

Oggi non parliamo delle notizie di conflitti, che ci vengono quotidianamente comunicate, ed alle quali oramai siamo assuefatti. Non parliamo neanche della disperazione di popoli interi che vivono in condizioni di grave pericolo a causa di guerre e persecuzioni.

Oggi parliamo della preoccupazione degli abitanti degli Stati Uniti d’America che hanno a capo del governo un presidente con evidenti problemi di senilità.

Non si tratta di un anziano signore che gioca una mano di briscola al bar o che si ferma a guardare i lavori in corso al bordo di una strada: parliamo dell’uomo più potente al mondo, il Presidente degli Stati Uniti d’America Joe Biden. Proprio colui che nei giorni scorsi ha fatto preoccupare tutti gli americani, non solo i suoi detrattori ma anche tutto l’elettorato democratico, con le sue dichiarazioni sconclusionate.

Appare evidente oramai come l’ottantunenne guerrafondaio abbia seri problemi di memoria, come lui stesso ha dovuto ammettere.

In tre giorni Joe Biden ha infilato tre gaffe clamorose: prima ha scambiato Macron con Mitterrand, poi la Merkel con Kohl, ed infine ha confuso il presidente egiziano Al Sisi con quello messicano.

Nulla in confronto al fatto che lo stesso presidente non ricordi quando morì suo figlio Beau o paragonato alle immagini nitide di quando si voltava verso il nulla cercando di stringere mani inesistenti.

Un bel problema avere una mina vagante alla presidenza del paese più importante al mondo, essendo questa nazione determinante negli equilibri geopolitici mondiali.

Eppure il sostegno a Sleepy Joe non è mancato da parte dei suoi anche quando la magistratura ha indagato sul caso della conservazione e divulgazione di documenti riservati, stessa accusa riservata a Donald Trump e per la quale il Tycoon si è trovato a dover rispondere in un’aula di tribunale.

Nel caso di Biden invece il procuratore speciale Hur sostiene che l’attuale presidente non andrebbe incriminato perché sarebbe difficile convincere una giuria a condannarlo in quanto uomo anziano e con poca memoria.
Due pesi e due misure.

Solo alcuni repubblicani hanno chiesto che si valuti la procedura per rimuoverlo dal mandato presidenziale in base al venticinquesimo emendamento, introdotto per sostituire il presidente in caso di morte, destituzione, dimissioni o incapacità.

Durante i prossimi giorni ne vedremo delle “belle” ma le elezioni presidenziali sono alle porte ed appare logico che i democratici vogliano mantenere lo stato delle cose invariato nella speranza che non accadano situazioni nelle quali si debba intervenire urgentemente.

In tal caso si paventano già nomi che potrebbero essere gli eventuali sostituti dell’anziano presidente: da Michelle Obama a Kamala Harris, dal governatore della California Gavin Newsom alla governatrice del Michigan Gretchen Whitmer.

Insomma, pare che alla Casa Bianca si “navighi a vista”, ma appare evidente che i democratici non abbiano alcuna intenzione di abbandonare la nave lasciando il timone a qualcun altro.

Speriamo solo che l’attuale presidente Joe Biden, nonostante abbia la veneranda età di 81 anni, non abbia intenzione di compiere altri danni facendosi rieleggere presidente a novembre, considerato che lo stesso ha espressamente dichiarato di volersi ricandidare per un nuovo mandato presidenziale.

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