Instancabile, costruì monasteri da adibire anche a centri di assistenza ospedaliera

di Mariella Lentini*

ECCO CHI È SANT’ANSELMO DA NONANTOLA

Duca del Friuli e fratello della moglie del re longobardo Astolfo, Anselmo è un valoroso cavaliere che nell’VIII secolo cavalca in groppa al suo destriero accanto al comandante supremo. È un politico potente, giovane, ricco. Che cosa potrebbe volere di più dalla vita? Eppure a ventinove anni Anselmo ne ha abbastanza di duelli, guerre, armi, feriti e morti. Sente, nel profondo del proprio essere, che la propria intelligenza e la propria energia devono essere messe a frutto in maniera differente. Sente che un Re più potente lo chiama (il Signore dei Cieli) per affidargli un incarico più importante: predicare il Vangelo e metterlo in pratica. Il re longobardo capisce le buone intenzioni di suo cognato e gli dona un appezzamento di terreno a Nonantola, vicino a Modena, in Emilia Romagna, dove poter edificare una chiesa e un convento. Qui l’ex valoroso guerriero, diventato monaco, fonda una grande abbazia intitolata a San Silvestro, di cui è molto devoto. Il monastero segue la Regola di San Benedetto e arriva ad ospitare centinaia di monaci che pregano e lavorano tutto il giorno, nei campi incolti che bonificano e fanno fruttare, rendendo fertile tutta la zona; nelle biblioteche dove conservano e ricopiano i preziosi manoscritti; nei locali adibiti all’accoglienza dei pellegrini che da Nord si dirigono a Roma e nella Terra Santa.

I monaci curano anche gli ammalati, con le erbe da loro raccolte, e assistono i poveri ai quali donano cibo. Anselmo, instancabile, costruisce altri monasteri da adibire a centri di assistenza ospedaliera e di carità, con oltre mille monaci alle sue dipendenze. In breve l’Abbazia di Nonantola diventa un prestigioso centro propulsore di cultura, predicazione e carità evangelica, fino all’anno Mille circa. Nonostante la sua fama, il santo longobardo, con umiltà continua a svolgere i lavori più faticosi. Nel mentre la sua inesauribile attività è rivolta anche in campo politico per portare la pace tra Longobardi e Franchi: Carlo Magno in persona, il re dei Franchi, gli è riconoscente e lo premia con privilegi e benefici per i suoi conventi. Anselmo muore a Nonantola all’età di 80 anni, nell’803. È l’unico santo longobardo di cui si conosca la storia.

* Autrice del libro
“Santi compagni guida per tutti i giorni”

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