La scuola e la decadenza di tutti i valori umani
di Antonella Paniccia
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S.O.S. SCUOLA
Ci risiamo! Di scuola si parla ormai quotidianamente, non ci si meraviglia neanche più, quasi fosse un film comico che però non fa più ridere.
Studente accoltella docente; alunni insultano pesantemente l’insegnante in classe, poi la inseguono per strada prendendola a sassate; preside da un anno si presenta in ufficio col suo pitbull; genitori che decidono di ritirare i propri figli dalla scuola…
Cosa può essere accaduto? Sono forse stati molestati i ragazzi? No. Discriminati? Nemmeno. Puniti? Neanche. Il fatto è che, in ballo, questa volta c’è qualcosa di più, molto di più, ben oltre le apparenze!
Si tratta forse di vita o di morte? Sicuramente può apparire anche un puntiglio, una presa di posizione ideologica ma, se ben guardiamo, riguarda sì la vita, considerata da tanti punti di vista: la vita di tanti giovani che deve essere correttamente ispirata verso i valori universali, la vita nascente, la vita della famiglia, cellula fondamentale della società. Aggiungerei, infine, anche la vita eterna, quella dell’anima, di cui comunque – a quanto pare – ad alcuni genitori importa poco o nulla.
Qual è stato, allora, il reato di lesa maestà genitoriale, tanto meritevole di esposizione al pubblico ludibrio, con perdita forse di credibilità scolastica di una scuola media di Torino?
In un contesto sociale dove nulla può, ormai, essere ritenuto scandaloso, dove gli studenti si sentono umiliati se si sottrae loro il cellulare durante le ore di lezione (mentre cercano di copiare la versione di latino o di greco), dove il sette o l’otto sono considerati come valutazioni infime, voti per condannati a morte (negli anni 70/80 si schizzava dai banchi per la felicità!), dove le scuole possono essere occupate, devastate dagli studenti senza che si possano autorizzare severi provvedimenti da parte del Ministro (perché lo psicologo è lì, bell’e pronto per trovare una giustificazione pietosa ai misfatti); dove si persevera per ottenere un’educazione alla sessualità fatta come Stato comanda (volete forse che alla scuola primaria i bambini non abbiano lezioni su peni e vagine, sui contraccettivi, sull’aborto e sull’identità gender fluid?); in tale contesto ben cinque famiglie hanno protestato nei confronti del dirigente di una scuola media di Torino: egli, infatti, aveva consentito che si tenesse agli alunni un corso di Educazione sessuale “di matrice cattolica“, ispirato alla Teologia del corpo di Giovanni Paolo II.
Tali genitori hanno chiesto di essere rassicurati sulle lezioni: il loro timore è che vengano trattati temi “scottanti” come l’interruzione di gravidanza e la legge che ne tutela il diritto. Un timore che si basa sulla sinistra ideologia della “libera scelta”, del “diritto” di una donna ad abortire eliminando quella vita che è fiorita nel suo grembo.
Parrebbe – inoltre – che il programma Teen Star usi comprovate tecniche per insegnare la castità agli adolescenti…che scandalo! E nell’epoca del “love is love” come potrebbero tali genitori non reclamare il principio di laicità della scuola pubblica?
Eppure, ciò che si sta contestando con tanta animosità, in realtà è il più grande progetto catechetico realizzato da un papa in cinque anni del suo pontificato: sono le catechesi che Giovanni Paolo II ha pronunciato – dal 5 settembre 1979 al 28 novembre 1984 – sulla tematica dell’amore umano.
Sono trascorsi quarant’anni, eppure continuano ad essere attuali perché parlano al cuore ed investono i diversi ambiti del sapere: la Teologia, la Filosofia e l’Antropologia. Sono una meditazione sulla nostra esistenza, sull’essere maschi e femmine, sulla chiamata ad essere una sola carne; una riflessione profonda sul nostro corpo e sulla nostra sessualità; essa riguarda tutti, in qualsiasi condizione uno si trovi. Cosa può esserci di sbagliato, allora, in un testo meraviglioso che è un vero inno alla sacralità della Creazione?
Il nostro corpo è sacro, creato da Dio a Sua immagine perché fosse Suo tempio. Creando l’uomo, Dio ha voluto abitare nel suo corpo, per questo lo ha creato a Sua immagine ed ha voluto abitare in questa immagine. La creazione del Signore è dunque perfetta e ognuno di noi è il suo capolavoro.
La dignità del corpo umano, creato con l’impronta della bellezza, non può essere mortificata né sfigurata, ma deve essere da tutti riconosciuta perché il corpo non è un prodotto commerciale, utilizzabile per scopo di piacere. Dio ha voluto vivere nel nostro cuore, quindi il corpo di ognuno di noi è sacro. È proprio questo ciò che ci distingue dagli animali. Vero, il Signore ha dato all’uomo il potere di dominare sul resto delle creature, un dominare – però – che vuol dire curare, prendersi cura di tutta la Creazione (Genesi, 1, 28), diventare noi stessi collaboratori nella Creazione. Quando l’uomo si prende cura del Creato, quando non vuole tagliare una pianta o ammazzare una bestia, come può pensare – allora – di sopprimere una vita indifesa custodita nel grembo materno? Tutti, infatti, sappiamo che sin dal momento del concepimento c’è già una persona VIVA nel grembo della madre ed essa deve esserne la prima protettrice.
La Teologia del corpo è dunque uno scrigno che racchiude in sé una sorta di prezioso alfabeto, ove ogni parola assume un significato profondo, aiuta a spiegare ed a manifestare la bellezza dell’amore gratuito, quello che tende alla scoperta dell’altro e il cui scopo è la ricerca del bene dell’altro: parole come agape, concupiscenza, desiderio, mascolinità e femminilità, pudore, natura, vengono utilizzate per indicare i sentimenti e le caratteristiche sessuali dell’uomo e della donna. Un tesoro, dunque, da leggere e custodire.
Cari genitori, che non abbiate a pentirvene: nell’era della decadenza di tutti i valori umani, Giovanni Paolo II è ancora lì, vivo, nel cuore di chi legge e sa ascoltare per indicare ai giovani la via della salvezza; le sue parole saranno perenni perché hanno spiegato il valore e il senso autentico dell’amore, dei sentimenti e della famiglia, quella che egli definì un sogno di Dio donato all’umanità!