Il suo corpo ci nutre

di Giuliva Di Berardino

IL VANGELO DEL GIORNO

Martedì 16 aprile 2024

Gv 6, 30-35

In quel tempo, la folla disse a Gesù: «Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: “Diede loro da mangiare un pane dal cielo”». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo». Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane». Gesù rispose loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!».

Il Vangelo di oggi ci fa riflettere sempre sul lungo discorso di Gesù in merito al pane di vita che è inserito nel Vangelo secondo Giovanni.  La folla pone una domanda a Gesù: “Quale segno compi perché vediamo e ti crediamo?” una domanda che avremmo potuto fare anche noi perché tutti, per credere, esigiamo delle ragioni e addirittura qui, in un testo che respira del mondo biblico-giudaico, non si esigono ragioni ma segni, quindi azioni ben precise, azioni che rimandino direttamente alla Sacra Scrittura, infatti c’è il paragone con gli episodi descritti nel Libro dell’Esodo in cui Dio ha donato il pane dal cielo, la manna, per mezzo di Mosè. La folla del tempo, intorno a Gesù, era fortemente religiosa, ma comunque si fa domande. Ho affermato che forse ancora oggi faremmo la stessa domanda di quella folla perché in questo, nell’esigere da Dio quello che vogliamo noi e, come lo vogliamo noi, mentre  Dio sceglie il modo più semplice e sorprendente per farci entrare in comunione con Lui, in questo, nonostante sicuramente oggi siamo meno religiosi dei giudei del tempo, anche noi assomigliamo a quella folla. Anche noi davanti al dono del pane che ci nutre per la vita eterna in questa vita, siamo tutti un pò storditi. Anche per noi è difficile pensare e forse anche credere che il “pane del cielo“, perché venuto dall’alto, che nutrì gli israeliti nel deserto è stato il segno del dono di Gesù perché è Lui, Gesù, il pane della vita, che dà la possibilità a ciascuno di noi di entrare in comunione col principio eterno della vita, che è l’amore gratuito di Dio per noi. Non è difficile mangiare un pane, difficile è accoglierne il nutrimento profondo, lasciarsi assimilare dal movimento di gratuità che questo pane custodisce e che, nello stesso tempo, comunica. Si mangia il pane del cielo se si accetta di credere in Gesù e di prendere parte alla sua vita da risorto in noi. Per questo i cattolici affermano che Gesù è alimento vero, per questo diciamo che il suo corpo ci nutre, che sostiene la nostra vita e la nostra testimonianza di fede e perciò ci fa gustare già da oggi l’eternità. Chiediamo oggi al Signore di comunicarci il gusto del pane del cielo, il buon sapore che viene dal cielo, nelle piccole gioie che vivremo in questo giorno.

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